Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta Idillio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Idillio. Mostra tutti i post

giovedì 3 ottobre 2019

Un'Elegia a Ebe

Lento s'appresta l'oblio quando il tuo guardar ne' miei sguardi
iri di rapimento mi rivolge. Ma ora che so

quant'è la lontananza che colmano i Sogni fuggevoli,
come un Oceano impetuoso tra terre selvagge, e che pallide

e secche cadon le foglie sulle maschie braccia del nuovo
Ottobre, io di te non vedo più nulla, o un sorriso,

né un'ombra confusa tra le prime nebbie sottili,
tra i lumi della Luna - assente profonda, tra i fili

della piova battente. Ma sovviene presto il Tramonto,
o mia Ebe solitaria, che decreta al Sogno la Morte,

la fine alla vendemmia.

Alfred Elmore, Tanto Rumore per Nulla, Romanticismo inglese, 1846

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì III del Mese di Ottobre AD MMXIX.

martedì 3 settembre 2019

Le Campane

E le campane di mezzogiorno odono
l'eco profonda della loro voce;
mentre io, da qui, con un lieve starnuto,
i miei saluti elevo al nuovo Autunno.
Né mi späurano i tigli che mostrano
le impallidite foglie, né a Settembre
questo senso di indegna nostalgia
che, mietendo, divora i mesti campi
dell'Agosto perduto. 

E so che di codesta Estate a me
non resta che un ossesso raffreddore.

Alois Arnegger, Una Foresta in Autunno, Tardo-Romanticismo austriaco, Fine del Secolo XIX


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di III del Mese di Settembre AD MMXIX.

lunedì 12 agosto 2019

Ricordi di Montagna

E voi, vette tumultuose, come foste a me amate e care,
e come mi deste sul volto carezze di gelido

vento, mentre rivolgea il Temporale estivo il suo fosco
sguardo e le sue sì tepidi säette e i suoi tuoni lontani,

dacché forse sognai, bramai udir Valchirie, mie figlie
di nordiche fole! E come voi parlaste ai miei passi,

tra la vagabonda piova che cadde sugli occhi di tante
aguzze pietre, sopra le mute pinete e sulle onde

angosciose dei ponti di legno incostanti sul vacuo
dei baratri profondi! E ora mi rimane nel cuore

il vostro mormorio, le vostre cascate tuonanti,
del Ghiridone il ridente sogghigno selvaggio e sassoso.

Oh! Saluti a te, oh mio Ghiridone, cui l'orizzonte
schiude le sue ale montane sulle valli elvetiche, e cui

l'acqua con le brocche io attinsi! Saluti a voi, laghi argentati
dal Sole dell'Estate... voi, torrenti viscidi... voi

roveti sulle pietraie solitarie e ignude sui vecchi
sentieri sopra i quali camminai frequente pe' boschi

animati d'Agosto!.... E mi prende forte un'insana
doglia: quasi un sentir di nostalgica ombra d'Autunno,

quasi un desio di arrestare l'immenso che scorre nell'attimo
dei Sogni perduti... di un'Estate essa stessa avvinta

dalle fauci della Morte.

Julius Lange, Un Torrente di Montagna, Accademismo tedesco, Seconda Metà del Secolo XIX


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì XII del Mese di Agosto AD MMXIX.

sabato 3 agosto 2019

È l'Attimo degli ultimi Papaveri

È l'attimo degli ultimi papaveri.
Tu lo sai, Estate! e i tuoi Fati propaghi
verso le soglie smorte dell'Autunno,

've le smeralde tue frasche un dì a stento
si tratterranno nel bacio de' stanchi
rami, dai quai cadran pallide a me...

e parleranno della fredda piova,
e dormiranno avvolte nelle nebbie
senza bevere il mosto dalle vigne.

Così io vedrò campagne ignude e povere,
paglie e covoni sui quali si posano
gracchiando i corvi.... E sovverrà anche il tempo

delle sconvolte brine: la condensa 
dei fuggevoli Sogni e del mio Inverno.

