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giovedì 14 luglio 2022

Sonetto - Quando avrà Fine questo Morbo infame?

Quando avrà fine questo morbo infame?...

Allora attonito il mio sguardo inerte

ammirerà la beltà di queste trame

oscure e del mondo che lo diverte,

 

contemplerà con nuovi occhi il fogliame

della sua Primavera e le conserte

braccia della Natura che il suo ossame

attende e attenderà per molto. Oh aperte

 

speranze di gioia ove il mio cuor s’affigge

e che non siete altro che orba menzogna

per pazzi sognatori e visionari,

 

come per pochi bardi! E vi sconfigge

un mondo di peste, guerra e vergogna.

Lasciatemi, vi prego, ai miei sudari!

Illustrazione a Colori di Viktor Mikhailovich Vasnetsov (1848-1926), Monomach si riposa dopo una Battuta di Caccia (Мономах спочиває після полювання), Tardo-Romanticismo, Pre-Simbolismo, Simbolismo russo, 1870. Illustrazione, Dimensioni sconosciute. Collezione Privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Giovedì XIV Luglio AD MMXXII.

Sonetto - Oggi c’è come un Sentore d’Agosto

Oggi c’è come un sentore d’Agosto,

con quel mischiarsi d’Estate e Autunno. Ora..

soltanto ora!.. sui colli il dolce mosto

matura nella penombra che sfiora

 

i giovin tralci, verso i quai m’accosto

nel sogno e nel pensiero. E m’innamora

questo pallido Sole e quel discosto

stral estivo che langue nella spora

 

dei primi funghi. Ora, sui monti cresce

con il timo selvatico il ginepro,

sul mar s’increspa la mia ombra sulle onde.

 

Vorrei tanto sognar Ebe che mesce

il primo dei liquori, ond’io già ebbro

saprò le stelle in ciel meditabonde.

Dipinto di Tranquillo Cremona (1837-1878), Le Curiose, Scapigliatura italiana, Tardo-Romanticismo, Pre-Simbolismo italiano, 1876-1877. Acquarello toccato a Guazzo su Cartoncino, Dimensioni 50,4x32,0 cm. Collezione Carlo Lamberti, Codogno (Lodi).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Giovedì XIV Luglio AD MMXXII.

mercoledì 13 luglio 2022

Sonetto - I miei Versi hanno il Vezzo dei Covoni

I miei Versi hanno il vezzo dei covoni

di grano e dei rimasugli mietuti

e risuonano come le canzoni

dei corvi che s’aggirano avveduti

 

per le paglie, e il sapore hanno dei tuoni

quando, privi di pioggia, i loro acuti

lampi alluminano in cielo, predoni

dell’Estate. Così i miei Versi ai laùti

 

della Natura trillano ridenti.

Miserabili cantiche di Luglio!...

Non colgono il deserto orbo e ferale.

 

Ma vorrei che i miei Versi sofferenti

fossero simili al freddo subbuglio

al ritmo giambico d’un Temporale.

Dipinto di Vincent Willem Van Gogh (1853-1890), Tramonto: Campi di Grano vicino ad Arles - Sera estiva ad Arles, Impressionismo, Post-Impressionismo, Realismo olandese, 1888. Olio su Tela, Dimensioni 73,5x92,0 cm. Kunstmuseum Winterthur, Winterthur (Repubblica Elvetica).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XIII Luglio AD MMXXII.

domenica 3 luglio 2022

Sonetto - Cos’è Luglio?.. mi chiedi?!... Luglio è il Sole

Cos’è Luglio?.. mi chiedi?!... Luglio è il Sole

che strangola le Naiadi del mare,

è il vento che trapassa le vïole,

ma non è un giorno fatto per sognare.

 

Luglio è la Rivoluzione che duole,

che si dispiega e non si può arretrare,

è un battito di falcetti e di spole

dal campo di frumento da spogliare.

 

Lo sai? che Luglio è Satana l’Oscuro,

colui che porta la luce del vecchio

Abisso da cui, bestemmiando, sale.

 

Luglio è soltanto un ribollente muro,

è il Sole che si contempla a uno specchio,

e non so dirti se ei sia Bene o Male.

