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sabato 28 settembre 2019

Quanta Angoscia oggi Mi prese!... e la dura

Quanta angoscia oggi mi prese!... e la dura
tua assenza e il precipitar delle foglie,
e di queste la scialba ombra che toglie
ai rami gli ultimi occhi, e la Natura

che si prepara al sonno, in me ogni cura
presto ridestano. Ma tutte le doglie
che sento e che in cuor crescon che l'accoglie,
or non men forti son che vien la Luna.

T'aspettavo, lo sai... non sei venuta.
Ma son rimasto solo sulle scale,
alla penombra del mio aspro ricordo.

Oh Vita, dimmi... di', perché sei muta
in tante attese.... E mi risponde un male
che intenso spezza questo Ciel che è sordo.

Caspar David Friedrich, Mare del Nord al Chiaro di Luna, Romanticismo tedesco, Prima Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Sabato XXVIII del Mese di Settembre AD MMXIX.

lunedì 21 settembre 2015

Desiderio e Poesia

Ghermii alle frasche l’autunno d’un sogno, e…
e i sensi delle foglie ivi cadute e spente,
e il seno loro e il svelto sonno, e
e il ventre delle querce, e l’irredente
cere dell’alba, quando sovveniva la brina, e…
e strinsi i nembi infiniti
dove la rondinella ad altri e più estivi nidi
era inquieta e pellegrina; e…
e ghermii i salci, e i cespi moribondi, e
e i campi un dì mietuti, e l’ombre intense e oscure
delle nebbie autunnali, e fonti e
selvagge felci d’inquiete radure, - e
ho ghermito gli sguardi d’una Notte eterna,
e l’orizzonte e cime e valli, e
gli ultimi fiori sui quali sovvenne
il mio settembre e i suoi fogliami gialli. - E il
nome mio è Desidèrio: un sogno osceno
che tramonta lontano presso un monte ignoto
terribilmente e oscuro e immoto, e - io
ghermii la Vita e la sua età. - E ora tremo
domandando alle doglie sulle quali mi giacio
che cosa sia un labbro, un bacio;
e non intendo una muta risposta al cuore, - se
non che ho infranto un sogno d’Amore. - E
spettro ghermente io mi dolgo, e col mesto canto
piango al Destino che mi tolse
la giovinezza, e il sospìr del cuor blando, e
che come un mare m’annegò e mi avvolse. - E
ghermii un dì e in sogno un bacio di fanciulla; e…
e il sonno si destava… all’alba… il Nulla!


Massimiliano Zaino di Lavezzaro



Lunedì XXI Settembre AD MMXV

venerdì 11 settembre 2015

Impressioni introspettive d'un Poeta davanti a una Mattina di Settembre

Triste la Luna nella Notte urlava,
e ora intorno è il mattino, e il gelo ascolto
delle cadenti foglie, e scorgo arcana
e scialba brina; e questi antichi volti
di nudi rami mi assillano il cuore,
qui, dov’è immenso un tetro divenire
di aperti sogni, e dove odo le spine
di quei che son perduti. E una canzone
con il cantàr delle campane ai morti
spinge il mio pianto; e vola, e va l’accordo
d’una Tempesta di gioventù spenta
tra due incubi contorti e Vita lenta.

E intorno muore il tempo delle fiabe,
e i giovanili sensi, e il sogno è insonne,
in una Notte che dura per sempre,
e mentre all’alba e in ciel risuona l’Ave

io camminando, incontro i funerali
dei miei più vecchi spettri, e le mie bare
si disperdono, e i cimitèr lontani,
le accolgono; e ne sono un giòvin Vate?
È dunque quest’autunno nei miei Fati?
E la mia pelle singhiozza alle brume,
e raccòlgon le brine le mie cure,
le gela il grido d’un gemente cane.

E intorno cade il volto delle fiabe,
e giorno e notte io trascorro qui insonne,
come se Notte durasse per sempre,
finché non suona funeraria un’Ave.

Così io contemplo l’orba mattinata,
dov’è coperto il Sole dai fogliami
che càdon; dove tàccion le contrade
mie, e ogni mio sogno non è che orbo e vano;
e i miei pensieri si volgono ai monti, e
alle mie vette perdute e irrisorie,
dove io ebbi Vita. E intanto un aspersorio
di fredde piogge geme alla mia fronte, e
resta che il sogno del cuore è perduto,
e che i labbri del cielo urlano muti,
e resta il fiele d’un Poëta ucciso
da due ali di speranza e da un sorriso.


Massimiliano Zaino di Lavezzaro



Venerdì XI Settembre AD MMXV