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martedì 19 maggio 2020

L’Affamata - La Rondine di Primavera vola


La rondine di Primavera vola
ai nidi che dai tetti il guardo mio
appunta. Intanto, odo dalla sua gola
un muto uscir legger di pigolio

smorto, il qual senza senso né parola
giambi mi canta che son di ombre e oblio
aride lamentanze. Allor mi cola
il pianto, e come d’uom che paghi il fio

di molte gesta, io quel carme affamato
al vagabondo duol vo assimilando,
mentre la rondine al suo tetto muore.

Essere che soccombette al suo Fato…
tu fosti spento come un Sogno blando,
tu!... in una Verità che è il mio Dolore.

John Atkinson Grimshaw, Chiaro di Luna su un Lago d'Autunno, Tardo-Romanticismo inglese, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XIX Maggio AD MMXX.

lunedì 18 maggio 2020

E Io vorrei solo assorbire gli Arcani


E io vorrei solo assorbire gli arcani
vuoti della tacente Notte. Quali
sono i Misteri, gli Ignoti… i profani
cieli che mi nascondete, oh fatali

tenebre…. questo io voglio saper! Vani
sono forse i miei desiri e mortali
sono i miei tanti Sogni che i cani
per dilaniarli inseguono. Oh mali…

profondi mali del cuor mio che vaga
per vie incerte e nascoste, ahi! come
mi precludete quest’attesa di vero

con la pena d'un ciel che non m'appaga!
Così ho sempre qualcosa senza nome:
un Sogno incerto, e l’orizzonte nero.

Caspar David Friedrich, Un Mare con Navigli, Romanticismo tedesco, Fine del Secolo XVIII

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XVI Maggio AD MMXX.

sabato 16 maggio 2020

Di più Attimi trascorsi anima il Vento


Di più attimi trascorsi anima il vento
ogni ricordo che, simile a’ foglie,
poco perdura e si recide. Ma entro
il suo leggero fiato, ove si coglie

agitato meriggio, io dell’attento
tramonto mi squilìbro e delle spoglie
ore, in cui adesso mi beo. Né il tormento
mi prende di quel che fu, né le doglie

attentano alla mia Vita bëata,
benché precipitate ombre (-) del Fato
mi ricordino i vaticini. Intanto,

su questa terra cola piova amata,
e mentre mi riposo, sento ingrato
l’odor di foglie umide di mio pianto.

Charles Euphrasie Kuwasseg, Una Spiaggia e un Temporale, Tardo-Romanticismo francese, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XVI Maggio AD MMXX.

Vago per la Campagna a chieder Covo


Vago per la campagna a chieder covo
per riposar dalle eterne sventure,
oh quanto aspre!.... Ma non fiore, non un rovo
l’albergo ambito mi offrono, onde cure

più truculente il cuor apprende. Trovo
che non hanno più requie le radure -
pacifiche un dì, ora selvagge - e il nuovo
sguardo di maggio muore come dune

al Sole fatte pietra. Ora, solo
m’aggrada e mi disseta un batter d’ale,
un tremito nascosto nella mesta

chioma d’un bosco. Sì! Amo questo assolo
di bucolici canti di cicale,
sussurro martellante di celesta.

Carl Frederik Peder Aagaard, Un Bosco in piena Estate, Tardo-Romanticismo paesaggistico danese, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XVI Maggio AD MMXX.

venerdì 15 maggio 2020

Quanto m'è triste il Tramonto che d'altri


Quanto m’è triste il tramonto che d’altri
giorni viene, col suo sguardo un po’ torvo
e il febbrile orizzonte, e i nuvoli alti
e burrascosi! Ma pur così, anche se orbo

dei serotini lumi, io dai suoi spalti
di tale istante l’aër aspro e sordo
delibo. Ora, ei mi conquide. Né gli scaltri
mugolii dai vicini campi, e il corvo

che li fa, bastano a togliermi questa
beffarda quiete d’impazziti sensi,
pei quai eccitata la Notte e più cieca

sovviene…. E tutt’intorno la Tempesta
splende, con rossi cieli e bui immensi,
come ombre nere sopra un’urna greca.

