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mercoledì 16 marzo 2022

Pioggia di Fiori bianchi

Piovono fiori.. fiori bianchi dentro

l’immenso mare del mattino, sulle

terre un po’ smosse delle rive, al vento,

tra le betulle,

 

piovono bianchi, come candide ali,

dalle ramora un po’ virenti, dalle

gemme seriche e belle, tra le opali

di foglie gialle.

 

Oh pioggerella bianchissima e bella!

Benedizione della Madre bianca

della Natura e d’ogni eterna stella

e della stanca

 

stagione dell’inverno che finisce,

e di codesto germinale nuovo,

piccola pioggia sulle viole lisce

e sopra il rovo!...

 

Tu dici: “È giunta la tua Primavera!”.

Aspetto qualche giorno e vedrò. È vero?...

Ma nel mattino, ancora, e nella sera

il cielo è nero..

 

è nero perché piovon questi fiori

nel Sogno dell’incanto e dell’attesa.

La Primavera tra i loro madori

resta sospesa.

Fotografia dell'Autore stesso, Fiori bianchi nell'Azzurro nuvoloso del Cielo, Domenica XIII Marzo AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XVI Marzo AD MMXXII.

martedì 18 gennaio 2022

Presto.. la Primavera

Là, sui prati fioriti, là, sui campi

di grano, sulle paglie sorridenti

di cerula rugiada, sulla terra

nera, sui rami come mani e braccia

nel vento, sui rigagnoli invernali

che hanno l’odore dell’acqua ghiacciata,

tornerà la Primavera;

e saranno le rondini a cantare,

stormi felici sotto i cirri eterei..

apparirà l’Immenso della Vita

nella pupilla del fiore che si apre..

che si apre per vedere e per ritmare

un ballo di formiche e il vol di un’ape

nell’infinita gioia di un marzo etterno.

Dipinto di Gaston Bussière (1862-1928), La Houille Blanche con Vista sulle Cartiere di Bergès, Combe de Lancey (La Houille Blanche surplombant les Papeteries Bergès, Combe de Lancey), Tardo-Romanticismo, Neo-Classicismo, Accademismo, Simbolismo francese, 1902. Allegoria pittorica, Dimensioni sconosciute. Collezione Privata (Francia).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XVIII Gennaio AD MMXXII.

lunedì 27 settembre 2021

L’ultima Viola. Sonetto - Avrei voluto rimirarTi, o Viora

Avrei voluto rimirarti, o viora,

di quest’ultimo Autunno ombra felice

che nel momento dei sogni mi dice

dolce parola che appien mi innamora.

 

Sol per te, infatti, ho päura ch’io mora

tanto sprecai questa vita e aspra e ultrice,

sì che quel che più nel cuor mi si addice

è questa pena orrenda che m’accora.

 

Ma del voler mio non resta che nulla,

nel cuor dissolse il silenzio esta gioia,

il rossor la vergogna e la mia vita.

 

Rimane un’ombra come di fanciulla,

ma nell’immensità di questa noia

solo son io, e tu sei già svanita.

Dipinto di Edmund Blair Leighton (1853-1922), La Fuga d'Amore, Tardo-Romanticismo, Simbolismo, Accademismo inglese, Confraternita dei Preraffaelliti, 1893. Olio su Tavola. Collezione privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XVII Settembre AD MMXXI.

domenica 19 settembre 2021

Presagi d'Autunno

L’ellera forma corone e capei

sulle tegole vecchie delle case.

Sento la fuga dei piccoli augei,

come stridule grida, odo una frase:

mi è il tintinno del vento che ripete

la sua devozïone al nuovo Autunno,

è il fruscio delle foglie secche.. siete

voi, rimembranze d’Estate e di Sole,

sedute - come nella steppa un Unno

siede - sul campo delle ultime viole,

e non dite più motti né parole

ma aspettate con ansia il distaccarsi

dell’ultima vita in questa Natura.

Dipinto di Désiré Thomassin (1858–1933), La Diligenza della Posta, Realismo, Accademismo austriaco, 1933. Olio su Tela. Collezione privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XIX Settembre AD MMXXI.

domenica 25 luglio 2021

La Carrozza del Vento

È come una carrozza il vento. Porta,

infatti, come un viaggiatore esperto,

a passeggiare l’Amore dei fiori

immacolati:

la campanula bianca col cappello

che vola, leggermente al collo il laccio

disciolto,

e il rododendro, figlio delle vette..

delle vette sublimi, dove l’aquila -

la vittima futura designando -

regna sui vecchi Abissi.