Alois Arnegger, Un Campo di Papaveri, Tardo-Romanticismo austriaco, Inizio del Secolo XX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Sabato III del Mese di Agosto AD MMXIX.


giovedì 1 agosto 2019

Di tutto non rimane che il Verso di questa Poesia

A volte la Luna di Notte mi sembra quasi ombra
crudele, che gli spettri mi ricorda nell'attimo
del suo miserando lume, quando appena... appena nel vedovo
velame di Ecate, comparendo urla:
con la sua voce d'argento, con il freddo canto del suo
cuore, con la mia parola singhiozzata in tanti sospiri
d'attesa.... E so che questa che sovvienmi è l'ora dei Sogni,
che le recondite Furie del sonno
m'attendono invano per ferirmi all'alba che sorge,
quando - con il Sole splendido - del vespro non resta che un osso,
un misero ricordo della Notte trascorsa
distillando i miei Sogni bugiardi.

Di tutto non rimane che il verso di questa Poesia!

August Hagborg, Conversazione sulla Spiaggia, Accademia tedesca, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì I del Mese di Agosto AD MMXIX.


sabato 27 luglio 2019

Strofe saffiche - La Tristezza di un Giorno di Pioggia

Come le lagrime alle guance rosse
d'una piccina vergogna, ora la piova
per le foglie dei salici discende
sotto il mio sguardo;

e, mentre odo le folgori tuonanti,
e il freddo sciabordio delle risaie,
questa Tempesta mi diventa dolce,
più dell'Estate

che il Sole suo disumano a mostrar 
se ne andò. Ma ora, poiché vedo crini
autunnali tra le nuvole del cielo,
e nebbioline

per le lontane montagne, forse, intendo
che manca poco al termine dei mesi
estivi. E so che Agosto, nelle vigne,
prepara ai labbri -

assetati di Gioia - quella mestizia
che è il mosto spumeggiante, il gran compare
riscaldante e gaio per la solitudine
d'altro mio Autunno.

Giuseppe Canella, Küstenlandschaft bei aufgehendem Mond, Romanticismo svizzero, 1840
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Sabato XXVII del Mese di Luglio AD MMXIX.

domenica 7 luglio 2019

A un Tramonto di Luglio

E tu non spremi le tue lagrime aspre,
oh Temporale! Ma solo il solletico
della grandine è dolce al mio sonno,
quando nell’orizzonte splende tacita
la sera. M’è trascorso un altro giorno
con il cuore tormentato dal Sole.
Ma io voglio amare questo luglio, e intorno,
le rose, le campanule e le viole.

Charles Henri Joseph Leickert, Un Mulino a Vento, Tardo-Romanticismo belga, Seconda Metà del Secolo XIX



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica VII del Mese di Luglio AD MMXIX.

venerdì 5 luglio 2019

Non ho, oh Notte, nuove Parole da dirti!

Non ho, oh Notte, nuove Parole da dirti!

Se lentamente sovvieni al meriggio….
Se m’è tristezza il tuo bacio al Tramonto….
Se dei Romantici è ora… ora del Sogno….
Se interpreto i tuoi abbracci visionari….
E il Sole mi si specchia alla finestra
solitaria. Ora l’Estate di Luglio
sibila nella tua sera profonda,
e celermente così si propaga
con l’urlo dei miei lamenti. Non ho,
oh Notte, nuove parole da dirti!

Se l’incanto del sonno mi è molesto….
Se il vento mugge su di me i tuoi brividi….
Se temo la Tempesta che ritarda….
Se naufrago nell’onde d’un Oceäno….
Se tremo ai primi tuoi tuoni…. Non ho,
oh Notte, nuove parole da dirti!

Joseph Farquharson, Scene di Scozia, Tardo-Romanticismo scozzese, Seconda Metà del XIX Secolo



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Venerdì V del Mese di Luglio AD MMXIX.

venerdì 21 giugno 2019

Buio

Minacciano le nubi il Temporale.
E intorno, per la campagna, risuona
un urlo prepotente, ira del corvo.

Anche il meriggio mi si è fatto triste,
m’è morto il Sole della nuova Estate.