Dipinto di Francesco Paolo Michetti (1851-1929), Studio per Figura femminile o Pastorella, Tardo-Romanticismo, Accademismo, Impressionismo, Pre-Simbolismo, Realismo italiano, 1900 circa. Olio su Tela, Dimensioni sconosciute. Collezione Privata. 
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica III Luglio AD MMXXII.

sabato 2 luglio 2022

Sonetto - Ormai Ti scorgo in tutto Ciò che vedo

Ormai ti scorgo in tutto ciò che vedo,

dal ramo in fiore al fogliame assonnato

di sera, dallo stesso Sole ambrato

alla Luna di argento, e quando chiedo

 

qualche Sogno alla Notte e quando cedo

al sonno, ecco che il tuo volto adorato

ritorna. Allora il mio cuor disperato

leggermente sorride. E ti rivedo..

 

ti rivedo di nuovo, per un giuoco

di questi Sogni, o adorata fanciulla,

anche se per un attimo.. per poco.

 

L’Anima, è vero, così si trastulla,

come inghiottita da un immenso fuoco;

ma quando viene l’alba ho solo il Nulla.

Dipinto di Henry Treffry Dunn (1838-1899), Paolo e Francesca da Rimini, Tardo-Romanticismo, Accademismo, Pre-Simbolismo inglese, Scuola della Confraternita dei Preraffaelliti, 1896-1898. Olio su Tavola di Quercia, Dimensioni 68,5x44,5 cm. National Trust for Places of Historic Interest or Natural Beauty, Swindon (Regno Unito).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato II Luglio AD MMXXII.

Sonetto - Se avessi in Mano un mellifluo Lauto

Se avessi in mano un mellifluo lauto,

ti canterei parole armonïose,

io, nascosto nel bosco oscuro e muto,

tu, cinta in sul veron di belle rose.

 

Perdonami, orsù, se dunque perduto

qui giungo e le tue sere silenziose

vado a infrangere e se lo strillo acuto

di queste corde tese e fragorose

 

il tuo riposo scuote!... Eppure, questo

Sogno sì presto, pria del nascer, sfuma,

abbandonandomi al lamento. Poscia,

 

un’orribile assenza viene e il mesto

cuor palpita e dal Sogno si disuna.

Per te sovviene a me l’etterna angoscia.

Dipinto di Dante Gabriel (Charles) Rossetti, Veronica Veronese, Tardo-Romanticismo, Accademismo, Pre-Simbolismo inglese, Scuola della Confraternita dei Preraffaelliti, 1872. Olio su Tela, Dimensioni 147,3x125,7 cm. Delaware Art Museum, Wilmington, Delaware (Stati Uniti d'America).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato II Luglio AD MMXXII.

mercoledì 25 maggio 2022

Sonetto - Penso che il Vento sia il grande e più vecchio

Penso che il vento sia il grande e più vecchio

vïaggiatore solitario, quello

che non può che essere invidiato e amato

perché dovunque ha fatto il vagabondo.

 

E penso che sia il mio volto allo specchio

dell’aër, il mio sguardo al Sole e al vello

della terra, perché sono dannato

come costui che ha viaggiato il mondo.

 

Se fossi questo vento! Saprei cosa

nasconde l’orizzonte e l’infinito,

andrei a parlare a un päese lontano!...

 

Volerei sopra ogni vola e ogni rosa,

come un vecchio spirito mai assopito,

vïaggerei portando Dio per mano!

Fotografia dell'Autore stesso, Fiori di Camomilla, Lunedì XXIII Maggio AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XXV Maggio AD MMXXII.

sabato 7 maggio 2022

Sonetto - Se Io fossi la Lanuggine che vola

Se io fossi la lanuggine che vola

dopo che ha nevicato dalle foglie

dei pioppi! Ah, se io fossi la parola

del vento che la trascina e la coglie!...

 

Se io fossi solo la pioggia che cola?...

Ma se io fossi un pianto di stelle spoglie,

o solo la rugiada su una viola,

il Sole che il tuo sguardo un po’ distoglie?...

