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sabato 2 giugno 2018

Divertissement - Un Canto trobadorico alla Luna

Ma non rispondi ancòr, oh Luna, al tuo
Trovatòr?

E cavalca… e cavalca il prode bardo,
avvolto della Notte in nèr mantello.
Qui il suo cuòr freme e l’arpa sua gli avvampa.

Canta… canta la sua voce tremante,
e canterà fin quando non fia l’alba,
il liuto pizzicando e il suo desìr.

Nelle tènebre, infatti, miràr brama
il guardo tuo, che non vergogna, o Luna;
e quiete non avrà se non sia pago.

Hai forse tu timòr d’un vagabondo
Trovatòr?

Canta… canta, e ei si duòl del tuo silenzio,
donde le corde del liuto or riporta
l’opprimente eco a questo cuòr che soffre.

E il cavalièr lamenta il suo Destino,
ei, or solitario su’ inemìca terra,
che più non può il tuo sembiante iscordàr.

E il cavalièr si strazia ripetendo
le cortesi canzòn di giostre e gesta
a te, il cui petto di ciò forse astio ha.

Vuoi forse tu sdegnàr d’un errabondo
Trovatòr?

Ma non è Notte il giusto istante in cui
di te fàr sì profana questua, oh Luna,
e ottenèr di codesta ambito premio?....

Canta… canta l’errante menestrello,
e se le pietre un’Ànima tenèssero,
ei di lòr ne farìa il cuòr lagrimàr.

Ma Amòr è tàl che di sassi non nudre,
se non di te, oh follemente desiata,
cui il vagabondo or grida estremo canto!

E tu lo senti, lo intendi, e sai bèn
che ei t’ha cercata in tanta oscura Notte,
con fedèl ansia e tormentata speme.

Ma non rispondi ancòr, oh Luna, al tuo
Trovatòr?

Luna fatàl!



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato II Giugno AD MMXVIII.


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