e come mi deste sul volto carezze di gelido
vento, mentre rivolgea il Temporale estivo il suo fosco
sguardo e le sue sì tepidi säette e i suoi tuoni lontani,
dacché forse sognai, bramai udir Valchirie, mie figlie
di nordiche fole! E come voi parlaste ai miei passi,
tra la vagabonda piova che cadde sugli occhi di tante
aguzze pietre, sopra le mute pinete e sulle onde
angosciose dei ponti di legno incostanti sul vacuo
dei baratri profondi! E ora mi rimane nel cuore
il vostro mormorio, le vostre cascate tuonanti,
del Ghiridone il ridente sogghigno selvaggio e sassoso.
Oh! Saluti a te, oh mio Ghiridone, cui l'orizzonte
schiude le sue ale montane sulle valli elvetiche, e cui
l'acqua con le brocche io attinsi! Saluti a voi, laghi argentati
dal Sole dell'Estate... voi, torrenti viscidi... voi
roveti sulle pietraie solitarie e ignude sui vecchi
sentieri sopra i quali camminai frequente pe' boschi
animati d'Agosto!.... E mi prende forte un'insana
doglia: quasi un sentir di nostalgica ombra d'Autunno,
quasi un desio di arrestare l'immenso che scorre nell'attimo
dei Sogni perduti... di un'Estate essa stessa avvinta
dalle fauci della Morte.
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Julius Lange, Un Torrente di Montagna, Accademismo tedesco, Seconda Metà del Secolo XIX |
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì XII del Mese di Agosto AD MMXIX.