Oh che bel viaggio!... E io, d’altra parte,

lo vedo.. con le pupille nascoste

nel riverbero incauto delle nuvole..

e va.. e va.. e va lontano

che a seguirlo ora m’è fatica e speme,

fino dove lo attende un’altra Vita,

forse per la prossima Primavera.

Dipinto di Franz von Stuck (1863-1928), Paesaggio nella burrasca, Impressionismo, Espressionismo, Simbolismo tedesco, 1920 circa. Olio su Tela.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XXV Luglio AD MMXXI.

domenica 23 maggio 2021

Impressioni. Sole tra i Tetti di Maggio

Scie per la vecchia strada di ceraste,

algidi petali ad Ade diletti,

alea di rose vagolanti e caste,

come oro in fiamme, è il Sole sopra i tetti.

Gli stagni sono spegli cilestrini

del cerulo Tramonto tra i bei pruni,

la Notte attende dai tardi Destini

il fulgente arrivar dei noviluni.

Frattanto un’ombra tremula e ancillare

d’una rondine a me, volando, sembra

ricordarmi il suo viaggio lungo il mare

agitato che ancora un po’ rimembra.

Allora preconizza l’îr d’Estate,

immane vaticinio come a Maggio

un forbito rosario; e di dorate

ombre son pago, come in un miraggio.

Questa è la storia del nuovo orizzonte,

labbia di rane e di rospi lamento,

dove danno dei baci a qualche fronte,

ma quella fronte è un cuore di tormento.

Quadro di Oscar-Claude Monet (1840-1926), I Papaveri, Impressionismo francese, 1873.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XXIII Maggio AD MMXXI.

lunedì 22 marzo 2021

Sonetto - Salve a Te, Primavera, dalle Viole

Salve a te, Primavera, dalle viole

delicate sul braccio del tuo seno!

Quanto mi giova il tuo peplo in sul Sole,

e le tue vie serene, e quel del fieno

 

dai campi olezzo di Vita, parole

di sciami vagabondi sul veleno

dei tuoi fiori!... Oh, che fiori! La tua prole

feconda, che a nascer più non ha freno.

 

Splendonmi i nembi nel lontano quarzo

d’un lago, speglio di un Sole più attento

a prolungarne il Tramonto d’intorno.

 

Dunque mi luce il meriggio di marzo,

come risuona floreale il vento…

E m’è tutto un mandorlo in fiore il giorno.

Dipinto di Sir Lawrence Alma-Tadema (1836-1912), Primavera, Tardo-Romanticismo, Accademismo, Simbolismo anglo-olandese, Scuola dei Preraffaelliti, 1894.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XXII Marzo AD MMXXI.

martedì 16 marzo 2021

Giornata di Vento

E mi trascina questo vento insano,

dei monti alito forte oltre il perenne

ghiaccio, ferocemente palpitando,

come d’un Mostro le fauci selvagge

figlie di un regno di ombre incatenato,

il presuntuoso Ade, donde ragli

salgono dell’Arpie e dell’altre genti,

servi profani d’un rito di Morte,

per cui gelando il cuor commetto al vago.

Io so che porta il vento tanti fiori,

che piovono i capelli i salci al mio

passeggiar nel meriggio solitario

e che la Primavera si risveglia.

Io so che il melograno già feconda

il bacio della terra e il biancospino

e che intreccia corone il pesco al cielo,

con i suoi occhi rosati e le sue ciglia

appena falbe, come son le nuvole.

So che alza i vestimenti delle dame,

un po’ le gonne, a discoprire i volti

pudici delle caviglie sottili,

al nudo corpo delle ninfee assorte

l’occhio a indirizzar seguitando eterno

nel torneamento d’una ridda in miele.

Ma questo vento - è solo vento e nulla! -

nell’incanto sublime della Vita

agile cocchio trainando nell’aër,

mi ricorda che son ossa di fango.

Nel cuor mi cape profonda paura.

