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lunedì 13 agosto 2018

San Lorenzo

Mi fa paura il cièl che tra le cime
me stesso seppellisce nel suo ventre,
e che, notturno e oscuro, e folle e tetro,
la valle mi ricopre e l'orizzonte
amato, e i terrei sentieri che orditi
in sasso vanno in alto.
Mi fa paura il volto suo sublime
che mill'occhi di stelle or mostra, e mentre
muore la Luna, appoggia il suo ferètro
a ogni vàlico orrendo, a' ombre, e a ogni monte,
invincìbile come i prodi avìti
che fan ronda a uno spalto.
Mi fa paura il cièl che di astri è pieno
e brilla, e che l'assente Luna mostra
tra l'ombre, e che possente ovunque s'erge
a ricovrìr i monti e che, nel cuòr
della Notte, sussurra antichi Sogni,
e vecchie cere.
Mi fa paura il guardo suo che, a meno
di tintinnanti scie di stelle, accosta
agli occhi miei un Mistèr bruto, e che immerge
la Vita mia in un'angoscia di dolòr,
e di patìr insulso.... E non vergogni
tu, oh cièl, co'  le tue sere?....
Mi fa paura questa via lontana...
lontana di cadenti stelle d'oro,
e che io scorgo avvenìr d'in su' il Gridone,
e che mi schiaccia all'eterno disòrdine
della Natura, e del suo cosmo spento... e,
dove son io?
Ombra di ombre tra spettri di orma vana,
come un Arabo errante a un sicomoro,
vagabondo mi pingo e mesto, e a' prone
mani procedo.
Come una stella io sòn preda del vento,
sòn vìttima d'Iddio!

Joseph Mallord William Turner, Una Notte di Tempesta, Romanticismo inglese, Prima Metà del Secolo XIX


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì XIII del Mese di Agosto dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.