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giovedì 21 ottobre 2021

Sonetto - Nebbia, oh pallida Amica, Mi conforti

Nebbia, oh pallida amica, mi conforti

così da quest’aspra melanconia

che d’Autunno ricopre i giorni smorti,

e quei campi e queste ombre e questa via

 

su cui cammino, e que’ rami contorti

senza più foglie come nostalgia

per l’Estate che fu!... E ora i tuoi assorti

sguardi mi volgi, onde il mio cuor sen gìa

 

per la tua fiamma densa più del mare

e che par pizzicarmi sulle mani

e mi solletica alle guance opìme.

 

Allor dentro te vorrei naufragare,

scrutar gli Abissi profondi e lontani,

nell’Infinito ergermi e nel Sublime.

Dipinto di Caspar David Friedrich (1774-1840), Cespugli di Salice quando il Sole è basso (Weidengebüsch bei tiefstehender Sonne), Romanticismo, Pre-Simbolismo tedesco, 1832-1835. Olio su Tela, 22x30,5 cm. Goethe-Museum, Francoforte sul Meno.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Giovedì XXI Ottobre AD MMXXI.

martedì 19 ottobre 2021

Ballata - Ottobre, Giovinetto dal Cuor caldo

Ottobre, giovinetto dal cuor caldo,

un giorno s’invaghì di Ninfe e Dee

e, baciandole su onde e su ninfee,

la nebbia generò il respir rubaldo.

 

Quelle scialbe fanciulle, infatti, a’ labbia

avevano vigor di Vita e Amore

e, quando le sfiorò la fredda sabbia

dal bacio mossa di Ottobre amatore,

condensando dal cuore

la bruma si formò nel buio delle acque,

donde il baciar si tacque

del giovinetto baldo.

 

Oggi s’attenta ancora lo spavaldo,

baciar disia quelle povere almee,

ma dalle labbia di ombre antiche e achee

la nebbia genera il respir rubaldo.

Fotografia dell'Autore stesso, Albero morto sotto la Pioggia di Ottobre, Lunedì IV Ottobre AD MMXXI.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XIX Ottobre AD MMXXI.

domenica 17 ottobre 2021

Autunno

M’appare Autunno ed è dunque il suo regno.

Qui la nebbia infinita m’attraversa..

dondolo come una foglia nel vento.

Dipinto di Eugen Felix Prosper Bracht (1842-1921), La Spiaggia dell'Oblio (Das Gestade der Vergessenheit), Tardo-Romanticismo, Simbolismo, Post-Impressionismo, Accademismo, Realismo tedesco, 1911. Olio su Tela, 139x239 cm. Westphalian State Museum of Art and Cultural History (LWL-Landesmuseum für Kunst und Kulturgeschichte),  Münster (Germania).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XVII Ottobre AD MMXXI.

mercoledì 13 ottobre 2021

Alle Nebbie

Risparmiate, oh nebbie, dal vostro regno

la mia via solitaria e buia e funesta,

ottobrine come ragnatele scialbe,

risparmiate la mia voce la mia ombra!

Dipinto di Caspar David Friedrich (1774-1840), Abbazia nel Querceto, Romanticismo, Pre-Romanticismo, Pre-Simbolismo tedesco, 1808-1810. Olio su Tela, 110,4x171 cm.  Alte Nationalgalerie, Berlino.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XIII Ottobre AD MMXXI.

lunedì 27 settembre 2021

Sonetto senza Rime - Delle Nebbie ritorna il Regno oscuro

Delle nebbie ritorna il regno oscuro,

mi hanno bendato con fasce d’oblio,

catene strette sopra gli occhi ciechi

che bruciano di sudore e di freddo.

 

M’addentro. Non osservo che algide ombre,

che ragnatele invisibili che urlano

foglie cadenti pungendomi il naso,

come punture di diavoli eterei.

 

Così mi perdo, né trovo il ritorno,

né un tronco su cui aggrapparmi e pensare,

né un dissetante filo di rugiada.

 

Mi chiamano le nebbie e mi divorano,

mi dicono di restare e di dormire;

no! la freccia del Sole non risplende.

Acquarello di Anders Andersen-Lundby (1841–1923), Cacciatore con Cane ai Limiti della Foresta, Tardo-Romanticismo, Realismo paesaggistico danese, 1891. Acquarello. Collezione sconosciuta.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XXVII Settembre AD MMXXI.

domenica 5 settembre 2021

Sonetto in Terzine - Mi chiami, o Autunno, e Mi condanni al Verno

Mi chiami, o Autunno, e mi condanni al verno

con le mentite giornate di Sole

e con il volo estremo degli stormi,

 

allorché Persefòne il sonno eterno -

dall’Orco minacciata - invoca, come

una Parca che i freddi capei informi

 

strappa del Fato… E chiamandomi, mi urli

infinite parole di silenzio,

donde mi porti cure vecchie e vecchi

 

Sogni, quelli del cuor che li sublima.