Francis Danby, Un Naufragio, Tardo-Romanticismo irlandese, Seconda Metà del Secolo XIX



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Venerdì XXI del Mese di Giugno AD MMXIX.

giovedì 20 giugno 2019

Infanzia

Com’era dolce il canto delle raganelle quand’ero
piccolo! Lungo le calde risaie,
per le strade sassose che passan tra i campi, nell’onde
astrifiammanti al prepotente Sole!
E ora quel canto non esiste più,
né lo sento nel cuor della campagna.
Ma solo un caldo opprimente di fuoco,
dalle nascenti spighe l’assillo di un corvo che pigola
urli di immensa e cruda solitudine.
Com’era dolce la mia infanzia!

Johan Christoffer Boklund, Una Vacanza in Barca, Tardo-Romanticismo danese, Seconda Metà del Secolo XIX



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì XX del Mese di Giugno AD MMXIX.

mercoledì 8 maggio 2019

MELANCONIA

I. Piove ancora sui prati delle flave
ombre di rose. Annegano gli stami
nelle lagrime dei miei occhi funesti.

II. E mi sembra d'Autunno questo vespero
buio.... Mi sembra di un Maggio trapassato
il freddo che odio, la piova sui fiori.

III. Ma anche il Dolor m'è caro in tanta angoscia;
e nel sentir lontano delle nascite
nuove, sovvienmi il Rosario a cullare
quest'Anima rapita da un sublime
sentir d'Iddio.

Herbert James Drapper, Siegfried dinnanzi a Brunnhilde dormiente, Simbolismo inglese, Seconda Metà del Secolo XIX


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Mercoledì VIII del Mese di Maggio AD MMXIX.

martedì 7 maggio 2019

L'ANIMA DEL DESERTO

Taci tu, eremo... oh solitaria sera,
con queste dune di illusioni e pianti,
e questo torvo sguardo non sì quieto
dell'eterne sventure! Né puoi offrire
i miei Sogni più nuovi alle tue schiave
ambasce, o alle tue terre di sì buie
ragne avvolte.... Né tu puoi sempre osare
di mentirmi parole di mïele,
o baciare il mio volto assente e imbelle
sotto gli stral della tua Luna amara.

Johann Heinrich Füssli, L'Incubo, Pre-Romanticismo svizzero e inglese, 1781.


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì VII del Mese di Maggio AD MMXIX.

domenica 18 novembre 2018

Il Tramonto d'una Domenica d'Autunno

Tramonto

Oh Tramonto!.... Tramonto!.... Della sera
pallido annunzio... pallida quiete
del meriggio; del vespro eterno incanto
di profonda mestizia!
Oh Tramonto!.... Tramonto!.... Mancan pochi
attimi al tuo sovvenir nuovo! E il Sole
si addormenta leggero; e il cielo è triste.
Oh Tramonto!.... Tramonto!
Dei segreti notturni mio custode,
guardiano de' i Sogni ripetuti,
della Notte singulto di terrore
disumano e feroce,
lagrima mia che scende e che distoglie
lo sguardo dalle foglie che precipitano
con vergognoso chiasso palpitato
dalla lor timidezza!
Oh Tramonto!.... Tramonto!  Delle estive
tife riposo, sonno delle ripe,
pallida cera di pallido cielo
dove tutte le mie ombre
si sfumano e si sperdono in un'unica
nera sembianza: la Notte che viene,
la nebbia che governa e che si espande...
la mia Notte profonda!

John Atkinson Grimshaw, Tramonto di Campagna, Tardo-Romanticismo inglese, Fine Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XVIII del Mese di Novembre dell'Anno del Signor Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

L'Ora del Tè

Viene il morente meriggio che ride.
Vedo le nebbie salire d'intorno.
Sento la sera che chiama il mio nome.

L'immane corpo dell'Autunno or schiude,
anzi, spalanca le fauci sue crude;
e brividi mi infonde col suo vento.

Scorgo i camini che fumano a' nuvoli,
l'odore annuso del legno bruciato.
Tutto s'abbuia tra i campi che dormono.

