crudele, che gli spettri mi ricorda nell'attimo
del suo miserando lume, quando appena... appena nel vedovo
velame di Ecate, comparendo urla:
con la sua voce d'argento, con il freddo canto del suo
cuore, con la mia parola singhiozzata in tanti sospiri
d'attesa.... E so che questa che sovvienmi è l'ora dei Sogni,
che le recondite Furie del sonno
m'attendono invano per ferirmi all'alba che sorge,
quando - con il Sole splendido - del vespro non resta che un osso,
un misero ricordo della Notte trascorsa
distillando i miei Sogni bugiardi.
Di tutto non rimane che il verso di questa Poesia!
August Hagborg, Conversazione sulla Spiaggia, Accademia tedesca, Seconda Metà del Secolo XIX |
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì I del Mese di Agosto AD MMXIX.
Indicazioni tecniche:
RispondiEliminaI Versi I, II, V, VI, VII, IX, X sono Esametri barbari; il Verso XIII (l'ultimo) è Esametro barbaro se non si mette la dieresi in Poesia; i Versi II e XI sono Alessandrini (doppi-settenari); i Versi III e VIII sono Endecasillabi barbari, altrimenti detti, rolliani. Il Verso XII è un comune Endecasillabo italiano con accento sulla quinta sillaba. La presente composizione poetica vuole essere una Sintesi sperimentale della Metrica italiana e della Metrica Classica (in forma "barbara"), nonché di Classicismo, Romanticismo e forme più recenti di Poesia.
Correggo: il Verso II è un Alessandrino, il Verso III è un Esametro.
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