Poi, mi sussurri nebbia ebbra di assenzio

mentre si lamentano i primi stecchi

 

che denudar di foglie il vento brama

nella lunga discesa all’Ade buio.

 

Ma vorrei bere un sorso di Ebe prima

del morir che dalle tenebre chiama.

Dipinto di Thomas Moran (1837-1926), Tramonto sul Moro (Sunset on the Moor), Tardo-Romanticismo, Realismo, Impressionismo, Post-Impressionismo statunitense, Hudson River School. 1880. Olio su Tela. Collezione privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica V Settembre AD MMXXI.

giovedì 17 giugno 2021

Rune

Voglio scrivere rune per non dire

parole come le dicono le ombre;

ma vorrei lasciare una traccia di unghie

tra le alte nebbie del prossimo inverno.

Illustrazione di Arthur Rackham (1867-1939), Wotan e Brunilde per la Tetralogia di Wagner, Tardo-Romanticismo inglese, 1910.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Giovedì XVII Giugno AD MMXXI.

sabato 6 marzo 2021

Sonetto senza Rime - E torni, o Nebbia.. come torna in Cuore

E torni, o nebbia.. come torna in cuore

l’immagine di una viola che chiama

la mia voce… Salendo dalla terra,

tu mi riporti ai ceruli ricordi

 

dei vecchi fiori, ove il Sole si scioglie

e infiamma il ghiaccio la man che lo sfiora

e dove accende il verno un focolare

lungo i miei Sogni diseredati e aspri.

 

E ritorni sui pruni e sui germogli,

e sulle gemme dei suoi petali, Angioli

del Paradiso. Oh nebbia! Foschia sei

 

d’un oblio assente per i Sentimenti

d’un’Anima! Ma risplende la nuova

aurora, quella viola.. è Primavera!

Dipinto di Caspar David Friedrich (1774-1840), Mare del Nord, Romanticismo tedesco, 1823-1824.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato VI Marzo AD MMXXI.

giovedì 18 febbraio 2021

Elegia in Esametri barbari alle Nebbie di Febbraio

Avanza ancora la nebbia, dalle plumbee viscere nata

della vecchia amara terra, le ale dispiegando e la cieca

 

possa alle lontananze di porti affamati ove, senza un mare,

le infinite ombre colpendo, mai finiti viaggi il mio sguardo

 

percorrono; e come la via che tramonta nel nulla,

che l’orizzonte somiglia, si sperde immediata nel vacuo,

 

per cui l’attende un trillo di carmi misterici e sacri

alla corona bianca della Luna buia e ammutita,

 

così - soffrendo - il mio cuore dalla stessa terra dispiega

i suoi Sogni coraggiosi.. e va.. e vola.. e vede le nebbie,

 

e il tenero occhio (ei) abbraccia del tornato inverno, il mantello

e la bavosa clamide - a lui contendendo furioso.

 

Oh peplo al seno d’oro della Primavera annodato,

del vento adamantino dalle trecce fredde e disciolte,

 

così come ordina Persefòne al sordido Inferno

di dare alla terra! Tu, nebbia, colpisci e compiangi

 

la vastità che mi sta davanti. Sussurri parole

segrete. Rispondo silenzio. Sono ora il tuo labbro.

Dipinto di John Atkinson Grimshaw (1836-1893), Sotto argentati Raggi di Luna, Tardo-Romanticismo e Realismo inglese, 1882.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Giovedì XVIII Febbraio AD MMXXI.

sabato 28 novembre 2020

La Ragnatela dell'Inverno

Immensa ragna sei tu di aure illuse,

sei immacolata bava dell’inverno,

o nebbia serotina, che rivolgi

le spire insane a divorar la Notte

fredda, allor che - gridando - il suo silenzio

ferocemente mi riporti. Dunque,

precipitando il tuo regno malvagio,

i miei attimi decidi nei tuoi sguardi

di pallida malia; e mi seppellisci

nel tuo manto beffardo, oh di naufragio

senza salvezza, temeraria tomba,

oh di debile Luna, il mio sudario!