Quadro di John William Godward (1861-1922), Paesaggio con Fioritura del Mandorlo dai Fiori rossi, Neo-Classicismo, Accademismo, Simbolismo inglese, Scuola dei Preraffaelliti, 1912.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XVI Marzo AD MMXXI.

lunedì 1 marzo 2021

Sonetto senza Rime - Preda Tu sei del mio Occhio, o Primavera

Preda tu sei del mio occhio, o Primavera,

sei tu la Dea che sogna il mio pensiero,

ossia una via di sensi finalmente

avverati e profondi, ove rincorrono

 

i primi stormi le foglie rinate.

Né v’è di ben più caro della tua

staccionata ridente per i campi,

né di più dolce del tuo antropomorfico

 

sorriso. Oh eterna! Saltella la rondine

per le nuvole, solleticando ora

la mia mano che tenta di sorreggerla;

 

e cade al volo quando poi la chiamo,

il tuo nome benedicendo.. naufraga

nel caldo mare della Vita ardente.

Quadro di Caspar David Friedrich (1774-1840), Burrone roccioso nelle Montagne di Arenaria dell'Elba, Romanticismo tedesco, 1822-1823.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì I Marzo AD MMXXI.

mercoledì 6 maggio 2020

O Maggio, né più suoni in vêr la Sera

O maggio, né più suoni in vêr la sera
i bronzi dei rosari e, se chiama
invano il tuo mador la Primavera
pallida, né più rispondi a chi ti ama.

O maggio, ora la florëale schiera
dei papaveri un po’ ti infiamma e acclama
per questi campi. Ma la tua sincera
ombra mi fugge, il cuor che ti richiama.

Così cantando, qual fa il Trovatore
che a’ sua fanciulla arpeggia e sussurra
nella Notte, io men sto a’ piedi tuoi, o maggio,

onde vorrei altre sere del tuo cuore,
risentir le campane, e l'alba azzurra 
veder. Quel che vedo è Sogno o è miraggio.

John MacWhirter, Un Paesaggio scozzese di Montagna con Fiori, Tardo-Romanticismo scozzese, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì VI Maggio AD MMXX.

venerdì 1 maggio 2020

Delirium


Tu vedi nel lontano oblio, orizzonte,
odi: ghirlande di rose intrecciate,
pallidi biancospini, sogni belli…
bei sogni di calendimaggio, i rami
d’euphorbia sanguinanti di Dio, il Fato,
il computo perenne delle spine
che si ripete. Dove scorri? Scorro.
Che cosa pensi? Penso. Chi sei? Un fiore…
macché, un’ombra… un agguato… un cimitero,
una maschera che urla dissanguandosi,
una larva che piange e che sorride…
un sorriso che muta in una lagrima,
un pianto che si cambia in un sogghigno.
Chi sei, allora? Chiunque vuoi che io sia,
lo sono… sono per me chi son io:
se sono un’ombra, ti spavento… se un ghigno,
t’irrido… se un agguato, ti divoro…
entrambi ci maschereremo un giorno
con la mia stessa maschera mortuaria,
perché, alla fine, sono un cimitero.
Semplicemente penso che non sia
questo il tempo di rose e di Madonne,
ma siedo sotto il campanile aguzzo
a rigirare Rosari… a sognare
ogni incanto perduto dei bei fiori
immortali… dei bei fiori mai visti.

Caspar David Friedrich, Un Paesaggio prima del Temporale, Romanticismo e Simbolismo tedesco, Prima Metà del Secolo XIX


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì I Maggio AD MMXX.

sabato 4 aprile 2020

A una Rondine - Quieta Amica, or Tu se' libera, e vai

Quieta amica, or tu se’ libera, e vai
con le tue ale pe’ boschi, e per le vive
ombre di quelli, dove il cinguettio
squilìbri ai boschi e alle lontane foglie

dei rami solitari. Oh rondine!.... Tu sai
se il pesco è in fiore, se le sue giulive
frutta il ciliegio prepara. Invece, io,
sedendo a parte, per sì tante doglie,

solo pietre e finestre ammiro, e un po’
lungi, di fuori, qualcosa di questa
Primavera. Ma, come ho inteso, so

che non sono invitato a molta festa.
E dentro Aprile, rattristando vo,
e il tramonto cos’è? Forse Tempesta.