 

Vorrei seguirti, allora. Inumidire

le tue guance perdute con il pianto

della mia lieve pioggerella arcana.

 

Ma è solo un Sogno.. un Sogno da finire.

Il mio cuore, come ombra d’amaranto,

molto sanguina perché sei lontana.

Fotografia dell'Autore stesso, Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Alberi naufragati nelle Nuvole d'Aprile, Martedì XXVI Aprile AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato VII Maggio AD MMXXII.

Sonetto - Di Sera ho sempre sognato al Verone

Di sera ho sempre sognato al verone

della Luna, ho voluto sospirare

al luccichio delle stelle sornione

e ho detto anche più d’una volta al mare

                                            

di cullarmi con flebile canzone;

ho rinfacciato alla notte di andare

via troppo svelta e darmi l’afflizione

d’un Sogno tanto breve. Ma, mie care

 

sere! In voi sempre ho sognato l’Amore,

e sabato mi ha rapito in un prato

lontano dove pullulan de’ baci.

 

Ma dopo il Sogno, sempre fu dolore

e, come a un vecchio dispetto del Fato,

trapassi, o cara sera, e adesso taci.

Fotografia dell'Autore stesso, Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Sinfonia di Colori e di Fiori bianchi, Lunedì XVIII Aprile (Pasquetta) AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato VII Maggio AD MMXXII.

martedì 15 marzo 2022

Sonetto - Oh Ombra.. supplicata Ombra.. Ombra piccina

I. Oh ombra.. supplicata ombra.. ombra piccina

di un ramo: oggi è forse la Primavera?...

Te lo chiedo perché vedo una spina

che accompagna una rosa un po’ leggera..

 

un fiore, e vedo una donna divina

rifiorir di mandorli.. e odo la sera

che cinguetta: la rondine vicina;

e te lo chiedo perché.. è una preghiera..

 

la preghiera di un’Anima meschina

che sogna.. e sogna e poi sognando spera.

 

Ombra di un ramo piccolo e indifeso

lungo la mäestà del verno stanco,

lungo le pietre del vecchio fienile..

 

ombra dal corpo leggero.. sospeso!...

Già ti delibo, fiorellino bianco,

in un sogno che vola e chiama aprile.

 

II. Oh mia ombra! Questi sono gli occhi rosa

della Natura che si sveglia e gira,

i persici fioriti per la sposa

che attende i biancospini e che sospira,

 

i Soli della leggiadra mimosa,

il primo stormo.. lo stormo che vira..

e che dice: “Sei mia, terra gioiosa!...

Sì!.. sarai sempre mia, sotto la pira

 

del Sole che m’allumina e s’aggira.

Mia, dopo l’Africa, erma e silenziosa!”.

 

Anch’io lo dico: siete miei, amati occhi,

rosei d’aurore invitte.. rosei di ombre

soleggiate, irradiate sopra il Nulla

 

dell’inverno.. siete miei, piccoli fiocchi,

bianchi come ora sono le colombe,

come i sorrisi della mia Fanciulla.

 

III. Ombra! Ora per la prima volta sento

quasi che sono vivo e sono umano

e sono dentro il Mistero del vento

che mi trascina in un Sogno lontano,

 

e in te mi specchio e vo intorno e vo lento,

tenendoti ben stretta nella mano,

Natura e atòmo avvinti, è il torneamento

dei primi fiori, del fior che è il guardiano

 

di questa Primavera già alle porte -

e della nostra Primavera! - e delle

persiche e dei melograni fecondi.

 

E mi disperdo nell’incerta Sorte,

oltre orizzonti eterni, oltre le stelle,

vivo, oh terra, nei tuoi solchi profondi!

Fotografia dell'Autore stesso, Corone di Fiori rosei, Domenica XIII Marzo AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XV Marzo AD MMXXII.

martedì 8 marzo 2022

Sonetto. La Sera - Inconsolabile Amore, il Tramonto

Inconsolabile Amore, il tramonto

del vecchio giorno, della vecchia speme,

le fiammelle lontane, meditabondo

fuoco dalle cascine, ove sovviene

 

di tante passeggiate; se confronto

le vie alla notte, il cuor già freddo teme

disperdersi in un bivio, in un racconto

di fole e sogni, stretti.. stretti, insieme.