Illustrazione di Arthur Rackham (1867-1939), Le Tre Norne (per Il Crepuscolo degli Dei), Tardo-Romanticismo inglese, 1911.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XXVIII Novembre AD MMXX.


lunedì 23 novembre 2020

Sonetto - Sembra la Nebbia martellar Campane

Sembra la nebbia martellar campane

di Morte, qui, ove un regno tenebroso

apre alle remiganti Anime vane

sembianze. Ora, sentendo questo odioso

 

tuono, non mi si placa il cuor che tane

di ripetute pene urla al furioso

correr del Fato. Così più lontane

ritornano le spemi! Ma il nebbioso

 

attimo pur nasconde qualche informe

sguardo che non è tomba né è fantasima,

anche se splende con un marchio atroce.

 

È il ghigno sorridente d’un che dorme

e, sopra un mar che si scompiglia e spasima,

vedo tre chiodi: il sangue d’una Croce.

 

Quadro di Jean Désiré Gustave Courbet (1819-1877), Funerale a Ornans, Realismo francese, 1849-1850.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XXIII Novembre AD MMXX. 

martedì 17 novembre 2020

Sonetto - Profondo e immenso delle Nebbie oh Regno

Profondo e immenso delle nebbie oh regno!

Come divori il crepuscolo oscuro

e la vastità eterna del convegno

di tante ombre! Mi dolgo, intanto, al muro

 

della mia sera solitaria, degno

amico del Pöeta, onde al suo duro

cospetto forse mi compiango, segno

d’una rimasta pena o d’un impuro

 

aëre avvelenato e vagabondo.

Ma nella nebbia pur qualche sembiante

di Sogno amato mi chiama e poi fugge,

 

poi ritornando ancor più fremebondo.

E tra beltà e timor sto a te tremante

con l’Anima soffrente che si strugge.

Quadro di Julius Von Klever (1850-1924) Erlkönig - Il Re degli Elfi (sull'omonima Ballata di Johann Wolfgang von Goethe), Tardo-Romanticismo e Realismo russo, 1887.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XVII Novembre AD MMXX.

mercoledì 11 novembre 2020

Sonetto - Come M’è cara la Nebbia nel Cuore

Come m’è cara la nebbia nel cuore,

quest’Estate autunnale che su molte

foglie rovina, mentre sulle sciolte

chiome dei monti scivola il liquore

 

dell’ultima vendemmia! Ma un sopore

eterno, intanto, le membra raccolte

della Natura inebria e le mie, folte

sembianze simili a un perduto Amore

 

sul far dell’alba. Ora, la mendicante

bruma selvaggiamente mi rincontra,

e mi rivela il suo occhio di mistero.

 

L’ultima Estate muore spasimante,

donde il tempo mi sfugge e poi s’ammonta

in un cumulo d’ombre e cimitero.

Quadro di Arnold Böcklin (1827-1901), Autoritratto con la Morte che suona il Violino, Simbolismo svizzero-tedesco, 1872.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XI Novembre AD MMXX.

martedì 10 novembre 2020

Sonetto - Più non Mi chiama la Foglia leggera

 Più non mi chiama la foglia leggera

che, impallidita, un dì cadde dai rami

infreddoliti e secchi. Ora, gli ossami

di lei, restando al guardo della sera,

 

m’urlano invece una parola fiera,

quasi a ridirmi senz’altri ricami -

dall’Autunno diversi, come tu ami,

o Novembre - che questa nebbia nera

 

più solitaria quercia ora mi annulla

e mi confonde nel suo eterno viaggio

oscuro, dove il meriggio è più breve.

 

Ho spento l’ultima amata fanciulla:

una foglia nel mezzo del miraggio.

Grave è la terra, ma la nebbia è lieve.

Illustrazione di Arthur Rackham (1867-1939), Ophelia, Tardo-Romanticismo inglese, 1939.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì X Novembre AD MMXX.

lunedì 3 febbraio 2020

Mi ricoprono queste Nebbie il tuo

Mi ricoprono queste nebbie il tuo
nome, e il tuo sguardo che spesso scrutai
cercandovi rabbrividir nel gelido 
inverno, amando

le menzogne di tante sere. Attonito
ora resto; e so che ormai ci separano
questi candidi termini, nei quali
a stento i beati Sogni

si ridesegnano. E ancora, nel vacuo 
lume di molte stelle assenti, un brivido
mi precipita a sì malvagio vero:

al primo svanir dei nebbiosi umori,
tu con la Luna non ci sei più. Un buio
di Notte riempie il tuo fuoco d'Amore.

Nicolai von Astudin, Un Paese tra Montagne e Ruscelli, Tardo-Romanticismo germanico e russo, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì III del Mese di Febbraio AD MMXX.

mercoledì 22 gennaio 2020

M'assalse ancora un Grido, ancor la Nebbia

Mi olezza di un paio di rovi il fremente
mezzogiorno. Due o tre corvi mi cantano
una canzone che gracchia su un campo
di paglia;

e la ciurmaglia
errante e fredda (or) vola - senza scampo
dall'inverno - su ramora di platano
solitario. Così pensa la mente.

