Espio
queste ombre, e questo Sole e molti
mari
di tanta Estate, ove le allegre
ridon
risaïe al fiorir di incolti
gelsi.
Ma da’ miei sguardi, ignote ed egre
a
quelle, aride or si infiammano ai volti
degli
stagni malvagie cure, pieghe
recondite
che all’Anima i riavvolti
istanti
spiegano. E ora, le più negre
nubi
venendo d’un vil Temporale,
tai
agitazioni a loro paragono,
durante
un lampo di gleso e di fuoco.
Allora,
(io) espio anche questo mäestrale
oscuro,
onde mi confondo co’ il tuono;
né
mi val viver, né Morte m’è giuoco.
Ivan Konstantinovič Ajvazovskij (1817-1900), Una Scena di Naufragio, Romanticismo russo-armeno, Seconda Metà del Secolo XIX |
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