E il Tramonto mi copre del suo Sole
che debilmente muore, ergendo rosei
petali della sofferenza sua ultima.

Nel gelo della sera allor mi scaldo
bevendo un Tè che vien dall'India ardente.

James Tissot, L'Ora del Tè, Accademismo francese, Fine del Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XVIII del Mese di Novembre dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

La Fuga dell'Autunno

Cupo è il meriggio. La nebbia è più cupa.
Inganno è il Sole, profonda menzogna
di un mite giorno d'Autunno inoltrato.

Eppur, ieri soltanto era l'Estate.
Era la Gioia, l'incanto della Luna,
dei ricordi, dei Sogni. Era la Vita.

Passa veloce l'Agosto, e con sé
trascina Ottobre, il figliuol vendemmiante 
che, come me, vuol fare colpo su Ebe.

Resta il nevischio che piove il mattino,
la brina sulle foglie irrigidite
dalla caduta. Novembre è Re eterno.

Rimane che fra poco vien Natale...
e dianzi al mio cuor starà un altro inverno.

Scuola russa dei Peredvizhniki (I Vaganti), Autunno, Tardo-Romanticismo russo, Fine Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XVIII del Mese di Novembre dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

Anacreontica Ebe

Ebe! Non siamo che foglie di mosto
spumanti ne' torrenti della Vita
che sovente ci illude e ci dispera.

Così è la mano del Destino che erge
alla sera i bicchieri dove viviamo:
mano robusta... empia... fatta di vento,

man che ha piacere a seguire le voci
delle rune tacenti... man tremenda
d'un labbro che ci sorseggia in gran quiete.

Sì, Ebe!.... Qui siamo i sòliti figliuoli
delle tue illusioni di vendemmia,
che co' i Titani patteggiano segreti.

Ma almeno co' il tuo vino non dimentichi
di far la danza per noi che moriamo.

Otto Pilny, Una Danzatrice del Deserto, Tardo-Romanticismo svizzero, Fine Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XVIII del Mese di Novembre dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

Le Rune della Notte

Oh rune vagabonde della Notte!
Così svelte venite a coglier le ombre
del giorno! e nebbie date a queste terre!

La Natura vi ha scritti i vaticini
di questo cambiar di stagioni spente
che sempre si rinnovano e defungono,

che ritornano eterne, belle come
erano prima di posar su' i funebri
letti del sonno lor, finto perpetuo.

Ma io, a voi dinnanzi, mestizie catturo
e noie perenni, e tremebonde lagrime,
e irripetibili oscuri tormenti;

donde alla fine il lume del Tramonto
mi seppellisce nel suo oblio di Morte.

Andreas Achenbach, Le Coste di Capri, Tardo-Romanticismo fiammingo, Fine del Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XVIII del Mese di Novembre dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

La Messa

Imman fortezza è il Signor nostro Iddio.
Squilla, Domenica, i bronzi delle chiese,
dove risuona l'eco della Notte!

Ma a mezzogiorno le vetrate gotiche
possono forse rifletter la Luna
che presto giungerà a illuminar le ombre?....

Ma tra le fiamme delle mie candele
è già il buio a imporre il suo regno tacente?
E si traveste da Mostro l'altare!

Il Sole, infatti, decade e si spegne.
Il giorno è troppo breve per pregare
senza paura della sera oscura.

Non so più quale Gioia la Messa evoca.
Su un legno io vedo solo un Uom che muore.

Adolf Humborg, La Cucina dei Frati, Accademismo satirico tedesco, Fine del XIX Secolo
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XVIII del Mese di Novembre dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

