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giovedì 18 febbraio 2021

Elegia in Esametri barbari alle Nebbie di Febbraio

Avanza ancora la nebbia, dalle plumbee viscere nata

della vecchia amara terra, le ale dispiegando e la cieca

 

possa alle lontananze di porti affamati ove, senza un mare,

le infinite ombre colpendo, mai finiti viaggi il mio sguardo

 

percorrono; e come la via che tramonta nel nulla,

che l’orizzonte somiglia, si sperde immediata nel vacuo,

 

per cui l’attende un trillo di carmi misterici e sacri

alla corona bianca della Luna buia e ammutita,

 

così - soffrendo - il mio cuore dalla stessa terra dispiega

i suoi Sogni coraggiosi.. e va.. e vola.. e vede le nebbie,

 

e il tenero occhio (ei) abbraccia del tornato inverno, il mantello

e la bavosa clamide - a lui contendendo furioso.

 

Oh peplo al seno d’oro della Primavera annodato,

del vento adamantino dalle trecce fredde e disciolte,

 

così come ordina Persefòne al sordido Inferno

di dare alla terra! Tu, nebbia, colpisci e compiangi

 

la vastità che mi sta davanti. Sussurri parole

segrete. Rispondo silenzio. Sono ora il tuo labbro.

Dipinto di John Atkinson Grimshaw (1836-1893), Sotto argentati Raggi di Luna, Tardo-Romanticismo e Realismo inglese, 1882.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Giovedì XVIII Febbraio AD MMXXI.

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