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sabato 31 luglio 2021

Temporale di Fine Luglio

Nero.. come l’Oceano che brucia

per i lampi dell’avida tempesta..

oh mio caro orizzonte, sei tu queste

grandi pupille di bistro e di pece

che mi osservano!...

io naufrago negli Elementi, naufrago

nei tuoni silenziosi, nelle folgori

senza voce,

ubertose doglianze delle nubi..

io naufrago sui penultimi scogli,

remigando nel cielo violaceo,

naufrago sulle guglie un po’ malate

delle foglie di placidi giganti

piegati.. avvinti dal vento bugiardo,

pronti al prossimo pianto

d’Autunno.

E in quell'Autunno io vado a naufragare.

Dipinto di Andreas Achenbach (1815-1910), Alba presso la Costa della Sicilia, Romanticismo, Tardo-Romanticismo paesaggistico tedesco, 1847. Olio su Tela. Collezione privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XXXI Luglio AD MMXXI.


martedì 27 luglio 2021

Piovve!

Piovve! Canto di rane,

dai piccoli occhi che vedono enormi

i rami dello stagno, come sedie

per i Giganti…

canto di cimbe

lasciate alla deriva e senza remi..

gonfie di onde.. di naufragi incinte.

 

Ombre difformi..

piccole nebbie di spiriti anelanti,

ripeto con loro vecchi anatemi

da attimo di tempesta.

 

Tanti graffi di pioggia sulle tegole..

le grondaie mi suonano oricalchi

di orde blasfeme,

le orde dei lampi saltellanti - i nuvoli

con i loro sogghigni separando.

 

Anche le vette, nel frattempo, forse

mi si nascondono in vortici freddi

di pioggerella.

“Cercaci!” mi dicono “Cercaci ancora!”.

Un uomo e la montagna, allora, giuocano

a nascondino, come dei bambini.

 

Lampi!

 

Come maschere d’oro di guerreschi

danzatori della vecchia Cumania,

i tuoni di lontano…

Tamburi sui cammelli del gran Khan

appesantiscono la mia battaglia.

 

e tutto il cielo attonito s’accende

di candele.. d’incendi,

di roghi per gli eretici che non

credono alle favole della pioggia.

 

Ma come ombre su indefinite steppe,

i miei occhi scrutano -

Abissi infiniti.    

Dipinto di Viktor Michajlovič Vasnecov (1848-1926), Dopo la Battaglia del Principe Igor con la Polovtsy, Tardo-Romanticismo, Simbolismo russo, Movimento neo-russo dell'Arte, 1880. Olio su Tela. Galleria Tretyakov, Mosca.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XXVII Luglio AD MMXXI. 

sabato 1 maggio 2021

Giornata di Pioggia

M’è il temporale virente di foglie,

racconto la pioggerella che scende

sulla fradicia terra. Ascolto.. passa

un’ala di ben fragoroso tuono,

come una rondine amica che vola…

Dopo, il fulmine abbaglia i vecchi nuvoli,

nocchiero eterno della mia tempesta

e mi allumina di ombre di inquietudine.

Va.. scorre.. va.. la piova ancor precipita

e, come un vino al buon calice di Ebe,

le pozzanghere riempie dei miei occhi,

il tempo disfidando e le ore inquiete.

Poi tutto festosamente finisce.

Ma piomba mostrüosa sul mio cuor

questa sera infinita.

Quadro di Cristiano Banti (1824-1904), Tre Donne di Campagna con Alberi, Realismo, Tardo-Romanticismo, 1881.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato I Maggio AD MMXXI.


venerdì 30 aprile 2021

Maggio

Canto di maggio, sommesso sussurro,

le risaie rispondono alle rane,

sonnecchiano le stelle sogni ardenti

sui vascelli assopiti delle giovani

ninfee. Ma, intanto, scorre la stagione

e Primavera per malia si arresta…

Sento piovere.. e.. com’è freddo il Sole!

Ticchettio innervosito di tempeste,

palpiti eterni agli Abissi del mondo..

una bugia di ciliegi difformi,

le rose che non hanno più profumo…

Io, allora, come una lumaca a terra,

il mio guscio di spasimi trascino..

e cerco cogliere una rotta amica

da qualche rondine, il suo focolare

ignoto; sì che vorrei essere libero..

sognare l’Oltre che il tristo orizzonte

mi divieta.