Lascia la requie a queste falangi d’esanimi opliti!

Caspar David Friedrich, Tramonto in Riva al Mare, Romanticismo tedesco, Inizi del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XV Maggio AD MMXX.

mercoledì 6 maggio 2020

O Maggio, né più suoni in vêr la Sera

O maggio, né più suoni in vêr la sera
i bronzi dei rosari e, se chiama
invano il tuo mador la Primavera
pallida, né più rispondi a chi ti ama.

O maggio, ora la florëale schiera
dei papaveri un po’ ti infiamma e acclama
per questi campi. Ma la tua sincera
ombra mi fugge, il cuor che ti richiama.

Così cantando, qual fa il Trovatore
che a’ sua fanciulla arpeggia e sussurra
nella Notte, io men sto a’ piedi tuoi, o maggio,

onde vorrei altre sere del tuo cuore,
risentir le campane, e l'alba azzurra 
veder. Quel che vedo è Sogno o è miraggio.

John MacWhirter, Un Paesaggio scozzese di Montagna con Fiori, Tardo-Romanticismo scozzese, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì VI Maggio AD MMXX.

martedì 5 maggio 2020

Or son Io come un'Ombra d'un Rapsòdo

Or son io come un’ombra d’un rapsòdo
greco, co’ in mano la lira dai mille
suoni, figlia d’Apollo… e un dolce approdo
ricercando tra’ pianti, io l’altre stille 

del sorriso a costor commetto, nodo
di ricongiunti versi e di tranquille
laudi. Ma rivarcando ogni tuo epòdo,
o Pöesia, dai begli occhi e pupille,

anche tu - come l’alba - figlia bella
del mattino, non più riso mi scende,
anzi, questo dolor che qui m’è pianto.

Pur il rimedio a tal maligna stella
sai che v’è solo quello che mi prende,
alle sventure umane il tuo bel canto.

Edmund Blair Leighton, Tristano e Isotta, Tardo-Romanticismo inglese, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì V Maggio AD MMXX.

lunedì 4 maggio 2020

Endimione - Sospir... facendo Notte, il tuo Verone


Sospir… facendo Notte, il tuo verone
ascolto, o Luna, che gli eterei liti
serenamente allumini e le zone
delle malvagie cure. Ma assopiti

riguardi che a te volgo, e la canzone
bella né più ti commòvon, né riti
più son d’Amor che nulla amata in core
d’assecondar feconda. Allor contriti

accenti dal mio labbro profferisco
affinché dalla siepe tu ti mostri,
giacché qui non m’hai alluminato ancora.

E se con l’arpa oramai intimidisco
il canto, Fato è allor - tal qual mi costi -
che non ti vegga più, ombra che innamora.

Simeon Markus Larsson, Una Notte di Tempesta vicino a un Faro, Romanticismo scandinavo, Seconda Metà del XIX Secolo

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì IV Maggio AD MMXX.

lunedì 3 febbraio 2020

Mi ricoprono queste Nebbie il tuo

Mi ricoprono queste nebbie il tuo
nome, e il tuo sguardo che spesso scrutai
cercandovi rabbrividir nel gelido 
inverno, amando

le menzogne di tante sere. Attonito
ora resto; e so che ormai ci separano
questi candidi termini, nei quali
a stento i beati Sogni

si ridesegnano. E ancora, nel vacuo 
lume di molte stelle assenti, un brivido
mi precipita a sì malvagio vero:

al primo svanir dei nebbiosi umori,
tu con la Luna non ci sei più. Un buio
di Notte riempie il tuo fuoco d'Amore.

Nicolai von Astudin, Un Paese tra Montagne e Ruscelli, Tardo-Romanticismo germanico e russo, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì III del Mese di Febbraio AD MMXX.

mercoledì 22 gennaio 2020

M'assalse ancora un Grido, ancor la Nebbia

Mi olezza di un paio di rovi il fremente
mezzogiorno. Due o tre corvi mi cantano
una canzone che gracchia su un campo
di paglia;

e la ciurmaglia
errante e fredda (or) vola - senza scampo
dall'inverno - su ramora di platano
solitario. Così pensa la mente.

