O
salce, sotto il Temporal ti pasci
pur
delle mie urla… e mentre attendi i tuoni,
viätori
dell’aër furibondo,
anche
il tuo pianto scivola, del mio
inatteso
compagno. Allor da molte
ombre
attorniato e perduto, io di te
le
ramora ripiegate discerno,
cosicché
sùbito in queste tue fronde
coronate
di lagrime e ghirlande
forse
mi specchio… appena… per un attimo,
come
per un istante solitario
si
schiara il lampo alla prima pozzanghera.
Oh
salce… ho io trovato in te un amico,
in
te ho trovata l’orma di me stesso!
Julius Sergius von Klever (1849-1924), Il Re degli Elfi, Tardo-Romanticismo baltico-russo, Fine del Secolo XIX |
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