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venerdì 21 giugno 2019

Elegia a Ebe nel primo Attimo di nuova Estate

Così risplende il primo dì d’Estate; e l’ombre men cupe
di sotto il Sole si fanno, mentre - intorno - i campi maturano

lievemente. Ma tu, Ebe, che i fluenti capei abbronzi al timido
sguardo di queste nuvole - assolate, forse il tuo gaio

cuore non fai partecipe di questi tepori possenti.
Ma attendi gli attimi esausti del prossimo Autunno, e sul mare

e sulla terra, e nella tremolante Luna che a Ecate
muove il fascino suo, tu mi dici tristi sussurri… e

in tanta solitudine - immensa e crudele mi gridi
l’assenza del tuo mosto e d’Urania, l’assenza di Erato.

Hans Zatzka, Una Serenata alla Luna, Simbolismo e Accademismo austriaco, Inizi del XX Secolo



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Venerdì XXI del Mese di Giugno AD MMXIX.

giovedì 20 giugno 2019

Insonnia

Oh profonda, empia insonnia! Dei Sogni sei tu la rapace
unghia di colui che sogna vegliando e soffrendo nel buio!

Né ti placa la salvia, soporifera ellera che erge
da queste lomelline terre il dolce suo volto ambito;

né ti culla questo palpito fugace di un’ora che passa,
per sua Natura, breve. Oh profonda insonnia del cuore!

E questa Notte selvaggia di una Luna timida e muta
ridesta le canzoni - d’intorno - di doglie e di bardi.

Julius Sergius von Klever, Una Slitta nella Tormenta, Tardo-Romanticismo lituana, Seconda Metà del XIX Secolo



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì XX del Mese di Giugno AD MMXIX.

Infanzia

Com’era dolce il canto delle raganelle quand’ero
piccolo! Lungo le calde risaie,
per le strade sassose che passan tra i campi, nell’onde
astrifiammanti al prepotente Sole!
E ora quel canto non esiste più,
né lo sento nel cuor della campagna.
Ma solo un caldo opprimente di fuoco,
dalle nascenti spighe l’assillo di un corvo che pigola
urli di immensa e cruda solitudine.
Com’era dolce la mia infanzia!

Johan Christoffer Boklund, Una Vacanza in Barca, Tardo-Romanticismo danese, Seconda Metà del Secolo XIX



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì XX del Mese di Giugno AD MMXIX.

martedì 18 giugno 2019

Attimi d'Estate

Fa caldo. Non riposo. Non ti penso,
oh sussegguirsi di irridenti Sogni!
Né m’è dolce l’olezzo delle pèrische,
oltre i recinti, bruciate dall’aëre;
né questo arcigno profumar di rose,
e questi canti di vagabonde ale,
o quei scialbi viator dei mar lontani,
gli albatri, i quai, si sollevano altrove,
oltre le bianche vele. Né mi è caro
questo tempo che scorre lento prima
di sera.
E m’è noia questo Sole che arde il gleso
del grano, uggia di Fato, è la mia Estate.

Hermann David Salomon Corrodi, Oasi, Orientalismo germanico, Seconda Metà del Secolo XIX



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì XVIII del Mese di Giugno AD MMXIX.

lunedì 17 giugno 2019

XVIII Giugno MMDCCCXV

Cozzavano sui ferri, le une contro l’altre le lame
selvagge; marciavano i fulgenti cimieri. Nell’else

brandite l’inassopito certame infuriava pei campi.
Da una parte, l’eterno crudele avversario, del Dèmone

figlio, prole di Marte, Napoleone, truce nel guardo,
dall’altra, il prode Inglese, memore ora forse del mare

natìo, il pèlago d’Irlanda – ei! che un dì giurava siccome
un cavaliere, far vinta la masnada arcigna del baldo

rivale. Ma negli attimi furenti del ghigno pugnace,
urla di vedove ergevano le loro lagnanze nostalgiche,

le làgrime amare, nate dalla schiatta di Andromaca;
né le ultime lettere potevano andar a lenire

i profondi dolori degli addii gridati dai Morti,
né il sangue copioso di viscere oscene e consunte.

