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giovedì 3 marzo 2022

Sonetto - Dalla Finestra c’è ancor della Paglia

Dalla finestra c’è ancor della paglia

che vedo biondeggiare da lontano,

come oro ambito dalle gazze.. e scaglia

il Sole frecce e fiamme dalla mano

 

invisibile, mentre la granaglia

rimasta è pasto dell’airone. Un ramo,

intanto, dopo il verno, un’accozzaglia

di foglie nuove mostra e al suo richiamo

 

ritornano gli stormi dal deserto,

festosi come mai lo siano stati,

dopo l’attraversar del mar incerto.

 

Ma del verno i respiri disprezzati

ancor non scemano.. e il freddo fa da serto

ai guardi degli incolmabili Fati.

Dipinto di Edward Robert Hughes (1851-1914), Fantasia al Tramonto, Tardo-Romanticismo, Simbolismo, Accademismo inglese, Confraternita dei Preraffaelliti, 1911. Olio su Tela, Dimensioni sconosciute. Collezione Privata. 
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Giovedì III Marzo AD MMXXII.

Sonetto - Amo il Cuor della Primavera quando

Amo il cuor della Primavera quando

a fin del verno sono i primi fiori,

sopra l’umida terra, sul meandro

del piccolo ruscello, sugli ardori

 

del Sole nuovo. E ridendo e vagando

per la campagna ove i seminatori

arano la belletta, dentro un blando

bosco odo cinguettar augelli in cori.

 

Ma chi sei tu che sul prato le ignude

caviglie volgi a danzare la Morte

la prima erba mietendo appena nata?...

 

E una Dea orrenda così già m’illude;

nel buio fosco d’un usbergo, le assorte

pupille stanno. La guerra è tornata.

Dipinto di Edward Robert Hughes (1851-1914), "Oh, What's That in the Hollow...?", Tardo-Romanticismo, Simbolismo, Accademismo inglese, Confraternita dei Preraffaelliti, 1893. Olio su Tela, Dimensioni sconosciute. Collezione Royal Watercolour Society (Regno Unito).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Giovedì III Marzo AD MMXXII.

lunedì 31 gennaio 2022

Logica. Sonetto - Come un semplice “E” il Mondo lega Amore

Come un semplice “e” il mondo lega Amore,

si dice, dunque, una rosa “e” una viora,

una piccola lingua, una parola

unica.. piacer, sofferir, dolore.

 

“E”!.. oh povera miseria di clamore

d’esseri che si parlano nell’ora

di Desideri senza voce e gola,

nel solitario “e” desertico cuore

 

di sofferenti notti insane “e” insonni!...

Tu leghi i labbi all’olezzo dei fiori,

la Luna bianca al venir della sera.

 

Ma mi son chiesto mentre sogni e dormi

come chiamar una rosa “e” i suoi odori

mentre ancor non è, “e” attende Primavera. 

Dipinto di Gaston Bussière (1862–1928), Tristano e Isotta. Nella Foresta (Tristan et Isolde. Yseult en Forêt), Tardo-Romanticismo, Simbolismo, Accademismo, svizzero, franco-tedesco, 1911. Olio su Tela, 17,8x24,8. Musée des Ursulines, Mâcon (Francia).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XXXI Gennaio AD MMXXII.

domenica 23 maggio 2021

Impressioni. Sole tra i Tetti di Maggio

Scie per la vecchia strada di ceraste,

algidi petali ad Ade diletti,

alea di rose vagolanti e caste,

come oro in fiamme, è il Sole sopra i tetti.

Gli stagni sono spegli cilestrini

del cerulo Tramonto tra i bei pruni,

la Notte attende dai tardi Destini

il fulgente arrivar dei noviluni.

Frattanto un’ombra tremula e ancillare

d’una rondine a me, volando, sembra

ricordarmi il suo viaggio lungo il mare

agitato che ancora un po’ rimembra.

Allora preconizza l’îr d’Estate,

immane vaticinio come a Maggio

un forbito rosario; e di dorate

ombre son pago, come in un miraggio.

Questa è la storia del nuovo orizzonte,

labbia di rane e di rospi lamento,

dove danno dei baci a qualche fronte,

ma quella fronte è un cuore di tormento.

Quadro di Oscar-Claude Monet (1840-1926), I Papaveri, Impressionismo francese, 1873.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XXIII Maggio AD MMXXI.

domenica 2 maggio 2021

Epitalamo alla Luna

Oh silenziosa riva del Tramonto..

desolato deserto e spiaggia e mare!