 

La sera è bella. Lo so.. lo sai. Come

lùceno le ombre, tanti occhi di viola

in un prato nel cielo indefinito!...

 

Un subbuglio.. un sospiro, il buio infinito

che, ammirandolo, toglie la parola,

d’in su un mistero povero di nome.                

Dipinto di Viktor Michajlovič Vasnecov (1848-1926), Le tre Principesse del Regno sotterraneo, Tardo-Romanticismo, Accademismo, Simbolismo russo, 1879. Olio su Tela, Dimensioni 152,7x165,2 cm. State Tretyakov Gallery, Mosca (Russia).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì VIII Marzo AD MMXXII.


Sonetto. Alla Terra. Alla Donna - Sempre Tu vesti il Sole in Fiamme, o Gea

I. Sempre tu vesti il Sole in fiamme, o Gea,

e sospirano forse i fiori al nobile

incanto di te che ridi, ove crea

il tuo sorriso la terra immobile

 

del divenire. Te, dunque, un dì fea

Anima diva dal voler docile

per dare a questi fior Amor di Dea

e Vita eterna nell’errar ignobile

 

di ritorni perenni in una bara

e in una culla, nel verno e nel campo

santo un po’ maturato dell’Estate.

 

Madre Terra..! Matrigna Terra, amara,

amata forse!... Come un tristo lampo

e dolce a me il ver disveli: tornate

 

a me le stagioni, atre

Erinni in te mi trascinan nel vento.

Nasco, rinasco.. muoio. Annientamento!

 

II. Perché tu, dunque, hai creata la terra?

Perché hai creato questa larva d’Uomo?...

Tu sei la culla, la tomba che serra

il germe.. il cenere orbo di ogni atòmo.

 

Amica.. amata.. nemica, non sferra

queste catene il nero monocròmo

dell’ente, ma martella come in guerra

la campana funerea del tuo duomo.

 

Oh Gea! Non odi? Il fanciullino piange

appena nato ché sa di morire.

Morirà presto o tardi. Ma che importa?...

 

E il tuo canto materno ora gli infrange

anche il riposo.. il disio di dormire

per risvegliarsi e udir: “La mamma è morta”.

 

Nessuno lo conforta.

Noi siamo i figli selvaggi del Fato,

del tuo ventre amoroso e bestemmiato.

 

III. Oh Gea, io ti prego! Non nascondere orme,

impronte, tracce di un piccolo Dio

che mestamente siede sull’informe

consistenza del Nulla e dell’oblio!...

 

Benedetta Matrigna! Il cielo enorme

vela il tuo sguardo estremo, dove espio

con la mia stirpe, sangue vermiforme,

il satanico cenno di un gridio.

 

Madre del Nulla e della Vita e Tutto,

prega, se puoi, per l’illuso scompiglio

nell’ora della nascita e di Morte!...

 

Tu vesti a festa, il Sole, ma sei in lutto:

la terra vomita e riaccoglie il figlio,

finché l’ultimo verme non lo assorbe.

 

IV. Ma perdonami quest’aspra bestemma,

io so che oltre te, c’è la Vita vera,

quella di cui odo con questo epilemma:

è inverno.. è ancora inverno, o Primavera?...

 

Sì, io ti perdono, per la bella gemma

sul ramo già virente, per la sera

che allumini di Luna, nel dilemma

è giorno o notte con le stelle in schiera?...

 

Io ti perdono, per il campo arato

che mi dà il grano da solleticare,

per lo stormo che torna al nido a fianco,

 

per il meriggio fresco e delicato…

E vedo nuvole erranti in un mare

che sembra solo il Paradiso bianco.

Dipinto di Gaston Bussière (1862-1928), Leilah, Tardo-Romanticismo, Simbolismo, Accademismo francese, 1913. Olio su Tela, Dimensioni 61,3x50,2 cm. Collezione Privata, precedentemente dal 1913, Salon des Artistes Français, Parigi (Francia).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì VIII Marzo AD MMXXII.