Ma i corvi volano intorno al mio sguardo,
scintillano la fame di chi muore,
schiudono il becco che dovunque trebbia.

E nell'immensità del Sol dov'io ardo,
vedo già della sera il tenebrore.
M'assalse ancora un grido, ancor la nebbia.

Johann Christian Dahl, Albero in un Paesaggio di Nebbia, Romanticismo danese, Prima Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Mercoledì XXII del Mese di Gennaio AD MMXX.

domenica 20 ottobre 2019

Due Sonetti romantici di una Domenica pomeriggio d'Ottobre

Tutto è Silenzio, e nella Nebbia oscura

Tutto è silenzio, e nella nebbia oscura
un'ombra passa e più non ha parola,
ma la mia Anima resta assente e sola
nel meriggio che adesso la späura.

Allor m'assalse la crudel iattura!
Né la speme mia estrema mi consola,
né mi aquietano il Sogno e la sua fola,
ma il labbro suo tacente li disuna.

Così venia a morirmi in ciel il Sole!
Arpa che canta la dolce canzone
che non ha mai amato adesso suona.

Eppur è duro il tacer di chi 'l vuole,
per negarmi una nobile passione,
là, ove la Luna sospirando tuona.

Or s'addormenta il Trovator che canta

Or s'addormenta il Trovator che canta,
Madonna lieta, al tuo veron di fiore,
poiché cantò per tanto dell'Amore
che più si fa di Sogno, e non la pianta.

Così vedi tra le querce la sua affranta
Anima improba! È steso di dolore,
sull'arpa, sulle rose, e sulle viore,
ove di Morte un po' l'alba lo ammanta.

"È truce il tuo silenzio e non lo sai.
Né ti prende virtù di dir parola,
né il labbro tuo diventa men amaro.

Ma se cantando è ver ch'io cerco guai,
non tacer del silenzio che consola,
ma di' cos'hai nel cuor, e parla chiaro!"

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XX del Mese di Ottobre AD MMXIX
Herbert James Draper, Tristano e Isotta, Tardo-romanticismo inglese, Seconda Metà del Secolo XIX

domenica 29 settembre 2019

Alla Gioia - Sempre Ti attendo e non Ti trovo ancora

Sempre ti attendo e non ti trovo ancora
in questi scialbi istanti. Né le ambrate
lampe del Sol t'alluminano, o sfiora
una di queste l'ombra tua. Né nate

spemi altre a me ti pingon 've s'accora
il viver mio. Ma le tue riposate
guance e il tuo sogguardar che m'innamora,
e di codesto gli occhi e le placate

ciglia sempre s'assentano, onde è grande
il dolor che mi prende e mi percuote
in questa immensità del vespro torvo.

Allora un'ansia oscura a me si espande;
e dove manchi ho sol le stanze vuote,
più in là, dai campi, il gridolìn d'un corvo.

Hugo Mühlig, Gli Amici Boscaiuoli, Tardo-Romanticismo tedesco, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XXIX del Mese di Settembre AD MMXIX.

Due Sonetti romantici di Settembre

Or è triste il mio Meriggio, ove nel Cuore

Or è triste il mio meriggio, ove nel cuore
l'Autunno tace. Né il tuo labbro muto
parla, né il Sole dona il suo chiarore
agli occhi miei; né per sempre perduto

di te il ricordo sfugge. Ma le viore
che si chiudono a Morte, e il tuo svenuto
silenzio a me, quando parlò d'Amore
il Sogno, a tormentar si vanno. E il liuto

che a te ripete indarno le sue meste
lodi, presto si stanca e si lenisce
nel pianto. Allora sfugge il nostro assorto

istante. E mentre gridano le feste
lontane, questa attesa qui finisce;
(e) tutto quel che fu Sogno ora mi è morto.