Oh viaggio dei viandanti senza patria,

del vento i tenebrosi spasmi eterni!...

Adesso, il corpo di Persefòne, ala

della festosa Primavera, i campi

andando a ricoprir di fiori, germina,

melograno divino al mondo sacro,

quando d’un tratto mi diventa sera.

Come un fulmine di ombre melanconiche,

come ridente Sole sulla terra,

ora giunge l’istante che mi chiama..

parole meste che mi urlano “Fa’

che si oda alla mia Luna il tuo epitalamo!”.

Quadro di Caspar David Friedrich (1774-1840), Due Uomini davanti alla Luna in un Bosco, Romanticismo tedesco, 1819-1820.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica II Maggio AD MMXXI.

venerdì 30 aprile 2021

Maggio

Canto di maggio, sommesso sussurro,

le risaie rispondono alle rane,

sonnecchiano le stelle sogni ardenti

sui vascelli assopiti delle giovani

ninfee. Ma, intanto, scorre la stagione

e Primavera per malia si arresta…

Sento piovere.. e.. com’è freddo il Sole!

Ticchettio innervosito di tempeste,

palpiti eterni agli Abissi del mondo..

una bugia di ciliegi difformi,

le rose che non hanno più profumo…

Io, allora, come una lumaca a terra,

il mio guscio di spasimi trascino..

e cerco cogliere una rotta amica

da qualche rondine, il suo focolare

ignoto; sì che vorrei essere libero..

sognare l’Oltre che il tristo orizzonte

mi divieta.

Quadro di Jean-Baptiste-Camille Corot (1796-1875), Un Albero spezzato, Realismo paesaggistico francese, 1874 circa.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XXX Aprile AD MMXXI.

domenica 18 aprile 2021

Canzone sestina lirica - Stupiscimi con un Canto di lieta

Stupiscimi con un canto di lieta

Primavera, con le alme rose e i bianchi

pallor dei gelsi. Di’, occhio di passante

per il Calendimaggio, dove corri?..

dove? con i tuoi capelli intrecciati

sul biondo delle gemme e sulla fronte?...

 

Sembri Proserpina.. e scialba è tal fronte,

quel sorrider rapito da Ade, a lieta

di dolor ombra. Dei rami intrecciati

come ghirlanda, intanto, agli occhi bianchi

mostri.. ramora eteree; e se tu corri,

spezzansi essi e sanguinano, o passante.

 

Stupiscimi.. e con un fior che è passante

per i baci del Sole, la tua fronte

solleva ai miei occhi e rapiscili! Corri,

dunque, avendoli presi.. e vola lieta!

Va’ verso il cielo e i suoi nuvoli bianchi!..

nembi che al maggio ridono intrecciati.

 

Frattanto ascolto: murmuri intrecciati

al tuo piede veloce di passante

si susseguono. Si alzan fumi bianchi

qua e là.. un sigaro suda su una fronte..

vai oltre le panchine e sembri lieta,

ti fermi un solo attimo e più non corri.

 

Oh Persefòne! Non vai più.. non corri,

resti su un prato, laddove intrecciati

vedo che sono i gelsi.. e sembri lieta,

sembra che il Fato che ti fa passante

tu abbia ora rinnegato, con la fronte

ridente sopra i picciol fiori bianchi.

 

Ma presto tornano i ghiacci.. i lor bianchi

sguardi ti sprezzano e sprezzata corri.

Ti cade un fiore dal serto che hai in fronte,

sopra i rami sottil che hai intrecciati…

Svanisci come un Sogno… Una passante

è svanita.. una rosa non è lieta.

 

Bianchi di Maggio ghiacci e neve lieta,

tu corri e vai lontana, o cara fronte.

Sogni ho io intrecciati a una passante!

Quadro di Sir Lawrence Alma-Tadema (1836-1912), Le Rose di Eliogabalo, Tardo-Romanticismo inglese, Accademismo, Scuola dei Preraffaelliti, 1888.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XVIII Aprile AD MMXXI.

domenica 11 aprile 2021

Aprile d'Autunno

Sembra Autunno, oggi. Manca un fuocherello

tra i rami della boscaglia, mi mancano

le caldarroste sulla via del paese.

Intanto,

piove.. piove nostalgica allegria,

come un pianto in sussurri tra le querce..

e mi ricordo dei mesi trascorsi,

dei boschi falbi, dei zitti arancioni

sulle foglie che vollero dormire,

dei primi ghiacci e della brina caduca.

Ho sonno anch'io.. oggi! Cullato dai nugoli

eterei, cesie nuvole al tramonto!

