Gracchia la sera, con me, è il corvo ossuto,
il qual nella mestizia in cuor m'infonde
più angoscia. Né mi par leggero il muto
labbro del vespro. Né il suo mi confonde
abito vedovile, ove il perduto
meriggio non mi inquieta. Ma profonde
pene, e tornati dolori al temuto
sonno mi feriscono presto. Donde
l'avvenire mio intiero mi par come
la Notte che sovvienmi. E la mattina
sempre mi sembra assente e l'alba nuova.
Così il corvo mi chiama ancor per nome,
e poi mi fa sognar un'ombra divina,
l'Idëal che da sveglio il cuor non trova.
Alexey Bogolyubov, Le Nuove, Romanticismo russo, Seconda Metà del Secolo XIX |
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì XVII del Mese di Settembre AD MMXIX.
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