Se passa l’ora e l’ora non ritorna,
se sfiora il Tempo e l’attimo svanisce,
se mi ferisce
qualcosa che ritorna
e che non ha nome, o volto o sembianza,
ma una semplice, muta rimembranza;
se penso ai palpiti dell’orologio
e alla sera che viene così presto
o a un necrologio
anonimo, affisso su un muro mesto,
o a un tocco di campane - vagabonde
per l’aria - che suonano marce strane
come le nuziali per delle bionde
o anche da funerale per un cane
randagio;
se vedo l’ozio e l’agio
di mille sogni mai conclusi e folli,
se tutto sotto le mie mani va
e sfiorisce nel buio dei miei fogli
bianchi, per scrivere banalità;
allora io mi sento al Tramonto,
e non ho ancora pagato il delitto
di non amare…
E come ultimo affronto,
il guidrigildo da dar all’invitto
raggio della Luna pallente
per il suo sangue splendente, è:
sognare.. sognare.. sognare!