Canto di maggio, sommesso sussurro,
le
risaie rispondono alle rane,
sonnecchiano
le stelle sogni ardenti
sui
vascelli assopiti delle giovani
ninfee.
Ma, intanto, scorre la stagione
e
Primavera per malia si arresta…
Sento
piovere.. e.. com’è freddo il Sole!
Ticchettio
innervosito di tempeste,
palpiti
eterni agli Abissi del mondo..
una
bugia di ciliegi difformi,
le
rose che non hanno più profumo…
Io,
allora, come una lumaca a terra,
il
mio guscio di spasimi trascino..
e
cerco cogliere una rotta amica
da
qualche rondine, il suo focolare
ignoto;
sì che vorrei essere libero..
sognare
l’Oltre che il tristo orizzonte
mi divieta.
Quadro di Jean-Baptiste-Camille Corot (1796-1875), Un Albero spezzato, Realismo paesaggistico francese, 1874 circa.
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