Ivan Ivanovich Shishkin, Una Passeggiata al Tramonto in una Foresta, Tardo-Romanticismo paesaggistico russo, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato IV Aprile AD MMXX.

martedì 31 marzo 2020

Al Vento ignoti Attimi di Primavera


Oh vento, dimmi tu almeno tra le alte
ripe della campagna e le bellette
amare se mai i papaveri rossi
già stiano a nascere, e le offuscate ombre
quali altri petali i boschi nascondano
per tutti i tuoi sentieri abbandonati!
Se il beccaccino tornato dall’erema
Africa i campi, liberando l’ale,
con il suo acuto cinguettio sorvoli,
e se nel suo disio profondo l’acque
ei sogni delle risaie che Aprile
saluta! Ma tu dimmi anche qual, quanta
Primavera mi fu data di riperdere,
com’è triste il tramonto e ancora buio,
quanta mesta alba mi sveglierà forse
domani, prima che il Sole m’allumini
questi baci sereni della Vita!

Andrej Schilder, Una Foresta in Primavera, Tardo-Romanticismo paesaggistico russo, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XXXI Marzo AD MMXX.

giovedì 26 marzo 2020

Funebre è il Guardo dei piccoli Rami


Funebre è il guardo dei piccoli rami
rinati, dove le supplici viole -
mormorando - le vecchie querce e i vecchi
pioppi a stento recidono.

Oh crudeli germogli! Oh urlanti sciami!....
Dunque siete voi che così il bel Sole
che vi saluta mi odiate. Ma i secchi
ossami delle foglie vi deridono,

o bruti, ancora. Vi sussurrano “Era
più dolce e caro il lungo nostro inverno,
lucevano di più le nostre negre

nebbie”. Così, quand’è la vostra sera,
io vedo un vasto cimitero eterno,
di tombe assenti i fior…. Le Anime allegre?

Caspar David Friedrich, Un Viandante davanti a una Tomba antica, Romanticismo tedesco, Prima Metà del Secolo XIX

 
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Giovedì XXVI Marzo AD MMXX.

domenica 8 marzo 2020

O Primavera, Tu qui già germogli

O Primavera, tu qui già germogli
sopra le scialbe mimose, e sopra i rami
dei querceti, onde il tuo occhio femminino
il mio ravviva dolcemente, e ride,

come si allieta quel che in grembo cogli
piccolo fiore. Ma anche i bei richiami
degli augelletti nel ciel cilestrino
laudi ti fanno. Eppur, non ti conquide

il bel risveglio ancora; e vedo fuori
una stagion confusa che non è
né inverno, né il tuo fascino di donna.

Ma presso i primi tuoi piccoli fiori,
disciogliendosi a stento io so che c'è
ancor tanta neve sulla tua gonna.

John Clayton Adams, Un Pescon in Fiore, Tardo-Romanticismo paesaggistico inglese, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica VIII Marzo AD MMXX.

sabato 7 marzo 2020

Intorno c'è una Päura assai folle

Intorno c'è una päura assai folle
di questo morbo, e dei biechi suoi miasmi,
e del suo sguardo, il qual scruta febbrile
ben oltre gli invalicabili spazi.

Eppure, sotto i miei occhi, sulle zolle
d'un prato, inconsapevoli de' spasmi,
tre viole crescono e un bel fior d'aprile
che salutano il nostro marzo, sazi

del sonnolente inverno. Ma la bella
Primavera - lo so - nessun più vede,
né il primo stormo che torna da via,

né di lui la cantante rondinella.
Allor qui c'è il mio cuor che chiede
se non sia eterno inverno la nostra malattia.

Ivan Ivanovich Shishkin, Passeggiata pomeridiana tra i Fiori di Primavera, Tardo-Romanticismo paesaggistico russo, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato VII Marzo AD MMXX.

domenica 8 dicembre 2019

La Vïola dell'Inverno

Qui mi rallegro, nella tua penombra, 
o sera; mentre respiro di queste
arie fredde e di questi cieli bui,
e della lor possanza, e del tuo Inverno,
e di quella campagna muta e d'altri
boschi, i quali sereni s'addormentano
nel freddo. Ora, del resto, si assottiglia
sotto i miei occhi la placida giornata,
sì che il meriggio poco dura, e vola
via, come i corvi nel campo; e al mio fragile
passaggio, io sento l'odore dei muschi,
i quali nascono un po' arrampicandosi 
sulle pietre dei vecchi muri, e quel
leggero olezzo dei rami annebbiati,
il quale dà pesantezza alle mie
narici, e che mi fa bruciare gli occhi.
Adesso, infatti, la festa è finita,
e non sto più dinnanzi alle camelie
e ai gigli sopra l'Altare. Ma, davanti
a me, nel prolungato schioppo infame
di due o tre cacciatori, mi si spiega
la tua funerea Natura, o sera; e ombre
di rami denudati e fieri coprono
di nebbie la cappellina vecchietta
dove, dipinta sul muro, sta etesia
una Madonna, alla quale ho appena
donato una vïola. Non ho mai
pregato così tanto nella tua
campagna, oh sera!