Vorrei dimenticarti, o Sera, e dire

Vorrei dimenticarti, o sera, e dire
addio all'immenso mar che tu sovente
mi porti, quando nel Sogno le spire
della Notte m'opprimono. E il ridente

tuo sguardo che mi fa tanto soffrire
anche nel sonno, e le tue attese e lente
chiome, io vorrei nel cuor farmi svanire
forse per un istante. Ma il demente

pensiero più non si placa, e si converge
tutto nel petto mio profondo, dove
la tua immagine torna e si fa immane.

Allor è come un pugnal che si immerge,
il fascino tuo. E il mio piangere piove
sopra questo Destino che m'è infame.

Johan Klombeck, Un Paesaggio invernale, Tardo-Romanticismo tedesco, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XXIX del Mese di Settembre AD MMXIX.

sabato 28 settembre 2019

Quanta Angoscia oggi Mi prese!... e la dura

Quanta angoscia oggi mi prese!... e la dura
tua assenza e il precipitar delle foglie,
e di queste la scialba ombra che toglie
ai rami gli ultimi occhi, e la Natura

che si prepara al sonno, in me ogni cura
presto ridestano. Ma tutte le doglie
che sento e che in cuor crescon che l'accoglie,
or non men forti son che vien la Luna.

T'aspettavo, lo sai... non sei venuta.
Ma son rimasto solo sulle scale,
alla penombra del mio aspro ricordo.

Oh Vita, dimmi... di', perché sei muta
in tante attese.... E mi risponde un male
che intenso spezza questo Ciel che è sordo.

Caspar David Friedrich, Mare del Nord al Chiaro di Luna, Romanticismo tedesco, Prima Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Sabato XXVIII del Mese di Settembre AD MMXIX.

venerdì 27 settembre 2019

A una Stella - È dolce rivederTi quando a Sera

È dolce rivederti quando a sera
volge la Luna e la Notte il suo tetro
sguardo avvicina. Ma la Primavera
che tu mi porti e quel che è come un vetro

di sì fragili Sogni, e questa austera
ora del nostro incontro ben addietro
mi riportano; e so che la sincera
tua bocca tacque, dove sta nel retro

delle mie ricordanze il tuo leggero
silenzio. Né so dei tuoi occhi gagliardi
i nascosti pensieri, o se il tuo cuore

uno sguardo pietoso a questo nero
mio viver solitario volge.... O se ardi
al par di me di un fremito d'Amore. 

John William Waterhouse, Ofelia, Gruppo dei Pre-Raffaelliti inglesi, Tardo Romanticismo, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Venerdì XXVII del Mese di Settembre AD MMXIX.

mercoledì 25 settembre 2019

Non v'è più un'Ala di Rondine sotto

Non v'è più un'ala di rondine sotto
i tetti; e so che i loro nidi ormai
son solitari e vuoti. Né mi dai,
tu, o Settembre, una requie; ma il dirotto

tuo pianto in piova mutato e il ridotto
scrosciar della tua voce ora i rosai
miei appassiti assassinano. Né hai
pietà di loro, né sì presto il botto

della caccia disprezzi. Allora io vedo
che la Natura qui si fa più sola,
e che l'eterno orizzonte da men calma

Notte è sempre inghiottito. E or che mi siedo
su un ceppo, (io) scorgo un'ultima vïola,
qual po' d'acqua nell'ermo di una palma.

Nuyen Wijnand, Un Mulino al Sole, Romanticismo olandese, Prima Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Mercoledì XXV del Mese di Settembre AD MMXIX.

venerdì 20 settembre 2019

I Primi tre Sonetti del nuovo Autunno

Il Buio della Sera alla Finestra

Il buiö della sera alla finestra
io vedo; e la brevità dell'Estate,
e di Settembre le nebbie che a fiate
prime si mostrano, e la nube mesta

annunziatrice della Notte, e questa
attesa d'un che d'ignoto, a me odiate
ombre riportano. Ahi! né le pacate
ore mi sono care, né la desta

scintilla della Luna più mi aggrada
in tanto buiö. Ma dentro, pur lento,
un udir legger di gioia ho io nel cuore

come d'un Sogno che chiama; e la rada
di questo mar notturno in un momento
mi s'allumina e dice inni d'Amore.

