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domenica 21 agosto 2022

Fatalità

Cos’è il Destino?... È un’ombra infernale,

un ghigno nero, un sussurrare stanco,

che porta al proprio fianco

la sofferenza e il Male.

 

È una lanterna nera sotto il tavolo,

una maschera pallida e bugiarda,

provvidenza maliarda

della magia e del Diavolo.

 

È Autunno che condanna le sue foglie,

la società, le città e la passione;

sparge ovunque le doglie

della sua maledizione.

Dipinto attribuito ad Adriaen van Utrecht (1599-1652), Natura morta con Mazzi di Fiori e Teschio, Pittura fiamminga, Tardo-Rinascimento fiammingo, 1642 circa. Olio su Tela, Dimensioni 67,0x86,0 cm. Collezione Privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XXI Agosto AD MMXXII.

mercoledì 22 settembre 2021

Le Bacche

Ah come siete rosse alla mia vista,

o sì piccole bacche dell’Autunno,

invitanti a gustare quanto amaro

sia il gusto della nebbia e delle paglie,

infinite volte!

 

Così mi raccontava un giorno un vecchio arcobaleno:

assaggiai il loro sangue, lo sputai

nel riverbero del cielo - era forte.

Non gustarlo! È una malia di bugiarde,

l’incantesimo della Vita pallida

che sconsolata muore.. crepitando

lungo l’Abisso..

lungo un Abisso.. lungo la tua Notte,

che è sempre buia.

 

Oh mio crudele arcobaleno! Tu,

dunque, dopo l’estremo temporale..

tu, dunque! mi abbandoni nel silenzio

di codesto veleno.. eternamente

solitudine.. eternamente sabbia..

eterno precipitar delle foglie!...

 

Ma brindiamo! Brindiamo! Ebe ci chiama;

e il tosco che maturò per lo stormo

avveleni ora le nostre ebbre vene,

amate bacche, ponte nel mio cuore

per sprofondare nell’inverno orrendo..

nell’inverno assoluto.

Fotografia dell'Autore stesso, Piante che si specchiano in uno Stagno, XXII Settembre AD MMXXI.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XXII Settembre AD MMXXI.

martedì 9 marzo 2021

Sonetto senza Rime - Quante Volte pensai che fosse bella

Quante volte pensai che fosse bella

l’ombra che dietro ancora mi trascino,

con il cappotto aperto, come a tessere

un mantello sui sassi della terra,

 

e con l’agilità del vento insano!....

Ma è una misera parte del mio cuore,

la nascosta e più buia dimora incauta,

è la via nera che dà a tutto un nome

 

di profano splendore, amaro sangue

chiamando come un salasso ben poco

nutrito. E dimmi tu, Narciso, cosa

 

sia meglio: contemplar il proprio volto

allo specchio del Male e d’uno stagno?...

No.. veder la propria ombra, Anima oscura.

Quadro di Caspar David Friedrich (1774-1840), La Nebbia (La Foschia), Romanticismo tedesco, 1807.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì IX Marzo AD MMXXI.

lunedì 29 aprile 2019

I SILENZI PROFONDI

NOTTURNO IN SILENZIO

L'ultima Notte di un cielo di Pasqua
risponde. È sempre più muto il suo labbro.
Io mai udii parlar sì tanto la Luna.

MASSIMILIANO ZAINO DI LAVEZZARO, MIA REGISTRATA, XXVI-III-AD MMXIX.

ALLA LUNA DI UN ROMANTICO

Tu che non parli sappi dunque, o Luna,
l'estremo canto di un bardo romantico!
Ma non riverberare altra parola!....
Dovresti tu tacere e star sì tacita!
Il silenzio mi sembra un figlio eterno
della mia Notte, la tenebra... un cuore.

MASSIMILIANO ZAINO DI LAVEZZARO, MIA REGISTRATA, XXVI-III-AD MMXIX.

PREGHIERA NOTTURNA

E nel deserto di una vitrea Notte
mi distendono i Sogni - i canti antichi
delle rane insepolte dalle tane,
il tristo grido dei grilli piangenti.
Pur l'Infinito, ora, si fa Dolore.
Or non si prega; si piange soltanto.

MASSIMILIANO ZAINO DI LAVEZZARO, MIA REGISTRATA, XXVI-III-AD MMXIX.

RISAIE

Annego nelle mendaci chimere.
Affogo nelle fredde urla dei Sogni.
Questa terra bagnata dalla piova
scioglie perfino il vegliardo suo corpo,
rende vedovo il ghigno irriverente
di una risaia or schiusa come tomba. E
so che l'aratro affonda nelle mie ossa,
so che udrò vivo il silenzio dei Morti.

MASSIMILIANO ZAINO DI LAVEZZARO, MIA REGISTRATA, XXVI-III-AD MMXIX.

POETICA

Sulla runa di un bardo fu scolpito
l'urlo del Fato che avvolge un Mistero.
Nel scorrer della Vita allora io sento
effuse odi di vegliardo piacere,
dolèr del cuore; è un Sogno melanconico.

MASSIMILIANO ZAINO DI LAVEZZARO, MIA REGISTRATA, XXVII-IV-AD MMXIX.

VITA

Non è che come una corda di un cero:
brucia. Risplende. Poi a poco si spegne.
Si rischia di morire trapassati
da un mare di cera.

MASSIMILIANO ZAINO DI LAVEZZARO, MIA REGISTRATA, XXVIII-IV-AD MMXIX.

Hermann Corrodi, Tempesta di Sabbia, Tardo-Romanticismo tedesco, Seconda Metà del Secolo XIX