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mercoledì 2 dicembre 2020

Sneguroçka - La Fanciulla di Neve, ossia Fantasia slava di una Nevicata di Dicembre

Svanì… come ombra fuggitiva dentro

la neve scialba. Svanì come un Sogno!

Ah, mia tormenta! tu la divorasti

nelle tue fauci dai denti più gelidi,

immani latrati porgendo nel vuoto del giorno.

 

Artigli e impronte di sangue dovunque

splendono, intanto, alle rive dei ben

poco o mai soleggiati Desideri,

come se fossero stuoli di Unni sulle sponde del Fato.

 

Ma bardo dell’inverno canta il mio

cuore che ha freddo l’esausta malia

dell’amaro risveglio dalla folle

illusione che l’ha preso e perduto,

i salici contando che - rimasti -

specchio al suo pianto dirotto consigliano il sale alle lagrime.

 

Pur nel frattempo

l’immensità della steppa dei Sogni

chiama per nome l’eterno del suo

volto… piovon di slitte per le vie

le sue orme sempre infantili dai piedi

femminei d’oro,

bei piedi di femmina, non di marmo orditi, ma ghiaccio,

non seno di carne coperto di sete, ma seno

di neve ricamato con le foglie vecchie dei salici.

 

… L’orma si perde nel Nulla profondo….

 

Due occhi-fiocchi di Luna! Un labbro sciolto

di sempiterna assenza!

Il canto solitario della steppa!

I giuochi d’azzardo dei Cosacchi che urlano bestemmie!

 

Questa è la leggenda della solita Dea. Nel buio,

la Fanciulla di Neve, lei… nemica del Sole!

Quadro di Viktor Mikhailovich Vasnetsov (1848-1926), La Principessa addormentata, Tardo-Romanticismo e Simbolismo russo, 1900-1926.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì II Dicembre AD MMXX.

mercoledì 12 agosto 2020

Sonetto barbaro in Strofe alcaiche - M’è nell’Aurora tristo Sorridere

M’è nell’aurora tristo sorridere

di fin d’Agosto, un palpito

di Estate pallida nel suo alveo funebre

che le ghirlande osannano

 

sul buio mio sguardo. No! non irridere,

oh aspra Morte lo scalpito

dei fior che mietono le tue ombre e il lugubre

orizzonte, ove dannano

 

a’ stesso Fato le mie ore placide

e serene! Qui, alzandosi,

contro me insorgono le tue crude Anime

 

che d’Estate le più aride

forme rapiscon, sempre lagnandosi

fino all’inverno. E io esanime

 

resto a vedere questi scempi che giungono

fino al mio cuor, terribili gridando!

John William Waterhouse (1849-1917), La Morte di Ophelia, Tardo-Romanticismo inglese (Pre-Raffaellismo), 1889.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XII Agosto AD MMXX.

domenica 9 agosto 2020

Sonetto barbaro in Alternanza di Esametri e Pentametri - Opprimente m’è quel Sole che dell’Agosto agita il Volto

Opprimente m’è quel Sole che dell’Agosto agita il volto,

quando incedendo orbato di tante piove

il meriggio sovviene. Né più un’ombra al biondo raccolto

sui campi un po’ mietuti, leggera oramai muove

 

un ramo, o del mio sudato vagar un capello. Né molto

scorrer d’acque mi placa, né il mar che dove

matura la risaia si fa come stagno. Ma io assolto

t’ho, cara Estate in fiamme, quando il tuo andar rimuove

 

per poco il pericolo del famigerato mio Autunno

e della tua aspra fine già in solitario

orizzonte annunziata. Pur mi soffochi, ombra di Sole!

 

Ma avanzando l’istante del nostro addio, tu, come un Unno

selvaggio vai a dar fuoco…. E chiudi in un sudario,

per le future nebbie, le tue rose con le mie viole.

