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giovedì 27 ottobre 2022

L’ultima Rosa dell’Estate

Piccola rosa, già sopravvissuta

dell’Estate mia, della gioventù,

domani ancora t’avrò riveduta,

un giorno solo, allora, e poi mai più.

 

Così sarà riposto nell’oblio

l’ultimo sguardo.. il petalo.. lo stame..

griderò silenzioso ultimo addio

per la terra del cadente fogliame.

 

Non odi?... I rami spogli, devastati

ripetono il saluto nostro estremo;

è arrivato l’Autunno.. gli angosciati

spiriti del suo nebbioso veleno.

 

E tu, piccola rosa delicata,

vedrai una mano che ti porta via;

da me per sempre attesa e separata,

scorderai l’Anima che non ti oblia…

 

Scorderai della nostra Estate spenta

quella gioia recondita che fu;

ma sai la realtà che mi spaventa:

davvero non ci rivedremo più.

Dipinto di Tranquillo Cremona (1837-1878), Il Pittore e la Modella, Romanticismo, Tardo-Romanticismo, Pre-Impressionismo, Pre-Simbolismo italiano, Scapigliatura milanese, 1870-1872. Olio su Tela, Dimensioni 91,0x63,0 cm. Collezione Poscio, Domodossola (Italia).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Giovedì XXVII Ottobre AD MMXXII.

martedì 14 giugno 2022

Un Prato

Vedono i miei occhi questo prato immenso

dove pascolano avide le rose,

e tu le attendi. Forse attendi un dono..

un fiore, un bel petalo o dell’incenso,

o un suono tinteggiato un po’ di Luna.

Che cosa attendi?...

 

E intanto, volano i rondoni. Guarda!

Li vedi? O intendi solo i loro canti

macchiati dei miei pianti?... Ascolta! Il volo

pronunzia le parole d’una pioggia

leggera.. ma anche di un’alba maliarda

di Sole fino al venir della sera,

e della Luna.

 

Perché ti scrivo?... Anche tu vedi queste

rose e ti aggiri pregando e attendendo

in un Sogno che spendo nella notte,

ma non senti le mie orrende tempeste

che per te irradia il cuore vagabondo

mentre si consuma perfino il mondo

nel mio dolore.

Dipinto di Edmund Blair Leighton (1852-1922), Corteggiamento (Courtship), Tardo-Romanticismo, Accademismo, Pre-Simbolismo inglese, 1903. Olio su Tela, Dimensioni 60,0x40,0 cm. Collezione Privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XIV Giugno AD MMXXII.

lunedì 31 gennaio 2022

Logica. Sonetto - Come un semplice “E” il Mondo lega Amore

Come un semplice “e” il mondo lega Amore,

si dice, dunque, una rosa “e” una viora,

una piccola lingua, una parola

unica.. piacer, sofferir, dolore.

 

“E”!.. oh povera miseria di clamore

d’esseri che si parlano nell’ora

di Desideri senza voce e gola,

nel solitario “e” desertico cuore

 

di sofferenti notti insane “e” insonni!...

Tu leghi i labbi all’olezzo dei fiori,

la Luna bianca al venir della sera.

 

Ma mi son chiesto mentre sogni e dormi

come chiamar una rosa “e” i suoi odori

mentre ancor non è, “e” attende Primavera. 

Dipinto di Gaston Bussière (1862–1928), Tristano e Isotta. Nella Foresta (Tristan et Isolde. Yseult en Forêt), Tardo-Romanticismo, Simbolismo, Accademismo, svizzero, franco-tedesco, 1911. Olio su Tela, 17,8x24,8. Musée des Ursulines, Mâcon (Francia).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XXXI Gennaio AD MMXXII.

giovedì 24 settembre 2015

A una Rosa selvatica di Montagna

E mai ti rimirerò, dunque, o mia melliflua rosa rossa dell’estate e…
e mai più i tuoi incandescenti petali, e la tua, e la mia - e la nostra montagna - alta e irridente,
là, dove tra le selve delle vipere del tristo Fato ti mirai per la prima volta; e…
e mai gli occhi dei rosseggianti tuoi e giovanili e dolci stami, e…
e ne mai più e ancora intenderò novellamente quei tuoi profumi di miele,
che discendono dal tuo più gemmato crine, capelli di fiore, e…
e né mai le ambrate e addolcite tue guance fatte di una pòrpora sanguigna,
e sdrucite nella rimembranza or mentre le mattutine rugiade di adamanti ordite e composte,
discendono dal fresco e ottenebrato cielo e dall’ultimo argento di Luna piena. E…
e così dovrò forse anch’io assaporare l’incommensurabile e sempiterna tua assenza,
e la sua fuggevole impronta che si proietta ombra nel Nulla osceno che mi rimane:
questo vacuo e futile mare di sensi inappagati e storditi che tu mi abbandonasti,
dopo le impetuose folgori che su di me scatenarono le tue indomate Tempeste. Eh! No! Mai più ti ammirerò taciturno, e silenzioso e insofferente, e…
e incapace di gridare un Sentimento più dolce d’un favo di miele,
e mai più potrò rimirarti a rosseggiare d’accanto ai miei segreti sogni dettati dalle mie più secrete cure, e…
e solamente nei nuovi sogni che si susseguono come onde d’un Oceano selvatico,
tu mi apparirai, e sempre più giovane, e sempre bella, immortale e…
e eternata dall’invisibile plasmarti dei pennelli dell’occhio mio, l’amante dei fiori tuoi compagni,
immortalata in un affresco notturno che rimarrà una Vita inanimata,
e che sarà una quieta abnegazione della tua Morte.
Eppur non mi soddisfa, o rosa, quest’incauto sognare, né il ricordo della tua ombra che muore e…
e che si infrange sui più irrequieti e commossi scogli del Tempo e delle sue Furie,
l’Erinni dell’Ecate che il Tutto universale seppelliscono nella tomba, e…
un sognàr che non è che una debole nebbia autunnale,
ora lambita da un labbro che con il calòr del suo sospiro la allontana fendendola come un cuore trafitto e…
e che non può che essere che uno spettro di Nulla.
No! Mai più ti rivedrò, o fiorellino, e…
ed è per questo che sarà il canto che oserò lamentare:
e una nenia mortuäria e sconfinata e infinita, e una ghirlanda per il tuo ignoto sepolcro di montagna, e…
e non dovrò far altro che piangere e deplorare il nostro ormai separato Destino!


Massimiliano Zaino di Lavezzaro



Giovedì XXIV Settembre AD MMXV