venerdì 5 ottobre 2018

Il Lamento dell'Airone solitario

Oh come solitaria è la campagna!
Come dormono i campi appen mietuti!
Come il silenzio profondamente urla
nell'eco alterna di muti singhiozzi
da' boschi, dal ruscello, e dall'Arbogna
di fuggevoli rondini e pettirossi!....
Fuggite, oh voi! declamo, verso l'Africa
e gli eremi selvaggi, oh viaggiatori
delle vette più incognite del cielo...
fuggite! e qui lasciatemi così
mutevolmente solitario e mesto,
talvolta desiderato da' Sogni!
Lasciate la mia povera ombra oscura;
e far memoria non osate, oh piume,
di me, del pianto che sotto di voi
sovente esprimo, le làgrime amare
a stento trattenendo! E mentre errando
scorro nel regno vostro di rami e ale,
la Gioia cercando per gli stagni ornati
di cotante appassite e vecchie tife
e remiganti ninfee naufraganti
nel mio occhio avvezzo all'Autunno ruggente,
e mentre chieggo al Fato un po' di pièta,
a esser meco men crudel e men tremendo,
e mentre Sogno, oh! trattenetemi, Anime
vagabonde, nel flebile tramonto
a cui cantate, perché io possa a voi essere
testimone del vostro sonnecchiante
ultimo sonno in codeste pianure,
come voi siete ombre sopra la mia
solitudine odiata! E maledite
il mio Destino! Fate che sia mònito
a' Sognatori! E poi volate via!....
Oh come solitario m'è rimasto
dipinto con il sangue della sera
e della Notte con l'inchiostro amaro
del vecchio iris il mio campo preferito!
Come dure mi sono e ben sgradevoli
le stoppie del granoturco, e le ripe,
e le risaie prosciugate e mietute,
le quali si riposano attendendo
un lontano versorio di fatica
e di tormento! Come invecchio agli occhi
d'una mai colta Vita! E come tremo!....
Io... al centro delle fanghiglie... io, al centro
d'un campo, con il becco vergognoso
nascosto nelle mie ale... io solitario
nel vacuo spazio d'immane orizzonte...
con le zampe affogate in freddo fango...
io, che sento d'intorno rimbombar
gli ultimi spari della nuova caccia....
Oh! Potessero almeno seppellirmi
le tue mani, oh Gioia, che m'ignori e taci,
quando diman troverai camminando
un airone defunto, il cui sembiante
muta canzone ne canta per te!
O potesse un tuo bacio ridonarmi
quella Vita che questo oscuro Autunno
con i miei Sogni m'ha portato via!....
Ma la Notte sovviene... urla... ed è truce!
La Notte mi divora.

Marcus Stone, Luna di Miele, Tardo-Romanticismo e Simbolismo inglese, Seconda Metà del XIX Secolo


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Venerdì V del Mese di Ottobre dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

lunedì 1 ottobre 2018

Luci del Tramonto - Sogno autunnale d'una Gioia di Vita

Melancònica e mesta mi par questa
sera; e il Tramonto co' suoi lumicini
che da lungi, da' i campi, ne sovvèngono
e da' paesi, e questa vampa rosea
che conferma del giorno il bel defùngere,
e questi oscuri muri e i tanti boschi
al par di lei una mestizia profonda
mi gridano; onde non so se l'eterno
alternàrsi di giorni e notti e aurore
non sia altro forse che un dolente mònito
di vacue cure, e vane spemi, e alterni
sì disillusi Sogni... se il furioso
Sentimento del cuor non sia altro che ombra
d'un mutèvole lume di ossa e Fato,
di Luna e Sole, a' predestinazione
incerta scosso dagli illusi corsi
della mia Vita. Ma intendo che questi
lumi del vèspero autunnale e il lor
rivèrbero irriverente su' miei occhi,
e il gelido orizzonte alluminato
per le finestre lontane, e il sussuro
rombante dei trebbiatori notturni,
pur nella nostalgia che essi mi pròvocano,
alfìn, mi danno pace. E mentre in fondo
all'ossa il primo gelo assorbo, io quella
finestra ambita vado ripensando
che la Gioia cela; e giungendo sott'essa
che è chiusa osservo, e che un dèbile lume
da lei proviene. E fuòr non v'è la Luna,
né astro che splende... e meco v'è la prima
nebbia. Così le lampe della via
s'accèndono. Ma da quella finestra
si spegne il lume. Mi sovviene un'ombra.
Mi guarda. Attende. Non scorgo il suo volto,
se rida, o pianga, o se stia incollerita.
Allora ascolto una chiave che chiude
la dolce porta... un'assenza pungente
il Desiderio a ferìr impetuosa
e cieca. Ascolto il latrato d'un cane
cui altri Cèrberi dìcon le stesse urla.
Ascolto fàrsi silenzio da' i campi,
l'ultimo volo dell'airone bianco,
il gridàr primo d'una truce nòttola,
i passi scossi dell'ultime vecchie
che vanno a cena. Ascolto il fruscìo ardente
delle lampade. Continua a guardàrmi!
Un'ombra che trapassa nella Notte,
che si confonde nelle fredde tènebre...
è un'ombra che mi guarda e poi svanisce.
Così lungo le vie de' Sogni muore
in tanta Notte, in molti ambrati lumi
l'ultima speme del mio cuor. E l'alba
verrà a darmi un dolore che è infinito.
Perdònami, oh Gioia, il gran silenzio!... àmami!