 

Ivan Konstantinovic Ajvazovskij (1817-1900), Un Paesaggio marittimo in Crimea, Romanticismo russo, Seconda Metà del Secolo XIX.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica IX Agosto AD MMXX.

sabato 8 agosto 2020

Sonetto barbaro in Alternanza di Esametri e di Pentametri - Vedo sopra il Granoturco le Rondini andar per lontani

Vedo sopra il granoturco le rondini andar per lontani

richiami, ove la sera - palpitando - i bei nidi

frequentemente allumina, con il suo tramonto e i suoi vani

luccichii che dal Sole riverberano. I miti

 

canti di lor che volano, allor, sento. Ma ombre e fagiani

che ai fangosi ricoveri ritornano assopiti,

la mia ombra divorano, cosicché lo sguardo… le mani…

mi svengono e poi l’Anima riflessa. Né conquidi

 

tu, o Notte estiva d’Agosto, più nuovi raggiar d’altri Sogni

più ardenti, né ricordi quelli trascorsi e muti,

dove mi resta un’orma marchiata sul vel del mio cuore.

 

Così tutto risplende d’inquietudine e ansia. Vergogni

tu, tenebra, nel cielo questi tuoi occhi perduti…

i miei occhi in pianto piagati… i miei occhi di noia e di dolore.

Jakub Shikaneder (1855-1924), La Via triste, Tardo-Romanticismo boemo, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato VIII Agosto AD MMXX.


venerdì 17 luglio 2020

Fantasia greca - Un Canto ellenico per Arpa saffica


Salubre all’onda sacra il tuo discinto
peplo sciogli, o sognante mia Afrodite,
dove vai sulla laguna, e il tuo ellenico
fascino urtando

ai remiganti scogli, i nomi al tuo
seno chiami d’abissi ignoti, ai quali
accecando la Luna i suoi soffrenti
amanti, pallide

ombre rispondono e attonita attesa.
Tu sai che il mare è in Tempesta, che Egeo
le prue divora e i derelitti naufraghi
d’Odisseo al Fato

medesimo condannati. Oh Afrodite!
Ora la Notte seppellisce l’Ade
misterïoso, dal quale qualcuno
maledicendoti

d’Amore lamentosa sorte esclama,
poiché d’Amor le sue labbra bagnate
furono con l’elleboro mortale,
onde spirò.

Ma mentre l’inanellate tue dita,
i tuoi piedi solletico di sabbia
baciano il mare al pudico e vorace
occhio d’un astro

del solitario cielo, e mentre l’alighe
il respir del tuo petto di femminea
gloria carezzano, a te ristrappando
qualche sorriso,

del dolore di cui sei la colpevole
non sai nulla, onde navighi lontano,
come cimba che porta le sventure
fino agli Dei.

Frattanto Fidia dorme… sogna… brama,
vuole scolpire il tuo ventre su una roccia
informe. Così Faone spira. Un’arpa
non trilla più.

Oh Afrodite, è arrivata la tremenda
sera… la Notte dell’addio selvaggio,
un cumulo di nuvole un po’ nere,
l’Amor che svampa!
Lawrence Alma-Tadema, Le Rose di Eliogabalo, Accademismo e Simbolismo olandese, Gruppo dei Pre-Raffaelliti, 1888.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XVII Luglio AD MMXX.

giovedì 18 giugno 2020

Notturno in Metrica barbara - Un Inno alla Luna


Tu sortilegio pallido
della profonda Notte, o Luna, agiti
delle foglie l’esanime
stelo che il vento gridando e ferendolo

trascina. Né qui spasimi
per le mie pene solitarie e orride,
né copri vergognandoti
gli ascosti duoli delle mie tenebre

invitte. Oh Luna! flebile
mia vagabonda!.... Ma dici gli attimi
veloci, interminabili
di Sogni infausti… Sogni terribili,

e sento che sussurrano
le tue parole tra i fior che dormono,
le tue lusinghe ai platani…
sento che si ripetono

al vento le bugie. E questo vento è l’unica voce
che mi parla in così lungo naufragio di odioso silenzio.

