Sento un pianto di bimbo nelle tue ore,
o sera, e pigolar la gallinella
su un piccolo ruscello. S'aggiunge anche
il duro strillo della via ferrata,
dove, schiudendo la finestra, ho appena
scorto due o tre cornacchie mezze matte,
le quali, al sovvenir del treno, san
ben che è meglio fuggir via, e andar lontano.
Sento poi il fresco sospirar del vento
autunnale che annunzia tra pochi attimi
il doler dell'Ottobre nuovo, il qual
già mostra un po' delle sue nebbie torve,
e dei suoi giorni dimezzati. Io so
che adesso mezzo borgo dorme, come
fa l'onda dell'Arbogna, e che la piazza
giace deserta, a parte i due Caffé,
e la socchiusa porta della chiesa.
So che per il Curù, man nella mano,
vïaggiano appartati amanti senza
nome, lì, dove il vïale anche a me
sembra come se fosse di Parigi
con le sue lampe e il suo incanto natio.
Non so.... Ho sempre pensato che venuta
l'ora di sera d'un sabato assente
tutto diventi melanconia e noia.
Albert Edelfelt, Gli Innamorati, Tardo-Romanticismo finlandese, Seconda Metà del Secolo XIX |
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Sabato XXVIII del Mese di Settembre AD MMXIX.
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