Ricordo, quando d’Autunno era il freddo,
quando crescevano funghi, non fiori,
quando le risaie erano mature
non arse, non romite e solitarie
devastate dal Sole, quando io - piccolo
-
giravo coperto per la campagna.
Ricordo, la tristezza e la campagna
andavano d’accordo, erano al freddo,
e il buio del vespro veniva in un
piccolo
attimo, e copriva gli ultimi fiori
col ghiaccio delle sue ombre solitarie,
delle sue forme tremende e mature.
Ricordo, come le paglie mature
fosser piene di ragni di campagna,
come fossero meste e solitarie
queste terre autunnali e il cielo
freddo,
come sognavo di cogliere fiori,
e ne trovavo soltanto uno piccolo.
Ricordo, che il giorno era breve.. e
piccolo
fu il Sole sulle pannocchie mature
che i vecchi spigolavano tra i fiori
di ghiaccio nella lor triste campagna,
con i cappotti per vincere il freddo
delle buie vastità solitarie.
Ricordo, che le mie ore solitarie
sognavano davvero quasi un piccolo
fiore da togliere al grembo suo freddo,
tra il rosseggiar delle mele mature,
le trebbie rombanti dalla campagna,
i crisantemi, i più tristi dei fiori.
Ora l’Autunno è rose, viole e fiori,
fino a sera mi mancan solitarie
brezze di nebbie e la buia mia
campagna,
mi manca l’airone con il suo piccolo
affamato tra le stoppie mature,
mi manca di dir stordito “Ho freddo”.
Ma quei fiori pur son tristi nel
freddo.
Le foglie solitarie di campagna:
un piccolo salto e cadon mature.
Fotografia dell'Autore medesimo, Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Sinfonia di Foglie colorate d'Autunno, Mia Registrata, Lunedì XXXI Ottobre AD MMXXII.