Come una nebbiolina un po' leggera!...

E gli occhi azzurri di una donna ignota

mi sono diventati quelli grigi

di un avverso Destino.

Quadro di Caspar David Friedrich (1774-1840), Il Mare di Ghiaccio, Romanticismo tedesco, 1823-1824.
Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XI Aprile AD MMXXI.

venerdì 9 aprile 2021

Et Ventus spirat

Lo so che ormai in cerùlea ombra d'Aprile

ci son tante giornate in mezzo al vento,

come scie di soffioni, Anime grate

inquiete posano a terra, sul caldo,

e la conta facendo di passanti

senza uno sguardo, nasconde la femmina

Notte il Mistero della Luna scialba,

il patimento di tutte le stelle.

Quadro di Gaetano Previati (1852-1920), Il Ritorno delle pie Donne, Scapigliatura, Tardo-Romanticismo, Post-Impressionismo, Divisionismo italiano, 1910.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì IX Aprile AD MMXXI.

lunedì 5 aprile 2021

Sera di Pasquetta

Serrato dentro come un’ombra sui vetri,

questa è la triste tragenda di un uomo,

veder da una finestra rifiorir

fecondo aprile.

 

Ah quanti fiori mi nascondono orme

di attimi dolci! La scia della nascita

d’una stella mi sfugge e poi tramonta,

compatimento

 

dei nascosti dolori!... Oh Primavera!...

Oh Primavera!... Come sei lontana,

così vicina al mio sguardo in catene,

come una rondine

 

che fa il nido disotto il tetto buio!...

E mi sconfiggi l’orizzonte amato,

me lo precludi agli occhi contemplanti,

come in prigione,

 

e mi sussurri parole sommesse..

indecifrabili oscure parole,

forse sussurri.. forse lamentanze.

Ecco la Luna!

Quadro di Édouard Manet (1832-1883), Chiaro di Luna al Porto di Boulogne, Impressionismo francese, 1869.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì dell’Angelo V Aprile AD MMXXI.

domenica 4 aprile 2021

Inno a Jarilo

Cantan i suonator di guzli un inno.

“Oh Jarilo! Sei tu d’April la gloria,

sei tu che sorgi dal letto del verno,

Snegùroscka disciogliendo sui prati,

delle nebbiose mattine ella è figlia,

delle rusalke amica scaltra e perfida..

ella, sotto di te, malia di neve

e incantesimo d’orridi ghiacciai..

sei tu che trionfi sopra il suo gelido

sorriso”.

“Oh Jarilo! Resusciti dal Sole,

Genio fecondo della Primavera,

e in mano porti dei fasci di grano,

e al labbro stilli dolcezze di vino

e, dove passi, spargono i tuoi servi

cespi di rose profumate e rosse,

il tempo quieto prodigando agli imi

mortali”.

“Evviva Jarilo! Evviva il Re! Il Dio!”

Ripetono suonando guzli i sommi

cantori.

“Prodigo Nume, dispensator sacro

d’Amore, Jarilo.. ave!... Viene il gelso

a cantare la tua falba purezza,

ti raccoglie la rosa il rosso sangue,

e sui campi che tu allumini e baci

del pane mangeremo con dei petali

di rose”.

Quadro di Andrey Shishkin (1960), Yarilo, Pittura contemporanea ispirata alla Mitologia slava, 2016.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica di Pasqua di Resurrezione IV Aprile AD MMXXI.

lunedì 22 marzo 2021

Sonetto - Salve a Te, Primavera, dalle Viole

Salve a te, Primavera, dalle viole

delicate sul braccio del tuo seno!

Quanto mi giova il tuo peplo in sul Sole,

e le tue vie serene, e quel del fieno

 

dai campi olezzo di Vita, parole

di sciami vagabondi sul veleno

dei tuoi fiori!... Oh, che fiori! La tua prole

feconda, che a nascer più non ha freno.

 

Splendonmi i nembi nel lontano quarzo

d’un lago, speglio di un Sole più attento

a prolungarne il Tramonto d’intorno.

 

Dunque mi luce il meriggio di marzo,

come risuona floreale il vento…

E m’è tutto un mandorlo in fiore il giorno.

Dipinto di Sir Lawrence Alma-Tadema (1836-1912), Primavera, Tardo-Romanticismo, Accademismo, Simbolismo anglo-olandese, Scuola dei Preraffaelliti, 1894.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XXII Marzo AD MMXXI.

martedì 16 marzo 2021

Giornata di Vento

E mi trascina questo vento insano,

dei monti alito forte oltre il perenne

ghiaccio, ferocemente palpitando,

come d’un Mostro le fauci selvagge

figlie di un regno di ombre incatenato,

il presuntuoso Ade, donde ragli

salgono dell’Arpie e dell’altre genti,

servi profani d’un rito di Morte,

per cui gelando il cuor commetto al vago.