Oh profonda viltà dei guerrieri a Morte dannati,
d’ambo le schiere, a profani crudel sagrifizi le vittime

segnate dai folli vaticini d’empia Ragione!
Oh menzogna dei Lumi, figliuol di Lucifero, il bieco

Titano ribelle, di sì più mentite lucerne
il malvagio portatore beffardo, dond’è scritto in fiamme

il Destino dei prodi di questa campagna fiamminga,
laddove il campo non vuol altro che aspro sangue da bevere,

poiché il frumento, dorato… risplendente gleso di spighe
in queste belghe lande diggià ha offerto tanti sospiri

di Vita. E Buonaparte qui furiosamente procede,
baldo delle sue Vittorie, dei memori lauri d’Europa…

e scàgliasi furibondo sulle ostili scolte dai fulvi
drappi di guerra. Né ode sacra pièta o senso di Fede,

ma d’Albïone il Leon vincer brama, e far di sua Gloria
un nuovo Iddio all’europee sì domate genti. Ora osserva.

Allora scendon copiose le lagrime amare di un’alta gioia,
corre agli ellenici miti l’indomàbil tetro pensiero;

e ripete nel cuore tenebrosi detti di Bibbia:
“Io sono Prometeo!.... Io sono Apollèön!”…. E ride.

Ma già l’offeso Nume, suo superno Genio, altro Fato
ha deciso… e gli prepara lo scorno che un dì ebbe sui campi

dei Franchi, Attila, l’Unno… l’amara sconfitta del Barbaro
infame. Esanime Sorte, costui andrà a remar per i mari

lontani dell’Africa!.... Il Fato si beffa dei prodi,
il Destino degli Eroi…. Iddio fa giustizia dei Miseri.

E venne il giorno oscuro di un massacro orrendo e brutale.
E la terra ha pietà di cotanto sangue bevuto!

Robert Alexander Hillingford, Sir Arthur Colley Wellesley di Wellington a Waterloo, Romanticismo patriottico inglese, Prima Metà del Secolo XIX



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XVI, in Dì di Lunedì del Mese di Giugno AD MMXIX.

sabato 1 giugno 2019

SONETTI DI UN DOLCE STIL-NOVO DEL NOSTRO SECOLO - LA GIOIA DI VIVERE

Dolce Stil-Novo MMXIX - Era la Neve falba, e il Ciel di Festa

Era la neve falba, e il ciel di festa.
Mio inchiostro ardea di scriver sì cortese,
e il mio cuor sognava quel che era palese,
l'Amor che il senno cava da ogni testa.

Amor, non sai, oh Amor, qual tu se' Tempesta,
ché di menzogne vivi e d'altre attese,
dacché fiamma diventi anche in quel mese
che abbraccia la tormenta più funesta.

Allor tu taci; è tacer d'una donna,
che de' segreti duol reietta il fuoco,
come svanir di Sogno in presta aurora....

E bei capei, e svolazzar d'una gonna
così spariscono e valgon sì poco,
e m'è velen crudel che m'addolora.

Dolce Stil-Novo MMXIX - Fu il Cuor suo silenzioso; e il Verno affranto

Fu il cuor suo silenzioso; e il verno affranto
de' suoi silenzi mi portò il dolore,
sicché per lei discese un giorno il pianto.
Pur del mio Sogno il sonnolente umore

mai si conciliò a questa pena; e tanto
crebbe ei che si finì a venir rancore.
Ma nel tramontar del Sol d'amaranto,
siffatto maggio, mi ritorna Amore.

Amai! gai a questo cuor i Sogni belli,
ché tornano costor in questa gioia,
qual d'empio il ghigno, e di vil Primavera.

Ma a volar lungi son i suoi capelli,
che il vento lieve le carezza e ingoia.
E mia è - e resta - la solitaria sera.

Dolce Stil-Novo MMXIX - Sentìa il suo Cuor trillar dell'Arpa il Suono

Sentìa il suo cuor trillar dell'arpa il suono,
né l'ombra mia avvistò nel bosco.... Ode
d'ignoto Amor le colse il muto tuono,
che della Notte mia era e fu la frode;

dacché al petto mio in cape il gran frastuono
de' Sogni avevo, sì come 'l corrode
l'oscuro incubo e sua Notte. E io or sono
del suo silenzio oppresso, ond'ella 'l gode.

