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domenica 5 settembre 2021

Inno a Ebe. Inno alla Vita

Danzar ti ho vista di gioia mentre servivi,

o Ebe. Ma questi Dei odiano gli Amori,

ci bandiscono già dall’Olimpo aureo

e la terra dei vivi non ci vuole.

 

Ahi quanto mi brillasti! Come Sole

sulle onde di un Oceano lontano…

(E) com’è bello risentir la tua voce,

segretamente al cuor filtro d’Amore!

 

Mi dessi almeno la tua dolce mano,

soavi fiori di dita di Dea,

mi avvicinassi le labbia alle guance

così da sentire il tuo ebbro sospiro..

 

sarebbe come grano negli Elisi,

come una dolce e timida ninfea

che plana sullo specchio dello stagno,

incanto per le rane canterine!

 

E dirtelo vorrei.. ma odo silenzio

profondo, mentre tu versi nei calici

a quei crudeli mostri dell’Abisso,

come la gioventù che mi scompare.

 

Pur mi sta in cuore come un disio infisso

nel suo sangue veniale, come assenzio.

Ma ampio e infinito è tra noi il vecchio mare.

 

Mi fu un bel Sogno!... La notte mi chiama,

ho päura. Tu, dunque, ti allontani

nell’Ignoto sprofondando e nel buio,

e mi lasci una scia di Luna smorta.

 

Io a questa impronta mi aggrappo e mi dolgo,

urlo agli Dei.. le Parche, l’Ade.. il Fato.

Torna indietro! Ritorna, oh Ebe! Perché

fuggirmi ora che Autunno mi sovviene?...

 

Ma nel mio cuor v’è un senso così forte,

un sentimento pensieroso e amato,

una speme di Vita che mi tiene:

io per te sfiderò il buio e poi la Morte.

Dipinto di Jean-Louis André Théodore Géricault (1791-1824), Autoritratto, Romanticismo francese, 1820 circa. Olio su Tela. Museo del Louvre, Parigi.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica V Settembre AD MMXXI.

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