Sfidar non posso Morte e dir che son
vissuto. Ma tu, amica dalle nere
forme, forse mi attendi, onde il tuo
assalto
nel cuor m’infiamma; e vai cercando l’attimo
propizio e il vaticinio maledetto,
e la scacchiera e la clessidra orrenda
e il giusto inganno e la feroce spada,
col tuo sapor di buio e le tue ombre e
larve
e col tuo canto mesto e novembrino
e quelle chiome di ghirlande scialbe,
e quei sudari e quel tristo aspersorio
dalle campane funebri annunziati
come Angioli di maledette schiere.
Oh nera amica, non amai, non feci!
Ma piango impallidendo; il mio Destino
in tanto orror poi si dilegua e trema.
Nel cuor che strilla accenti di
soffrenza
io vissi sanza pièta e sanza Amore.
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