Splendon le Vie lontane e sopra i biondi

Splendon le vie lontane e sopra i biondi
campi le nubi della sera, e quella
Luna che timida albeggia, profondi
sguardi del vespero. Ma la rubella

strada che ammiro, dove vagabondi
corvi bisticciano oscene budella
di caccia, a me di sprezzo grida. E i tondi
rami del noce che una pìccol stella

di fioco lume ghermisce, e i latrati
dalle cascine diroccate, i quai
mattoni stanno spogli al freddo, e il raggio

oscuro della Notte or di sprezzati
incubi mi circondano. Né i guai
m'opprimon. Ma di sognar ho io coraggio.

Addio! Oh esequie d'Estate! il tuo santo

Addio! Oh esequie d'Estate! il tuo santo
avello ancor s'aprirà per un anno,
la ghirlanda intrecciando con il canto
della vendemmia. Né èllera né affanno

a te... a me mancheran; né più d'accanto
ti rivedrò sì presto. E grideranno
i giorni in questo passeggero pianto
di nebbie, e tante Notti specchieranno

le steppe con la neve, e le bufere.
Ma tu non sei ancor pago, oh malvagio Ade!
che trattieni per sempre Persefòne!

Allora sono più lunghe le sere,
il luminoso giorno presto cade,
ed è questa, o Ade, la sua pia canzone.

Hans Andersen Brendekilde, Autunno, Tardo-Romanticismo scandinavo, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Venerdì XX del Mese di Settembre AD MMXIX.

martedì 17 settembre 2019

Gracchia la Sera, con Me, è il Corvo ossuto

Gracchia la sera, con me, è il corvo ossuto,
il qual nella mestizia in cuor m'infonde
più angoscia. Né mi par leggero il muto 
labbro del vespro. Né il suo mi confonde

abito vedovile, ove il perduto
meriggio non mi inquieta. Ma profonde
pene, e tornati dolori al temuto
sonno mi feriscono presto. Donde

l'avvenire mio intiero mi par come
la Notte che sovvienmi. E la mattina
sempre mi sembra assente e l'alba nuova.

Così il corvo mi chiama ancor per nome,
e poi mi fa sognar un'ombra divina,
l'Idëal che da sveglio il cuor non trova.

Alexey Bogolyubov, Le Nuove, Romanticismo russo, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì XVII del Mese di Settembre AD MMXIX.

E tuona da Lontano questa Infame

E tuona da lontano questa infame
caccia, ove tra le foglie io so che a stento
nasconde il sangue la preda, e che il cane
fiutando la rincorre. Ma quel vento

che ora si insinua nel ciel fatto rame
dal Tramonto, riporta a me più cruento
il tuono del fucile, il qual le rane
pur dello stagno spaventa. Onde il lento

tuo ghigno, o Vita, in tanta ansia mi pinge.
E vedo: orme di sangue e di sepolcri.
E sento: urla di Morte e di Destino,

questa allegrezza autunnal che si finge,
il passero che grida sotto i colpi
"Cacciator! lascia stare il mio bambino!".

Archibald Thorburn, La Volpe assassina, Tardo-Romanticismo scozzese, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì XVII del Mese di Settembre AD MMXIX.

sabato 14 settembre 2019

Immenso Spaziar di Urla è la Sera

Immenso spazïar di urla è la sera
quando il mio cuor trasognante e felice
al riposo s'appresta. Ma la fiera
assenza della Luna ispiratrice

e il rimembrar della mia Primavera
con le sue persiche aulenti, e l'altrice
Notte, io ora contemplo. E questa schiera
di ombre che sta silente mi dice:

i sonnecchianti guaiti dei cani
lontani, il canto di nottole stanche,
le fregole dei gatti vagabondi,

il sonno dei piccioni e dei fagiani,
le negre brume di nuvole bianche,
d'un astro timido i bei capei biondi.

E in tanto chiasso m'è arduo, infin, sognare.

Charles Lenoir, I due Amanti di Notte, Tardo-Romanticismo francese, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Sabato XV del Mese di Settembre AD MMXIX.