Marcus Stone, Merried for Love, Tardo-Romanticismo e Simbolismo inglese, 1881


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì I del Mese di Ottobre dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

domenica 23 settembre 2018

Idillio funebre e patetico d'Esequie all'Estate e d'Addio alla Gioia

Addio, giorno d'Estate estremo, che ombre
fuggèvoli e confuse, ombre stridenti
e spettri di soleggiate scogliere
dal màr riporti, e da' monti i lamenti
nell'eco mia indisposta e sovrumana
dei ruscelletti su cui ebbi ristoro
con le rùvide pietre e con i boschi
dal baldo Sole iniquo!
Addio, dorati campi, là percorsi
a cercàr uno sguardo di mia Gioia, 
ad attèndere forse un non costretto
appuntamento di segrete cure...
addio, campi, romìti e solitari,
e ora mietuti, sotto i miei occhi tìmidi...
ora calpesti da insani stivali, e
minacciati da falci... e fuoco e fango,
sotto il pallente Sole!
Addio, mùrmure estivo di te, Arbogna,
cui sempre ti si affacciava la Luna
nell'àttimo dov'io condividevo
a' le vie e a' tigli que' miei trobadòrici
Sogni di gaia e notturna e attesa aurora,
Sogni frementi e ripetuti e gai
a questa brama di volèr un guardo
di gaudio Sole...
di sì perduto Sole!
Addio, voi, cui nel vespro ripetevo
un giuramento arcano "Verrò!", mentre
nel vostro cuore gemente tacevo;
e cui ora imploro: "Riportàtemi, ombre,
la Gioia da cui tremendo immane Ocèano
mi separa!". Addio, oh Sole!
Addio, acerbi vigneti d'in su' i calli
maturandi d'un'Ebe ancora spoglia,
oh vergognosa, timidìssima Ebe!
che da' il carro solare vesti chiede
a Giove per ricovrìr le vergogne
e il ventre e i seni; a me contesa questa
diva coppiera dal labbro ridente
pe' i più divi convivi ove conteso
m'è Bacco, il giocoliere degli Dei,
dal Destino e dal Sole!
Addio, gustoso timo, un dì bevuto
da' labbra mie per le balze di valli,
al servizièvole àëre del Toce...
all'agèvole grido de' i torrenti...
all'incanto di vette tempestose,
addio! timo addolcito da bei fiòr...
tu, che invitante fosti al sonno e al rènder
de' i Sogni, e che là, io raccolsi, le vìpere
disfidando e il bel Sole!
Addio, tu, che so... che fingo tu legga,
che fingi su me affìggere il tuo sguardo,
Gioia... Gioia di Vita, a scàpito nascosta
della mia quèstua profana e tacente
di sacro chiasso e di baccanti grida
indarne... tu, che vagolando a' sera
mi scorgi, e che nel frattempo altri mari
varchi lontani... tu, perennemente
divisa da me per volèr del Fato,
addio! Addio, Gioia, femminile compagna
di sognatori e di viandanti e d'èremi
composti dalle sabbie degli illusi,
fèmmina desiderata dal cuore...
addio, mia Gioia! Addio, oh Sole!


