Come un semplice “e” il mondo lega Amore,
si dice, dunque, una rosa “e” una
viora,
una piccola lingua, una parola
unica.. piacer, sofferir, dolore.
“E”!.. oh povera miseria di clamore
d’esseri che si parlano nell’ora
di Desideri senza voce e gola,
nel solitario “e” desertico cuore
di sofferenti notti insane “e” insonni!...
Tu leghi i labbi all’olezzo dei fiori,
la Luna bianca al venir della sera.
Ma mi son chiesto mentre sogni e dormi
come chiamar una rosa “e” i suoi odori
mentre ancor non è, “e” attende Primavera.
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