Ah come siete rosse alla mia vista,
o sì piccole bacche dell’Autunno,
invitanti a gustare quanto amaro
sia il gusto della nebbia e delle
paglie,
infinite volte!
Così mi raccontava un giorno un vecchio
arcobaleno:
assaggiai il loro sangue, lo sputai
nel riverbero del cielo - era forte.
Non gustarlo! È una malia di bugiarde,
l’incantesimo della Vita pallida
che sconsolata muore.. crepitando
lungo l’Abisso..
lungo un Abisso.. lungo la tua Notte,
che è sempre buia.
Oh mio crudele arcobaleno! Tu,
dunque, dopo l’estremo temporale..
tu, dunque! mi abbandoni nel silenzio
di codesto veleno.. eternamente
solitudine.. eternamente sabbia..
eterno precipitar delle foglie!...
Ma brindiamo! Brindiamo! Ebe ci chiama;
e il tosco che maturò per lo stormo
avveleni ora le nostre ebbre vene,
amate bacche, ponte nel mio cuore
per sprofondare nell’inverno orrendo..
nell’inverno assoluto.
Fotografia dell'Autore stesso, Piante che si specchiano in uno Stagno, XXII Settembre AD MMXXI.