Io so che porta il vento tanti fiori,

che piovono i capelli i salci al mio

passeggiar nel meriggio solitario

e che la Primavera si risveglia.

Io so che il melograno già feconda

il bacio della terra e il biancospino

e che intreccia corone il pesco al cielo,

con i suoi occhi rosati e le sue ciglia

appena falbe, come son le nuvole.

So che alza i vestimenti delle dame,

un po’ le gonne, a discoprire i volti

pudici delle caviglie sottili,

al nudo corpo delle ninfee assorte

l’occhio a indirizzar seguitando eterno

nel torneamento d’una ridda in miele.

Ma questo vento - è solo vento e nulla! -

nell’incanto sublime della Vita

agile cocchio trainando nell’aër,

mi ricorda che son ossa di fango.

Nel cuor mi cape profonda paura.

Quadro di John William Godward (1861-1922), Paesaggio con Fioritura del Mandorlo dai Fiori rossi, Neo-Classicismo, Accademismo, Simbolismo inglese, Scuola dei Preraffaelliti, 1912.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XVI Marzo AD MMXXI.

martedì 9 marzo 2021

Sonetto senza Rime - Quante Volte pensai che fosse bella

Quante volte pensai che fosse bella

l’ombra che dietro ancora mi trascino,

con il cappotto aperto, come a tessere

un mantello sui sassi della terra,

 

e con l’agilità del vento insano!....

Ma è una misera parte del mio cuore,

la nascosta e più buia dimora incauta,

è la via nera che dà a tutto un nome

 

di profano splendore, amaro sangue

chiamando come un salasso ben poco

nutrito. E dimmi tu, Narciso, cosa

 

sia meglio: contemplar il proprio volto

allo specchio del Male e d’uno stagno?...

No.. veder la propria ombra, Anima oscura.

Quadro di Caspar David Friedrich (1774-1840), La Nebbia (La Foschia), Romanticismo tedesco, 1807.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì IX Marzo AD MMXXI.

domenica 21 febbraio 2021

Elegia in Esametri barbari - Inno alla Primavera

È triste attendere.. sognar forse è d’uopo: il risveglio

di una nuvola di fiori. Lasciatemi! il verno ritira

 

le sue orde selvagge, le nebbie innalzando dai smossi

campi, simile ai fumi di pugne lontane e meschine…

 

Ma d’intorno m’è suono tuttora il silenzio degli attimi

che alla membranza scorrono delle nevi glauche e irridenti.

 

Solo dei battiti d’ale distruggono questi silenzi..

e poi, nuovamente, non sento più nulla, soltanto

 

il ricordo delle vecchie tormente… E tintinnano le ore,

e si susseguono i giorni, e lagrima d’acerbo dolore

 

il mio occhio. Pur non risveglia dagli Inferi il mistico patto

di Cerere la vergine fanciulla rapita dall’Orco,

 

la qual inorridisce pallendo al sentirsi di nuovo

gli artigli del bruto ghermirle la giovine pelle

 

sui fianchi bramati. - E io so che l’Inferno è più dolce

d’una fiamma di ghiaccio che brucia la mano ai suoi tocchi

 

e che dal talamo di Ade, l’imeneo sprezzando, la Dea

attende che la terra sia baciata da iri di Sole.

 

Frattanto m’è orrendo e triste l’inverno che rugge a Febbraio..

e, nell’attesa ansiosa della mia Primavera amata,

 

continuo a sognare. Sogno: sul pelago - sacro alla Ninfa -

conto i petali secchi dei fiori raccolti nell’attimo

 

in cui svelse il rapimento l’oscuro signore dell’Ade.

Vorrei intrecciare, dunque, la ghirlanda al peplo sepolto

 

della Dea. Vorrei chiamare, risvegliare il suo sguardo insonne,

e dire al primo fiore che mi dà gentile: “Sei mio!”.

 

Ma sarebbe un bellissimo fiore che dalle ombre è salito

dal regno più buio. La Vita è un rigurgito di Morte.

Quadro di Gabriel Charles Dante Rossetti (1828-1882), Proserpina, Scuola dei Preraffaelliti, Tardo-Romanticismo inglese, 1874.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XXI Febbraio AD MMXXI.