Vago
per la campagna a chieder covo
per
riposar dalle eterne sventure,
oh quanto aspre!.... Ma non fiore, non un rovo
l’albergo
ambito mi offrono, onde cure
più
truculente il cuor apprende. Trovo
che
non hanno più requie le radure -
pacifiche
un dì, ora selvagge - e il nuovo
sguardo
di maggio muore come dune
al
Sole fatte pietra. Ora, solo
m’aggrada
e mi disseta un batter d’ale,
un
tremito nascosto nella mesta
chioma
d’un bosco. Sì! Amo questo assolo
di
bucolici canti di cicale,
sussurro
martellante di celesta.
Carl Frederik Peder Aagaard, Un Bosco in piena Estate, Tardo-Romanticismo paesaggistico danese, Fine del Secolo XIX |
Massimiliano Zaino di
Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XVI Maggio AD MMXX.