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sabato 17 settembre 2016

Il Lamento di un Pellegrino

Ora che è Notte io qui a peregrinàr
tra erbe e foreste, e campi e monti giacio,
le bùssole or cogliendo della Luna;
e io päùrosamente ansando, e folle,  
e in un dominio di brume perenni
invano scruto il disperso sentièr.
E questa Notte non avrà da dàr
ristoro, o covo, o quiete e requie o bacio,
sempre più trista, e fredda, e occulta e bruna,
quando ella inghiotte la Natura e il colle
lontàn dal qual io errabondo ne venni;
e invano scruto il disperso sentièr.
E so che verràn tardi e l’alba e il giorno,
e che le belve règnan le foreste,
e che io non dormirò che sur di un sasso
che un dì fu posseduto da una vìpera;
e io impallidendo e senza più un contegno
continuerò il cammino nelle tènebre,
a tentòni, tra le ombre dei miei Sogni.
Ma se io ho perduta la via del ritorno,
vagabondàr dovrò per sempre in queste
gèlide nebbie di indefinita ansia,
e verrà il dì che non potrò nient’altro
che effòndermi nel loro assente regno,
a tentòni, tra le ombre dei miei Sogni.
Vagherò tra le brume del mio cuor sognatore,
vedrò con gli occhi di una bestia selvaggia; e andrò
a respirare con il vento di questa Notte.


Massimiliano Zaino di Lavezzaro

Caspar David Friedrich, Un Cacciatore nei Boschi, Romanticismo tedesco, Prima Metà del Secolo XIX



Nei Dì di Venerdì XVI del Mese di Settembre dell’Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia e di Divina Misericordia AD MMXVI

martedì 3 maggio 2016

Il Viandante della Foresta

Cuor viandante… oh viandante, non più mai
tu puoi sfidàr le frasche del Destino,
che pellegrìn pur sempre ti desìdera,
e il truce e inesorato e oscuro velo
che tèssono le Norne, e il decadèr
dei Sogni tuoi all’alba, e la condanna
della Notte e del sonno e del risveglio,
e il tramontàr del giorno;
né qui tu ancora,
cuor viandante… oh viandante, non più mai
andrai vagando per le orbe foreste
delle irrequiete vette, e per i sassi
e per gli sterpi che muti rispòndono
al tuo straziato sospiro di Morte,
dove le vìpere ordìscono in ghigni
irridenti i venèfici ruscelli
della tua sete, e né avrai nelle grotte -
esse cimiteriali nella Vita
dei freschi boschi della Primavera -
un aspro e infermo letto per dormire.
Ma immòbile starai su’ di una pietra,
cuor viandante… oh viandante, e non più mai
si muoverà il tuo passo lungo il bosco;
e attenderai il crepùscolo selvàtico,
e l’orizzonte farsi immane e roseo,
e tu contemplerai l’empia Natura
con l’estremo tuo spir.
E nell’ora dei Sogni che non giùngono
ti sarà caro, dunque, anche quest’ultimo
occhio che volgerai alla Notte eterna;
e sarà un bacio alla Luna più eterea,
un alto desidèrio di rivìvere, e…
e saranno le Norne del Destino
a risparmiàrti la Vita, e a concèderti
ancora un altro dì.


Massimiliano Zaino di Lavezzaro

Illustrazione di Wotan in Veste di Pellegrino, Seconda Metà del Secolo XIX



In Dì di Martedì III Maggio dell’Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia e di Divina Misericordia AD MMXVI