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mercoledì 13 luglio 2022

Sonetto - I miei Versi hanno il Vezzo dei Covoni

I miei Versi hanno il vezzo dei covoni

di grano e dei rimasugli mietuti

e risuonano come le canzoni

dei corvi che s’aggirano avveduti

 

per le paglie, e il sapore hanno dei tuoni

quando, privi di pioggia, i loro acuti

lampi alluminano in cielo, predoni

dell’Estate. Così i miei Versi ai laùti

 

della Natura trillano ridenti.

Miserabili cantiche di Luglio!...

Non colgono il deserto orbo e ferale.

 

Ma vorrei che i miei Versi sofferenti

fossero simili al freddo subbuglio

al ritmo giambico d’un Temporale.

Dipinto di Vincent Willem Van Gogh (1853-1890), Tramonto: Campi di Grano vicino ad Arles - Sera estiva ad Arles, Impressionismo, Post-Impressionismo, Realismo olandese, 1888. Olio su Tela, Dimensioni 73,5x92,0 cm. Kunstmuseum Winterthur, Winterthur (Repubblica Elvetica).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XIII Luglio AD MMXXII.

domenica 3 luglio 2022

Madrigale - Oh Sole! Ardi così i Campi di Grano

Oh Sole! Ardi così i campi di grano,

anche se si avvicina il mietitore.

Qui perfino il mio cuor già porta in mano

 

la falce, e sente e ascolta il tuo sopore,

mentre contro le spiche un po’ si scaglia,

ma con tenera carezza d’Amore.

 

Allora il tuo sorrider già m’abbaglia.

Sì, mi piace questa estiva battaglia!

Dipinto di Francesco Paolo Michetti (1851-1929), La Figlia di Iorio, Tardo-Romanticismo, Accademismo, Impressionismo, Pre-Simbolismo, Realismo/Verismo italiano, 1895. Tempera su Tela, Dimensioni 550,0x280,0 cm. Collezione Privata a Pescara (Italia).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica III Luglio AD MMXXII.

giovedì 17 giugno 2021

La Mietitura

Risplende l’Estate e il grano

mi fa un po’ il solletico e gira

le spighe nel vento lontano..

poi ammira:

i miei passi ai fior dei suoi campi,

la mia ombra che cerca gli Elisi,

ascolta il fragore dei lampi,

lo scontro dei nuvoli irrisi,

ripete il mio nome nel Sole…

 

E come un Oceano d’oro

fa cantar le piccole viole

in coro.

 

Ma oggi queste spighe son scialbe,

mietute da falci iersera,

mi guardano meste, non albe

più hanno da vedere. Dispera

il cuor che mi batte nel pianto,

un incubo di ambra infinita,

di pallide stoppie l’infranto

riposo dell’alma ferita;

ed eran capei delle bionde

Naiadi fuggenti tra i laghi,

erano le vie vagabonde

di paglie pungenti come aghi.

Ma adesso non resta che il fango,

la morbida scura belletta,

la rana che mentre un po’ piango

si getta.

 

Mi restan le vecchie risaie,

son specchi di rami e di foglie,

ma come risate di gaie

Arpie al venir d’altrui doglie.

Intanto il naufragio è completo,

la risaia è un mar solitario:

varcato ignorando il divieto

c’è solo dei Morti il sudario,

c’è solo l’assenza di scogli,

lontane son le isole e sabbia

mi scrive i suoi gridi sui fogli…

 

.. e io non ho più labbia

per cantare i campi di grano.

Fotografia dell'Autore stesso, Ultimo Campo di Grano tra i Boschi d'Estate, Giovedì XVII Giugno AD MMXXI.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Giovedì XVII Giugno AD MMXXI.