Edward Burne-Jones, L'Incantamento di Merlino, Scuola dei Preraffaelliti inglesi, Tardo-Romanticismo e Simbolismo, 1872-1877
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Giovedì XVIII Giugno AD MMXX.

sabato 13 giugno 2020

Inno alcaico all'Estate

E le virenti querce piovigginano
sguardi di Sole. Un fremito
d'Estate al fin sovviene. Agita
Giugno il Sogno dei cuori,
il volo delle rondini,
e dei giardini i fior.

Oh Persefòne, tu dal buio Erebo
ora sei desta. Danzano
i pastorelli. Sclama Orfeo un cantico.
Dov'è Euridice? Amore,
Amor di lieti pampini,
di dolci gaudii Amor.

Tu, Agape, guardi. Nel ciel le nuvole....
negli stagni si specchiano
queste randagie viandanti. Volano
gli aironi per i campi,
le campanule belle,
specchio di Eterno e Sol.

Hans Andersen Brendekilde, Una Scena d'Estate, Tardo-Romanticismo paesaggistico danese, Fine del Secolo XIX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XIII Giugno AD MMXX.



lunedì 1 giugno 2020

Elegia in Studio di Esametri barbari - Primo Giugno


Non son che fior di pesco quest’ombre che al Sole di Giugno,
söavi palpitando, tra le ardenti ramora auliscono,

dov’anche insiem a costoro, contendendosi ambiti lauri,
dei prati nello stadio, gli occhi gareggian dei ciliegi.

Né quest’eterno agòne potrà aver dei vinti, masnade
di fiori sconfitti, falangi di fior vincitori.

Volo non può mai essere che solitario in ciel d’una cerula
ala d’airone, quel pigolio sommesso e nascosto

che passeggiando ascolto. Né son che vicini simposi
per api i biancospini che calendimaggio ha scordato

al primo passaggio delle dame dai vestimenti
estivi. Tutto s’infiamma!.... Tutto si compiace del Sole

che tenacemente, come un Acheo armato di lancia
splendente, agitandosi sul carro di fuoco, le tenebre

disfida. Oh Giugno! Oh Estate!.... Tu le opime spoglie del verno
e della Primavera mendace dai campi di guerra

profanando ci togli. Ma l’eco rimane un po’ sordo,
né sempre allegri bronzi risuonano. Pur Ade, pago

di strage, si commuove quando a sera - dopo il silenzio -
gli ultimi tocchi si sentono che nunzian ancor (la) nuova Morte.

… E io ho imparato a contare le croci, le tombe, le lapidi
del cimitero sulle guance dei rai, sul Sol d’Estate.

John Atkinson Grimshaw, Un Paesaggio estivo con Rocce e Vallate, Tardo-Romanticismo e Simbolismo inglese, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì I Giugno AD MMXX.

lunedì 18 maggio 2020

Rimembranze elleniche

Un dì giaceva per le belle alighe
uno stuol di Ninfe. Cantavano.
Oh bei canti di belle fanciulle!....

Ora, tra le ombre delle tue ramora,
oh Elicona, resta il silenzio,
e chi parla, non può più cantare!

Spente le Muse, silenziosa è Erato,
Tersicore non danza sopra
i bei pascoli sacri a Euridice.

Ma una falange di opliti si agita
per i selvaggi campi dediti
alle cantiche cruente di Marte.

Lev Lagorio, Il Mare e una Spiaggia, Tardo-Romanticismo russo, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XVIII Maggio AD MMXX.

sabato 28 marzo 2020

Requiem di Primavera


Per una volta ho sognato di essere
il vento… il primo della Primavera
scialba. Ma mi son stancato del volo
dei Sogni erranti:

i fiori - lo so - sprecano la lor germinanza sui prati;
la realtà vede un oceano di tombe. Son rimaste
senza petali e croci.

Gustave Coubert, Funerale a Ornans, Romanticismo e Realismo in Francia, 1849-1850

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XXVIII Marzo AD MMXX.

domenica 23 febbraio 2020

Sonetto in barbare Strofe alcaiche - Oh Carnevale, Tu dunque il cerulo

Oh Carnevale, tu dunque il cerulo
bel volto or nasconderai
ai nostri occhi mascherati un giorno;
e nell'immenso di tanto orribile

Ignoto, verrai a udir nel buio
i singhiozzi dei bimbi e dei folli!....
Così veloce, infatti, trapassano
gli istanti di feste mai sazie.