Né mai si vide fanciulla il suo niego
palesar sì a un Trovator vagabondo,
donde fu vano ogni mio cenno o priego.

Né or m'è più quieto il suo negar immondo,
il qual sull'arpa rea io declamo e spiego,
ratto ancor da un Amor ch'è furibondo.

Edmund Blair-Leighton, Tristano e Isotta, Tardo-Romanticismo inglese, Seconda Metà del Secolo XIX


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì XXX del Mese di Maggio AD MMXIX.

mercoledì 8 maggio 2019

MELANCONIA

I. Piove ancora sui prati delle flave
ombre di rose. Annegano gli stami
nelle lagrime dei miei occhi funesti.

II. E mi sembra d'Autunno questo vespero
buio.... Mi sembra di un Maggio trapassato
il freddo che odio, la piova sui fiori.

III. Ma anche il Dolor m'è caro in tanta angoscia;
e nel sentir lontano delle nascite
nuove, sovvienmi il Rosario a cullare
quest'Anima rapita da un sublime
sentir d'Iddio.

Herbert James Drapper, Siegfried dinnanzi a Brunnhilde dormiente, Simbolismo inglese, Seconda Metà del Secolo XIX


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Mercoledì VIII del Mese di Maggio AD MMXIX.

martedì 7 maggio 2019

L'ANIMA DEL DESERTO

Taci tu, eremo... oh solitaria sera,
con queste dune di illusioni e pianti,
e questo torvo sguardo non sì quieto
dell'eterne sventure! Né puoi offrire
i miei Sogni più nuovi alle tue schiave
ambasce, o alle tue terre di sì buie
ragne avvolte.... Né tu puoi sempre osare
di mentirmi parole di mïele,
o baciare il mio volto assente e imbelle
sotto gli stral della tua Luna amara.

Johann Heinrich Füssli, L'Incubo, Pre-Romanticismo svizzero e inglese, 1781.


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì VII del Mese di Maggio AD MMXIX.

UN ATTIMO NELLA SERA

Oh sera! così presto vieni a far
crucir le rane, i grilli sotto i miei
lagrimanti occhi!....
Oh mia sepolta, tu... - oh ombra di Vita,
inascoltata impronta di un Tramonto
fremente! così svelta mi colpisci
nel tuo meriggio lontano che muor!
Né la tua Luna m'è quiete, né il sonno
m'allumina le labbra di un profondo
ristoro; né la terra si apre, annera,
per inghiottire i miei Sogni dolenti:
il mio maggio, la mia aspra Primavera.

Eduard Dantan, Il Tempo scorre e svanisce, Tardo-Romanticismo e Simbolismo francese, Seconda Metà del Secolo XIX


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì VII del Mese di Maggio AD MMXIX.

mercoledì 1 maggio 2019

ALLA MIA FINESTRA

Oh mia finistra, così riverberi
lo sguardo azzurro della Notte buia!....
Ma mentre mi sovvien la prima sera
di maggio, io sento da lungi campane
che piangono. E le lagrime roventi
del Rosario mi schiudono appien gli occhi
alla mestizia della Primavera.

È dall'inverno che io conosco solo
il singhiozzo del pianto!

Fabio Fabbi, Le Odalische, Tardo-Romanticismo italiano e Orientalismo, Seconda Metà del Secolo XIX


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Mercoledì I del Mese di Maggio AD MMXIX.

lunedì 29 aprile 2019

I SILENZI PROFONDI

NOTTURNO IN SILENZIO

L'ultima Notte di un cielo di Pasqua
risponde. È sempre più muto il suo labbro.
Io mai udii parlar sì tanto la Luna.

MASSIMILIANO ZAINO DI LAVEZZARO, MIA REGISTRATA, XXVI-III-AD MMXIX.

ALLA LUNA DI UN ROMANTICO

Tu che non parli sappi dunque, o Luna,
l'estremo canto di un bardo romantico!
Ma non riverberare altra parola!....
Dovresti tu tacere e star sì tacita!
Il silenzio mi sembra un figlio eterno
della mia Notte, la tenebra... un cuore.

MASSIMILIANO ZAINO DI LAVEZZARO, MIA REGISTRATA, XXVI-III-AD MMXIX.