Arthur Hughes ,La Belle Dame sans merci, Tardo-Romanticismo e Simbolismo inglese, 1863


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Sabato XXII del Mese di Settembre dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

mercoledì 5 settembre 2018

I Desideri di Settembre


Oh Settembre!... Settembre, mio soffrente
mese d'Autunno, e prima nebbiolina -
amica cupa della mia campagna -
e fresca piova...
e gèlida mattina e mite fiòr
del pomeriggio...
oh Settembre, che vesti i tuoi tristi occhi
con i ricordi impalliditi e secchi
di tante foglie e de' i miei giorni estivi,
e che ferocemente a guerra muovi
vèr i resti di Agosto...
contro il Sole spumante come màr
di dolci e caldi strali e di piacèr
focosi e immani...
e che mi pingi irrequieto e assonnato
una Natura dormiente e assassina
di se medesma,
assassina del cielo e delle nùvole,
e degli stagni, e de' i torrenti... e poi
di me... di me, misèrrimo Poeta,
e uomo, e fango e terra;
e che mi culli con il tuo leggero
vento quando mi siedo, e penso, e scrivo,
e sogno.... Oh mio Settembre!
Come vorrei che a'i pròssimi tripùdi
delle vendemmie e del frizzante mosto...
come vorrei sognare, e vìver... come
bramerei non scoprìrmi solitario
e vagabondo
nel prènder e sgranàr gli àcini d'uva...
come vorrei che fosse con me questa
ambita Gioia perduta e declamata
con differenti nomi di miei Sogni...
come vorrei gustarmi questo Autunno
bevèndolo con lei da un solo càlice
di Ebe e di Vita,
inno a' la festa de'i vignài incantati
da' tralci, e delle ròndini che vòlano
lontano... e vanno... e vanno;
e come vorrei udìr
un àlito suo, un suo detto e ascoltàr
le sue mani, e il suo labbro,
e pèrdermi in un Sogno in divenire!....
Oh Settembre! Oh Settembre... così bello
e pièn di melanconìa furibonda...
mio Settembre! vièn l'ora
di lasciare dormìr anche Natura...
vièn l'ora di confòndermi
ne' suoi bei Sogni!
L'ora di scègliere o Vita o la Morte!

John Samuel Raven, Rooks Parliament, Tardo-Romanticismo inglese, Seconda Metà del XIX Secolo


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì IV del Mese di Settembre dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

sabato 18 agosto 2018

Un Cuore. Mare di Desideri

Oh cuore vagabondo, taci! oh cuòr
che ti rivèrberi a' le vie più cupe
de' i tuoi desìi,
taci! oh mio cuore pallente che urli e soffri
esterrefatto e attònito e che in Notte
profonda sogni,
taci! oh pìccolo mio cuòr insignìto
delle mie colpe e di mie brame occulte,
e lamentose foschìe di perduti,
interminati voleri e di aspre ombre,
taci! e accogli il silenzio
della tua pena, del rimorso tuo,
de' i tuoi delitti eterei e di tua angoscia...
taci! mìsero, frantumato cuore,
non altro che ombra di te stesso... tu,
che non sai esprìmere 
quello che senti e che la fresca sera
t'infonde... tu, cuoricino vigliacco,
e codardo e tremante e vile, taci!....
Taci, e non fàr il pellegrino ancora
per i vàlichi immensi del tuo Sogno...
non prèmere le terre che t'insìdiano
con danze menzognere,
con i tripudi di ùgole assetate
del fuoco del tuo sangue immondo e crudo...
non infràngere il Fato, il tuo divieto
d'Amore!.... Taci!....
Taci... e non seppellire l'alba che alza
il suo Sole a bruciare il dolce regno
de' i Sogni; e a' questi caldi strali e accesi,
i tuoi deliri festanti e piangenti...
i tuoi dolori...
taci! e non sognàr mai più!


