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venerdì 11 novembre 2022

XI Novembre

A San Martino già ci si ubriaca

di parole pöetiche e di nebbia.

Ci si confronta con Ebe che serve,

si paragonano i mosti alle rose.

 

A San Martino le foglie pallenti

cadono dentro i mestoli d’argento.

Si assaporano, dunque, anche costoro:

il liquore e il pallore di una foglia.

 

A San Martino con molta tristezza

si contempla la sera, le vendemmie,

ci si sente abbastanza giovanetti;

eppure i fiori dell’Estate dormono.

 

A San Martino si sente che frizza

non solo l’uva ma anche il vento, si ode

nel buio un triste abbaiar di cani,

si vedono i vïali smorti e spogli.

 

A San Martino allor non c’è nessuno

che sia davvero gioioso e felice,

che non abbia compreso che Novembre

è l’ultimo baluardo dei Vivi.

 

Prepariamoci, dunque, a un altro brindisi!

Prepariamoci già a un’ultima Estate!...

Prepariamoci al nuovo inverno, oh amici!

Non c’è seguito all’ultimo liquore…

Non c’è seguito all’ultima vendemmia.

Illustrazione allegorica di Alphonse Maria Mucha (1860-1939), Autunno, Simbolismo boemo, Art Nouveau, Stile Liberty, 1896. Olio su Tavola, Dimensioni sconosciute. Collezione Privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XI Novembre AD MMXXII.

martedì 1 novembre 2022

Canzone Sestina Lirica - Estate di San Martino

Ricordo, quando d’Autunno era il freddo,

quando crescevano funghi, non fiori,

quando le risaie erano mature

non arse, non romite e solitarie

devastate dal Sole, quando io - piccolo -

giravo coperto per la campagna.

 

Ricordo, la tristezza e la campagna

andavano d’accordo, erano al freddo,

e il buio del vespro veniva in un piccolo

attimo, e copriva gli ultimi fiori

col ghiaccio delle sue ombre solitarie,

delle sue forme tremende e mature.

 

Ricordo, come le paglie mature

fosser piene di ragni di campagna,

come fossero meste e solitarie

queste terre autunnali e il cielo freddo,

come sognavo di cogliere fiori,

e ne trovavo soltanto uno piccolo.

 

Ricordo, che il giorno era breve.. e piccolo

fu il Sole sulle pannocchie mature

che i vecchi spigolavano tra i fiori

di ghiaccio nella lor triste campagna,

con i cappotti per vincere il freddo

delle buie vastità solitarie.

 

Ricordo, che le mie ore solitarie

sognavano davvero quasi un piccolo

fiore da togliere al grembo suo freddo,

tra il rosseggiar delle mele mature,

le trebbie rombanti dalla campagna,

i crisantemi, i più tristi dei fiori.

 

Ora l’Autunno è rose, viole e fiori,

fino a sera mi mancan solitarie

brezze di nebbie e la buia mia campagna,

mi manca l’airone con il suo piccolo

affamato tra le stoppie mature,

mi manca di dir stordito “Ho freddo”.

 

Ma quei fiori pur son tristi nel freddo.

Le foglie solitarie di campagna:

un piccolo salto e cadon mature.

Fotografia dell'Autore medesimo, Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Sinfonia di Foglie colorate d'Autunno, Mia Registrata, Lunedì XXXI Ottobre AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì I Novembre AD MMXXII.

lunedì 8 novembre 2021

San Martino MMXXI

Nel dì ultimo d’Estate v’è un sapore

come di caldarroste impallidite,

di stecchi di cannella algida e diaspro-(sangue),

di chiodi di garofano insecchiti,

e di foglie che bruciano; v’è come,

remigante nel cielo, un sentimento

asprigno di vendemmie che tramontano

nel lungo mar delle montagne buie,

e di mosto e di qualche altro Falerno

che fiuta per la terra pien di pioggia,

con quello sguardo dionisiaco e fresco

e con quegli occhi rossi di tramonto

e quel profumo un po’ di Primavera

morta e quei sensi di folle ribelle.

Poi, tutto si fa cupo e tenebroso,

v’è come un senso di melanconia

profonda; e allor, finisce il giorno, e vien

sera e la Vita sembra che si accorci -

ripetutamente infinite fiate -

lungo le dita scialbe delle Erinni,

e muor la gioventù, si ché mi manca

della tua gaiezza il tuo sorriso,

tramontando in cotante ombre e Notte, oh Ebe!

Fotografia dell'Autore stesso, Foglie d'Autunno del Color del Vino, Sabato VI Novembre AD MMXXI.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì VIII Novembre AD MMXXI.

mercoledì 11 novembre 2020

Sonetto - Come M’è cara la Nebbia nel Cuore

Come m’è cara la nebbia nel cuore,

quest’Estate autunnale che su molte

foglie rovina, mentre sulle sciolte

chiome dei monti scivola il liquore

 

dell’ultima vendemmia! Ma un sopore

eterno, intanto, le membra raccolte

della Natura inebria e le mie, folte

sembianze simili a un perduto Amore

 

sul far dell’alba. Ora, la mendicante

bruma selvaggiamente mi rincontra,

e mi rivela il suo occhio di mistero.

 

L’ultima Estate muore spasimante,

donde il tempo mi sfugge e poi s’ammonta

in un cumulo d’ombre e cimitero.

Quadro di Arnold Böcklin (1827-1901), Autoritratto con la Morte che suona il Violino, Simbolismo svizzero-tedesco, 1872.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XI Novembre AD MMXX.

domenica 10 novembre 2019

San Martino

Tu non sai, o mattina, quanta Estate
è rimasta nell'occhio di Novembre,
quando per San Martino una campana
un po' a festa suona;

né quanta resta nel mio cuor, che annebbia
se stesso come fa il ciel nel violato
meriggio. Eppure, adesso, la vendemmia
festeggia il suo raccolto.

Ma io che sono tornato appena adesso
da una processïone, intorno, più
non vedo un'ombra di cotanta Estate,
bensì soltanto nebbie...

nebbioline frammiste a fosche buie,
sotto un nuvolo cupo che non so
se sia di sera o di piova o di neve.

So solo che cammino sulle foglie,
variopinte tinture del Destino.
So che l'airone fa la fame e muore.

So il suono della flebile campana
che è diventato un fucile di caccia,
che il vino rosso è il sangue d'una vittima.

Non ho smesso tuttora di brindare
alla tristezza di questo Novembre!

Hans Andersen Brendekilde, Una Strada in Mezzo al Bosco, Tardo-Romanticismo e Simbolismo danese, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica X del Mese di Novembre AD MMXIX.

sabato 9 novembre 2019

San Martino - Oggi è finita la Vendemmia. Viene

Oggi è finita la vendemmia. Viene
ad annebbiare sugli acini stanchi.
Ma so che il fresco piover del fogliame
non dice ancor le parole del verno.

So anche che la damigiana non tiene
poi quei gran buoni mosti, dove i bianchi
vapor del Sole condensano il rame
del Tramonto rapace, e orrendo eterno.

San Martino, io non so perché mentisci,
a noi balzando una mentita Estate,
mentre piove sul tuo blando liquore.

Ma so che ridi, sogghigni e ferisci,
tra le ciucche ridenti e un po' svampate,
l'inquietante dolor d'un primo Amore.

Enrique Serra y Auque, Vapori e Lettere, Tardo-Romanticismo e Accademismo spagnuolo, 1883

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Sabato IX del Mese di Novembre AD MMXIX.