PREGHIERA NOTTURNA

E nel deserto di una vitrea Notte
mi distendono i Sogni - i canti antichi
delle rane insepolte dalle tane,
il tristo grido dei grilli piangenti.
Pur l'Infinito, ora, si fa Dolore.
Or non si prega; si piange soltanto.

MASSIMILIANO ZAINO DI LAVEZZARO, MIA REGISTRATA, XXVI-III-AD MMXIX.

RISAIE

Annego nelle mendaci chimere.
Affogo nelle fredde urla dei Sogni.
Questa terra bagnata dalla piova
scioglie perfino il vegliardo suo corpo,
rende vedovo il ghigno irriverente
di una risaia or schiusa come tomba. E
so che l'aratro affonda nelle mie ossa,
so che udrò vivo il silenzio dei Morti.

MASSIMILIANO ZAINO DI LAVEZZARO, MIA REGISTRATA, XXVI-III-AD MMXIX.

POETICA

Sulla runa di un bardo fu scolpito
l'urlo del Fato che avvolge un Mistero.
Nel scorrer della Vita allora io sento
effuse odi di vegliardo piacere,
dolèr del cuore; è un Sogno melanconico.

MASSIMILIANO ZAINO DI LAVEZZARO, MIA REGISTRATA, XXVII-IV-AD MMXIX.

VITA

Non è che come una corda di un cero:
brucia. Risplende. Poi a poco si spegne.
Si rischia di morire trapassati
da un mare di cera.

MASSIMILIANO ZAINO DI LAVEZZARO, MIA REGISTRATA, XXVIII-IV-AD MMXIX.

Hermann Corrodi, Tempesta di Sabbia, Tardo-Romanticismo tedesco, Seconda Metà del Secolo XIX

lunedì 22 aprile 2019

La Pasqua

Viene presto la Notte in tanta Pasqua.
Ma tu fèrmati, oh peregrino ignoto!
Ho paura della sera che sta fuori.
Ho timore di un nembo oscuro e immoto.
Temo il lamento dei gufi nascosti.
Non sempre mi son miele i freddi Sogni.
Oh viandante!
Facciamo almeno a metà co' il tuo pane;
e se devi svanir, mi sia pur bacio
dove mi giaccio
il tuo Sole soffrente che tramonta,
la Notte avvolta di sacro mistèr!

Amen

Pimen Nikitich Orlov: Suppliche - Tardo-Romanticismo russo, Seconda Metà del Secolo XIX.


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì XXII Aprile AD MMXIX.

Notturno - Sera

Sentir, mirar, dolèr nel fresco vespero...
io odo! i canti dei cani, e questa sera
che piange, e questi lamenti di grilli,
e il sonno dell'irrequieta scogliera
dell'Arbogna, e i melliflui urli, gli squilli
dei cuor, miei trovatori. Sento! I boschi
lontani... tra le fronde soffron le ombre: 
nell'ultimo volar delle colombe,
nel cielo oscuro, tra i nugoli foschi,
la Luna mormora... "Ora son qui!"

Johan Christian Clausen Dahl, Tramonto sul Mare, Romanticismo danese, Prima Metà del Secolo XIX


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì XXII del Mese di Aprile AD MMXIX.

Noia di un Giorno di Pasqua

L'ultimo tosco per la Luna attende
questa Notte furiosa, e un Sogno amaro.
Ma più non splende....
Né il mattino risorge. E ora, pur tacito,
è il caldo labbro del prossimo Sole
che spira sulle viole.
Oh mia Notte assassina, il tuo veleno
ha dissolta la voce dei miei Sogni!
Ha dissolto ogni fiore della mia
amata Primavera.

Enrique Serra y Auque, L'Ora dorata, Tardo-Romanticismo spagnuolo, Seconda Metà del Secolo XIX.


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì XXII del Mese di Aprile AD MMXIX.

Pasquetta MMXIX

Oh Pasquetta, le candide tue nubi
ora fioriscono onde di aspra piova,
e tanto Temporale, e molto vento,
e fulmini silenziosi! Ma intorno
veggo che sen gïa ancora l'ombra esausta
di questa Primavera non più nata.

Enrique Serra y Auque, Una Laguna, Tardo-Romanticismo spagnuolo, Seconda Metà del Secolo XIX.