Ma i corvi volano intorno al mio sguardo,
scintillano la fame di chi muore,
schiudono il becco che dovunque trebbia.

E nell'immensità del Sol dov'io ardo,
vedo già della sera il tenebrore.
M'assalse ancora un grido, ancor la nebbia.

Johann Christian Dahl, Albero in un Paesaggio di Nebbia, Romanticismo danese, Prima Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Mercoledì XXII del Mese di Gennaio AD MMXX.

lunedì 6 gennaio 2020

Tre Madrigali di Nebbie senza Rime

I. E vennero le nebbie a ricoprir
l'Immenso. Ora l'Inverno regna alle ombre
offuscate del giorno. Ora il ferale

manto di tanti spettri ulula e grida.
No! non v'è più del Sole una lanterna
scialba. Ma suonano i bronzi di Morte,

rintocchi cupi per un cuor che geme.
Nell'incanto: l'inverno, tu, io... insieme.

II. Sempre ho saputo che la voce buia
delle brume invernali m'è il gridìo
d'un corvo. E vola la gazza sui rami

scheletrici dei pioppi. Ella, oramai, urla
per l'insistente fame... e trema... e muore,
sì che la sua ombra sui piedi mi cade.

Oh corvo! dimmi tu cos'è la nebbia!
Bianca scintilla... luce... agli occhi, oblio.

III. Non veggo più me stesso al freddo speglio
del ruscelletto smorto. Ma infinite
nebbioline selvagge si precipitano

sul mio sguardo tremante. Io per il gelo
confondo il Sole con la Luna, il giorno
con il Mistero della Notte, Dea-Ecate.

Mi resta un carme di sepolcri e tombe,
nella man l'arpa che un dì fu d'Orfeo.

Johann Jungblut, Paesaggio invernale con Ghiaccio e Sole, Romanticismo tedesco, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì VI del Mese di Gennaio AD MMXX.

domenica 29 dicembre 2019

Fine di Dicembre

Dicembre vola via, langue e svanisce
presto, con le sue feste e i suoi nebbiosi
giorni. Oh inverno! silenzi interminati
qua e là sono interrotti

dal tintinnio di uno strale di Sole,
o dall'ale battenti degli aironi
che stillano acque nei freddi torrenti,
Anime pescatrici

tra la terra selvaggia e le risaie
rimaste colme di stoppie ghiacciate.
Frattanto la tua corsa nella sera
e nella Notte, ansando,

ascolto. Oh come passeggi alle vie
che già preparano il risveglio amato
di Persefòne, dalle ombre dell'Ade,
che sono le tue nebbie!

Oh come i tuoi gorgheggi di tormenta
cullano il mio riposo e quello di altri
spiriti umani!.... Ma in un tuo meriggio,
benché risplenda il Sole,

l'orizzonte che timido traluce
mi fa tristezza. Né mi placa il tuo silenzio,
né mi diverte questa finta, oscura
beffarda Primavera.

Non è ancora tempo, mi urlò l'epigramma, non è
giunto di nuovo l'attimo di mirar nei prati le prime
vïole!

Joseph Farquharson, Figura femminile in un Bosco pieno di Neve in Inverno, Tardo-Romanticismo scozzese, Fine del Secolo XIX.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XXIX del Mese di Dicembre AD MMXIX.

martedì 17 dicembre 2019

Il Velo dell'Inverno

Né più il meriggio mi fu così triste;
e ora, nelle lontane ombre dei boschi,
velano i corvi il mio cuore che trema
con la nebbia più fitta.

Joseph Farquharson, Paesaggio al Tramonto con Neve e Pecore, Tardo-Romanticismo scozzese, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì XVII del Mese di Dicembre AD MMXIX.

domenica 15 dicembre 2019

Il Cristallo di Neve

Oltre le estinte vendemmie precipitano
sassi ghiacciati.
Ma tu chiamali neve!
Chiamali con il nome della brina!
Chiamali con i corni della nostra
lontananza perduta!
Eterna, irremovibile, perenne 
interminabil Notte, allora, a noi
risponderà di trista e tumultuosa
pena. - Per sempre divisi il mio dal
tuo orizzonte, mi restano due Sogni
e un cristallo di neve.

Joseph Farquharson, Paesaggio innevato di Giorno con Pecore, Tardo-Romanticismo scozzese, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XV del Mese di Dicembre AD MMXIX.