Edward Frederick Brewtnall, Visit to the Witch, Tardo-Romanticismo inglese, 1882


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Mercoledì XV del Mese di Agosto dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

mercoledì 15 agosto 2018

Mancanza e Desiderio di Gioia perduta

Verrò... ma non così, là, al tuo verone,
non durante le folli libazioni
della sera... non lì, a cercàr la Luna,
non qui, nelle ombre tripudianti e vaste
del Tramonto... oh! bellìssimo Tramonto!
non ne' i profondi Misteri del tuo
cuore, non nel suo Sogno, né nel mio,
non in ciò che prosegue al bel Crepùscolo,
non nel fiore dell'alba,
nel favillante lamento de' i grilli,
non nella culla d'un sonno recìproco,
non nel nuovo mattino.
Verrò... ma non quest'oggi, né domani,
non di fronte al mattone del tuo covo,
o per la via, o per la brusca campagna,
non a gridare che Ebe versa a' nuova
aurora, quasi a sbagliàr, la rugiada...
la rugiada melliflua
che il vigòr ti ridà come alle rose...
non nel meriggio.
Verrò... ma so che tu no! no!... non conti
né conterai i miei passi, non darai
un colpo d'occhio al mio sguardo piangente...
non vorrai darmi il pegno d'una pena
più mite.... E io or l'espìo, espìo il mio Fato,
il mio Destino di sì intramontàbili
truci silenzi... l'espìo per te, e taci!...
Taci... e mi chiami colpèvole, e mi urli
l'eternità di uno scempio crudele...
e io l'espìo... e non lo sai.
Verrò... e sarà un bel Sogno disilluso
tripudiàr con le tue braccia al mio collo,
e riversare nei quieti rivèrberi
della Luna bagliori di serena
Notte, e giàmbici baci per il tempo
d'un nòbil canto il cui Destino è scritto,
sogghigna "Non esiste!".... Non esiste
cotanto Sogno.... Non esiste! E taci.
Taci e non sai.
Verrò... ma non adesso, non nell'afa
notturna di quest'Estate di stenti...
non nel tuo sonno, a rapìr, a ghermìrti
il sognàr blando del tuo corpo amato,
e della tua Anima il terreo respiro...
non nell'àttimo in cui so che cammini...
non nel tuo cuore.
Ma è così che ho perduta te, oh Gioia mia!

George Edward Robertson, The Lady of Shallott, Tardo-Romanticismo e Simbolismo inglese, 1900



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì XIV del Mese di Agosto dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

lunedì 13 agosto 2018

San Lorenzo

Mi fa paura il cièl che tra le cime
me stesso seppellisce nel suo ventre,
e che, notturno e oscuro, e folle e tetro,
la valle mi ricopre e l'orizzonte
amato, e i terrei sentieri che orditi
in sasso vanno in alto.
Mi fa paura il volto suo sublime
che mill'occhi di stelle or mostra, e mentre
muore la Luna, appoggia il suo ferètro
a ogni vàlico orrendo, a' ombre, e a ogni monte,
invincìbile come i prodi avìti
che fan ronda a uno spalto.
Mi fa paura il cièl che di astri è pieno
e brilla, e che l'assente Luna mostra
tra l'ombre, e che possente ovunque s'erge
a ricovrìr i monti e che, nel cuòr
della Notte, sussurra antichi Sogni,
e vecchie cere.
Mi fa paura il guardo suo che, a meno
di tintinnanti scie di stelle, accosta
agli occhi miei un Mistèr bruto, e che immerge
la Vita mia in un'angoscia di dolòr,
e di patìr insulso.... E non vergogni
tu, oh cièl, co'  le tue sere?....
Mi fa paura questa via lontana...
lontana di cadenti stelle d'oro,
e che io scorgo avvenìr d'in su' il Gridone,
e che mi schiaccia all'eterno disòrdine
della Natura, e del suo cosmo spento... e,
dove son io?
Ombra di ombre tra spettri di orma vana,
come un Arabo errante a un sicomoro,
vagabondo mi pingo e mesto, e a' prone
mani procedo.
Come una stella io sòn preda del vento,
sòn vìttima d'Iddio!

Joseph Mallord William Turner, Una Notte di Tempesta, Romanticismo inglese, Prima Metà del Secolo XIX


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì XIII del Mese di Agosto dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.