Svanì… come ombra fuggitiva dentro
la
neve scialba. Svanì come un Sogno!
Ah,
mia tormenta! tu la divorasti
nelle
tue fauci dai denti più gelidi,
immani
latrati porgendo nel vuoto del giorno.
Artigli
e impronte di sangue dovunque
splendono,
intanto, alle rive dei ben
poco
o mai soleggiati Desideri,
come
se fossero stuoli di Unni sulle sponde del Fato.
Ma
bardo dell’inverno canta il mio
cuore
che ha freddo l’esausta malia
dell’amaro
risveglio dalla folle
illusione
che l’ha preso e perduto,
i
salici contando che - rimasti -
specchio
al suo pianto dirotto consigliano il sale alle lagrime.
Pur
nel frattempo
l’immensità
della steppa dei Sogni
chiama
per nome l’eterno del suo
volto…
piovon di slitte per le vie
le
sue orme sempre infantili dai piedi
femminei
d’oro,
bei
piedi di femmina, non di marmo orditi, ma ghiaccio,
non
seno di carne coperto di sete, ma seno
di
neve ricamato con le foglie vecchie dei salici.
…
L’orma si perde nel Nulla profondo….
Due
occhi-fiocchi di Luna! Un labbro sciolto
di
sempiterna assenza!
Il
canto solitario della steppa!
I
giuochi d’azzardo dei Cosacchi che urlano bestemmie!
Questa
è la leggenda della solita Dea. Nel buio,
la Fanciulla di Neve, lei… nemica del Sole!
Quadro di Viktor Mikhailovich Vasnetsov (1848-1926), La Principessa addormentata, Tardo-Romanticismo e Simbolismo russo, 1900-1926.
Massimiliano Zaino di
Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì II Dicembre AD MMXX.