Piano fluisce della sera il graffio,
come un artiglio che strappa i miei
sguardi:
un Titano feroce m’ha sconvolto -
rubandolo - il meriggio del mio cuore.
Ma tu, che imbianchi di porpora
argentea
dei nuvoli le cere cilestrine,
ti prego.. a mani congiunte.. t’imploro,
fa’ silenzio per un solo momento:
ascolta il sangue che cola dagli occhi,
di un labbro ferito il lamento
contempla!
Guarda del buio l’Immenso che ci
chiama!...
All’infinite luci del Tramonto,
ai lamentevoli urli delle rane,
alle montagne che inghiottono il Sole,
come sei tu, un rimasuglio di fiaba..
un vecchio sogno.. una chimera aulente..
un richiamo d’Ignoto che cavalca
prodigiosi destrieri orditi a incanto..
con me sovviene a perdersi, passando,
il tuo fascino scialbo tra le stelle.
Quadro di Ferdinand Knab (1837-1902), Presso il Cancello del Castello, Tardo-Romanticismo, Simbolismo, Accademismo tedesco, 1902.
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