Oh Carnevale! V'è una mestizia
che urla al Tramonto, - oggi per l'aëre;
e ora le tue maschere, tutte

si son mutate in pallor di mortale.
Non ho mai visto le piazze rigide_
e farsi deserto nel tuo cuore.

Louis-Emile Adan, Un Incontro nel Giardino nel Bosco, Accademismo francese, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XXIII del Mese di Febbraio AD MMXX.

mercoledì 12 febbraio 2020

Sonetto in barbare Strofe alcaiche - Qui e oggi il Risveglio un po' mi si maschera

Qui e oggi il risveglio un - po' mi si maschera
con larve purpuree di foglie_
_antiche. Ora il carnevale e il tuo ciglio
di burrasche e urla, oh - febbraio, i languidi

attimi d'una febbre malarica
sempre mi riportano; e mentre
dai le gemme agli arbusti spogliati,
ulula il vento, le giostre ululano.

Ulula il ballo delle tue maschere,
ululano i chiassi dei carri...
ululano i fanciulli e gli scherzi.

Ma attendendo e amando l'arrivo
della festa, d'intorno odo tacite
labbra. Oggi il Sogno; diman l'illusione.

Ferdinand Georg Waldmüller, Una Festa di Primavera, Accademismo austriaco, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Mercoledì XII del Mese di Febbraio AD MMXX.

martedì 11 febbraio 2020

Sonetto in barbare Strofe alcaiche - Oh Tramontar del Sole, mia Ecate

Oh tramontar del Sole, mia Ecate,
Dea finemente dal corpo cerulo,
abbronzato appena, sempre io 
le tue ombre mi trascino a mirar!

E so che a quest'ora le porte
e i cancelli si chiudono, cioè quando i nuvoli
ti agitano... mi agitano più
annerite chiome, i capelli,

il nome del vento burrascoso,
anonimo urlo d'un giorno tiepido
di febbre, che chiama noi due...

che ci prende per mano.... Oh tramonto!
Vedo in te l'ultimo lume del Sole.
Eppur mi sembra già la Primavera!

Johan Christian Dahl, Una Notte di Luna piena, Romanticismo danese, Prima Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì XI del Mese di Febbraio AD MMXX.

lunedì 10 febbraio 2020

Sonetto in barbare Strofe alcaiche - Come avvince sereno il tuo Incanto

Come avvince sereno il tuo incanto,
quando scrutando passi per gli esili
vïale degli alberi spogli,
i quai romiti - e intimidendosi,

le prime gemme - ora dimostrano,
oh Primavera!.... Ma avido e libero
è ancora l'inverno; e il suo fascino
che si corrùga, benché non nevichi,

riverbera forse su un giorno
che le orbe nebbie - violente - ordiscono,
in un attimo che urla e preludia a'

menzogne e fiori. Lì tutto m'è orrido.
Lì tutto è svanito e perduto.
Qui s'è dissolto il tuo incanto sereno.

Alexei Kondratyevich Savrasov, L'Inizio della Primavera, Tardo-Romanticismo russo-ucraino, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì X del Mese di Febbraio AD MMXX.

Sonetto in barbare Strofe alcaiche - Non più svanisce l'Iri di gelida

Non più svanisce l'iri di gelida
neve, intorno. Ma ora la sera
solitario mi trova di nuovo,
eppur felice; ché dalle tegole

qui mi traspare sbiancando e timido
un occhio di Luna il qual, sempre
valicando le tenebre ardite
nunzio m'è di un'alba di rapida

e nuova Primavera.
Vorrei, infatti, veder i bei fiori
su' campi e fieno già ergersi e crescere;

ritornar le rondini da eremi
segreti... e muti.... Ah no! non puoi togliermi,
oh Notte, il mio - ambito primo Sole!

Ivan Endogurov, Un Bivacco nella Neve, Tardo-Romanticismo russo, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì X del Mese di Febbraio AD MMXX.