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì XXII del Mese di Aprile AD MMXIX.

martedì 9 aprile 2019

Le Risaie

Così la Primavera mi si sveglia:
e questo Sole, e questa nuova alba, e altre
più risplendenti mattine in cotanto
vìver ora mi amano. E mi ritornano,
al fin, sì tante risaïe, il mar
dov'io confondo i Sogni della Notte,
il ghiaccio di una Luna che è rimasta
pallida prigioniera del mio Inverno.
Non fûr sì mai illusioni i miei bei fiori!

Charles Franҫois Daubigny - Le Paludi di Gylieu, Tardo-Romanticismo francese, Seconda Metà del XIX Secolo


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì IX del Mese di Aprile AD MMXIX.

venerdì 10 luglio 2015

Lamento ai Sepolcri dei Cavalieri



Oh voi, sepolcri dei cavalier, ceri
di falbe fiamme e che alla cattedrale
ferocemente sospirate, oh fieri

sassi dei mausolei, oh aër spettrale,
che gemendo percuoti le Gargolle
e dei Demòni le lagnanze e l’ale,

voi, tombe dei guerrieri, oh terra folle
del cenere, ed estremo e oscuro avello
cui la preghiera si tormenta, e molle

e scialbo ossame, oh dei salci arboscello
che alle ghirlande e alle pietre tu dormi,
pianto di lutto, gridàr d’un stornello,

oh quanto voi qui v’ergete ed enormi,
spettri che scorgo, oh fantasmi deformi!

Voi estreme siete le impronte dei spenti
Eroi e del Tempo che antico è fuggito,
scheletriche sembianze in preda ai venti,

e a me gridate le guerre e il ruggito
e le vostre tenzoni, e il dolce liuto
d’un Trovator che un dì si fu smarrito,

e le Furie dei Mori, e il labbro muto
delle rapite dame, e gli elmi freschi
che ormai hanno il sonno in cuor dell’Assoluto.

Oh voi, ascoltate: mi gemo! E i donneschi
vostri trofei ne sogno, e i tristi assedi,
dove urlaste i valòr cavallereschi.

Sento le spade, e i vostri ferrei piedi;
e Tu, oh Iddio, a questi il sonno alfìn concedi!

Statue di marmo tra i rosoni tetri
mestamente contemplo, e un solitario
mesto sepolcro risplende tra i vetri.

Qui forse si riposa il reliquario
d’un Templàr che rapì una bionda ebrea,
e il cèner suo coi vermi si fa vario.

Ai piè dei sassi non sta un fior, ninfea,
né fulve rose, né viole, e anatèmi
si disperdono, e un’alma piange: è rea.

Non stanno cardi, e nemmèn crisantemi,
e questa cattedrale si decade,
e tu, oh tu, cavalier, per questo gemi.

Queste l’ultime son dei Prodi biade;
di tombe oscure sempiterne rade.

Oh voi, pallenti, voi muschi che ergete
le vostre bave a questo cimitero,
e che incompiuti e perenni gemete,

voi, pietre orrende, che nel monastero
per l’eco ivi espandete ansia di Morte,
e voi, voi volte alte di vespro nero

che pel cielo ondeggiate anime assorte
nell’Erebo del Fato, voi campane
che abbandonate urlate al vento, e forte

qui percuotete le sembianze vane
dei conti e dei marchesi, oh campanile
cadente a valle per selve lontane,

oh quanto appare il vostro sguardo vile,
eterni inverni immemori d’aprile!

Siete il suggello d’un Tempo remoto,
fuggito e morto, l’ora dell’onore,
e tutto in voi si giace ansante e immoto.

Siete le nenie dei tornei, e il furore
delle Tempeste delle guerre sante,
sacro ricordo d’un canto d’Amore.

Così tra voi m’aggiro, e in lagne affrante
eternamente piango ai vostri ossami,
che vestono tuttòr gemme e adamante.

Oh voi, voi, siete i caduti fogliami
di balde stirpi che l’Odio ha sepolto,
gli arazzi d’oro, e d’argento i ricami.

Allor davvero mi tormento e molto
nel rimembràr del vostro antico volto.


Massimiliano Zaino di Lavezzaro

Venerdì X Luglio AD MMXV