Opprimente m’è quel Sole che dell’Agosto agita il volto,
quando
incedendo orbato di tante piove
il
meriggio sovviene. Né più un’ombra al biondo raccolto
sui
campi un po’ mietuti, leggera oramai muove
un
ramo, o del mio sudato vagar un capello. Né molto
scorrer
d’acque mi placa, né il mar che dove
matura
la risaia si fa come stagno. Ma io assolto
t’ho,
cara Estate in fiamme, quando il tuo andar rimuove
per
poco il pericolo del famigerato mio Autunno
e
della tua aspra fine già in solitario
orizzonte
annunziata. Pur mi soffochi, ombra di Sole!
Ma
avanzando l’istante del nostro addio, tu, come un Unno
selvaggio
vai a dar fuoco…. E chiudi in un sudario,
per
le future nebbie, le tue rose con le mie viole.
Ivan Konstantinovic Ajvazovskij (1817-1900), Un Paesaggio marittimo in Crimea, Romanticismo russo, Seconda Metà del Secolo XIX. |
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia
Registrata, Domenica IX Agosto AD MMXX.
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