Sonetto in barbare Strofe alcaiche - Tu mi ripeti le buie e gelide

Tu mi ripeti le buie e gelide
bestemme del tuo inverno, o rosea
primigenia alba, quando nel pavido
orizzonte impallidendo aliti

i vagabondi tuoi erranti spiriti.
Ma lucendo e ansando sui tristi
sentieri della Notte cupa,
è così che somigli a lei,

che è la perduta mia gioia. E l'orrido
baratro fosco di Sogni e d'incubi
tu copri d'un lume.... Silenzio!

Allor risplendi su' i miei aridi attimi;
ma per poco... com'è un'immagine
di una Primavera che muor.

Feodor Vasilyev, Un Paesaggio montuoso in Ucraina, Romanticismo russo-ucraino, Prima Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì X del Mese di Febbraio AD MMXX.

lunedì 3 febbraio 2020

Sonetto in Versi asclepiadei - Ma il Cielo pallido risplende estatico

Ma il cielo pallido risplende estatico
al cader della prima neve: e un flebile
soffio invisibile narra alle ramora
dei platani la verità.... Ora nevica.

Nevica su' agili spettri di nuvole,
sulle vie bianche della più oscura Ecate,
sopra le tegole dove cinguettano
gli ultimi passeri e le prime rondini.

Nevica su' orridi stagni dai ceruli
occhi selvaggi, e sugli spogli frassini,
che un po' mi guardano stupiti e stolidi.

Allor nel gelido manto del tremulo
inverno anch'io imparo a nevicar.... Lagrime
dall'occhio scendono... fredde lagrime

soltanto.

Arseny Meschersky, Paesaggio invernale con Slitta e Ghiaccio, Tardo-Romanticismo russo, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì III del Mese di Febbraio AD MMXX.

lunedì 27 gennaio 2020

D'Inverno le Danze notturne

V'è dell'epico morbo nelle danze belle: gli sguardi
dei Sogni che si scrutano, rimembrandosi poi

gli uni degli altri. Tace la Notte, profonda, silente,
Anima buia che ridisegna le ombre

fugaci. Nient'altro che l'inverno! Danza la Luna
bianca, con l'occhio smorto, tagliato un po' a metà;

e nel vagabondo esilio d'una via perduta nel cielo,
riporta presto questa sua danza assente

all'incantevole incubo della sola Vita. Ella gira,
danzando, intorno ai gelidi stipiti della nostra

Morte.

Alexei Kondratyevich Savrasov, Paesaggio invernale in Riva al Fiume, Tardo-Romanticismo russo, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì XXVIII del Mese di Gennaio AD MMXX.

Studio in Metrica barbara - Come a Primavera

Mi sembra la mattina con i brividi
del verno gelido - all'ombre simile
dell'Ade, quando dal sonno suo cerulo,
bianca resuscita

la Primavera:

mi velavano l'occhio le nebbie, il risveglio profondo.
Per ora sono svanite queste bave di orride stelle,
gli aliti bianchi della Luna smorta.

Alexei Kondratyevich Savrasov, Pesca in Riva al Volga, Tardo-Romanticismo russo, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì XXVII del Mese di Gennaio AD MMXX.

domenica 15 dicembre 2019

Elegia - Inverno MMXIX

Voi, o ombre della Notte, discendete lente e leggere
sulla gelida nebbia.
Oh ombre! Oh ombre selvagge!....
Oh sera! Oh meriggio!.... Procede l'inverno nel vostro
tenebror di discordia, sui rami spogliati, sul freddo
suolo, sugli stagni muti... non so su quant'altro, fors'anche
sulle mie guance fredde
che si screpolano al vento, come fan le mani nei guanti.
Frattanto, intorno, la prima tormenta
ulula le sue note argentee e ferree.
Le urla al mio sonno, le grida alla mia
veglia. D'intorno, silenzio di steppa.

Joseph Farquharson, Pomeriggio in Inverno con Corvi e Impronte, Tardo-Romanticismo scozzese, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XV del Mese di Dicembre AD MMXIX.