Johann Jungblut Abendliche, Un Paesaggio in Inverno con Passeggiatori, Romanticismo tedesco, Prima Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica VIII del Mese di Dicembre AD MMXIX.

domenica 17 novembre 2019

Favola dei Fiori vanitosi e della Foglia di nessun Conto

Un giorno, in Cina, di tanti anni or sono,
mentre l'Estate splendeva bella e il Sole
alluminava le più sacre terre,
in un giardino, dei fior offendevano,
della lor beltà vantandosi infami,
una povera foglia d'una piccola
pianta, della cui l'aspetto era misero.
"Ah ah!" rideva la rosa "Care viole,
guardate quella foglia.... Non fa ridere?".
"Sì, avete ragione, egregia rosa!"
rispondevano quelle "Ma che sta
a fare quella lì che non ha manco
un fior piccino nel prato del Re?".
"Brave, violette!" tosto borbottò
il velenoso oleandro "Guardate
me: sarò pur venefico ma sono
bello. Chiunque apprezza le mie chiome
fiorite. Ma di lei, è ridevol cosa,
chi si importa? Non ha fiori, ed è lunga,
sgraziata. Prende in giro una camelia
come un pollastro un elegante cigno!".
"Per non parlare di me, fiore bianco
e sacro del ciliegio" disse un altro
fiorellino "Mandiamola via, forza,
che qui rende minor la beltà nostra!".
Ora la foglia che udiva da molto 
tempo codeste ingiurie, ascostamente
piangendo, si disperava. Né poi
poteva ancora staccarsi dall'albero,
e passare a miglior vita. Così volle
in silenzio subire queste offese,
e altre ancora. Ma venne, dopo, Autunno;
e a uno a uno i baldi fiori cominciarono
a cadere, i loro tronchi spogliando
osceni. Resistette sol la foglia,
finché poté. Poi un giorno mentre il Re
dei Cinesi passava a lei vicino
con in mano una tazza di acqua calda,
che gli serviva a scaldarsi dal gelo,
ella cadde diggiù e con un gran tonfo
leggero, terminò proprio nell'acqua.
Forse il calore delle onde pacifiche,
o forse l'ondeggiare tra i bei bordi...
fatto sta che la foglia sentì un bel
sonno profondo, e le sembrò
anche che un non so che le uscisse piano,
piano dall'Anima offesa e buona...
una possa mai udita prima d'ora,
che lentamente le chiuse i dolci occhi.
L'Imperatore, intanto, guardò dentro
la tazza e vide l'acqua diventare
smeraldo, ed esalar dolci vapori
che lo invitavano a brindar con essa.
L'assaggiò, e bevve... poi ne bevve ancora,
e ancora un'altra volta, e sì gli piacque
che diede un sorso anche a quelli del seguito.
Poi, svuotata la tazza, notò in fondo
l'umida foglia, addormentata e fredda,
e chiamandola "Té" la prese in mano
e sùbito la fece imbalsamare.
Dei fiori vanitosi più a nessuno
importò qualche cosa; anzi, essi furono,
colti da secchi che erano, da terra
e buttati nel fuoco in un Tempio
dedicato agli Dei dei bui e tetri Inferi,
finché non si consumaron del tutto
e divennero cenere.
La fola insegna che non è l'esterna
bellezza ciò che più importa, ma l'Anima;
che c'è sempre qualcosa di nascosto
che vince l'altrui superbia e l'orgoglio;
che chi par insignificante spesso
ha in sé linfe melliflue nello Spirito;
e che chi è vanitoso, presto o tardi,
finirà nelle fiamme, e non sarà
mai più.

Gustave Emile Couder, Mazzo di Fiori con Bacche, Tardo-Romanticismo francese, 1899

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XVII del Mese di Novembre AD MMXIX.