Quadro di Jean-Baptiste-Camille Corot (1796-1875), Un Albero spezzato, Realismo paesaggistico francese, 1874 circa.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XXX Aprile AD MMXXI.

mercoledì 21 aprile 2021

Idillio - Il primo Temporale di Aprile

Quanto fu ambita l’assenza dei tuoni,

delle nuvole di buio vestite,

del pomeriggio spento dopo pranzo,

delle canzoni dei vecchi oricalchi

dei lampi! Adesso, ardite

posse mi dicono urli di ombre e rabbia…

e avanzo.. e avanzo..

nel Temporale della Primavera,

volo di falchi selvaggi che piangono

grandine, mentre la lontana sabbia

dei campi mi è come un mare di fango

sulla pallida cera degli Elementi.

Ora, le foglie - al vento tintinnando -

mi chiamano per nome. Intanto, i rami

scricchiolano soffrenti e poi si spezzano,

resine sanguinando di dolore..

donde i loro richiami

mi ricommuovono…

Ma tu, amica säetta, dall’aspetto

invisibile etereo - consumandoti -

nel tuo chiarore mi annienti lo sguardo…

… E l’orizzonte mi si chiude agli occhi,

insulsa tomba della nostra pioggia.

Quadro di Ernst Ferdinand Oehme (1797-1855), Processione nella Nebbia, Romanticismo tedesco, 1828.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XXI Aprile AD MMXXI.


venerdì 16 aprile 2021

Sonetto - L'Oro del Sole di Sera scintilla

L'oro del Sole di sera scintilla,

dopo un meriggio dalla piova amara,

simile a tante dita fatte a spilla

sulla finestra aperta eterea e chiara.


Sento un profumo di feroce argilla,

il gusto delle foglie terse, l'ara

del cielo cilestrino.. odo la squilla

del rosario, e l'ombrel che mi ripara.


Tra veglia e sonno, allor, vado a sorridere,

lo sguardo indirizzando all'orizzonte,

buio, fino alle risaie come il mare.


Ma in cuor un cenno sento che va a stridere...

Con l'arpa in mano e con il Nulla in fronte,

m'è un'ombra... Oh Notte, dimmi di sognare!

Quadro di Hans Fredrik Gude (1825-1903), Serata estiva sul Fiordo di Kristiana, Tardo-Romanticismo paesaggistico norvegese, 1901.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XVI Aprile AD MMXXI.

lunedì 12 aprile 2021

Pioggia in Città

Piove per la città.. e la stanca ombra urla

per le tante vie bagnate, per molti

pianti immancabili e avversi dei nuvoli,

per la lontana scintilla del Sole..

come dirotte lagrime disciolgono -

palpitando - i capelli in gemme e in trecce

raccolti della nuova Primavera.

E siamo tutti maschere che vagano,

volti nascosti, ove prima lucea,

come un fior d'adamanti argentei e belli,

la Vita con i suoi bei lapislazzuli, 

fole di un cielo azzurro.

Quadro di Gustave Caillebotte (1848-1894), Strada di Parigi in un Giorno di Pioggia, Impressionismo francese, 1877.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XII Aprile AD MMXXI.

domenica 11 aprile 2021

Aprile d'Autunno

Sembra Autunno, oggi. Manca un fuocherello

tra i rami della boscaglia, mi mancano

le caldarroste sulla via del paese.

Intanto,

piove.. piove nostalgica allegria,

come un pianto in sussurri tra le querce..

e mi ricordo dei mesi trascorsi,

dei boschi falbi, dei zitti arancioni

sulle foglie che vollero dormire,

dei primi ghiacci e della brina caduca.

Ho sonno anch'io.. oggi! Cullato dai nugoli

eterei, cesie nuvole al tramonto!

Come una nebbiolina un po' leggera!...

E gli occhi azzurri di una donna ignota

mi sono diventati quelli grigi

di un avverso Destino.

Quadro di Caspar David Friedrich (1774-1840), Il Mare di Ghiaccio, Romanticismo tedesco, 1823-1824.
Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XI Aprile AD MMXXI.

martedì 19 novembre 2019

Attimo notturno d'Autunno

Questa sera c'è un cielo grigio-viola,
un preludio alla neve. Forse a poco...
a poco scenderà il nevischio. Poi
i bianchi fiocchi

mi saranno graditi. Ho freddo, oh sera!....
Sento piovere fuori. La finestra
socchiusa mi dà spiragli di vento.
Scendono i ghiacci.

Allora, quasi sovvenendo al sonno,
odoro io forse le foglie bagnate,
i rametti che scricchiolano piano,
le vie piene di neve.

Ma poco oltre, tra i campi dell'amata
campagna, so che sta una cappellina.
So che vengono i Sogni e le speranze,
che il ghiaccio schiaccia una piccola croce,
sotto il mio sguardo.

Aiutami tu, oh Signore, a non disperare dell'inverno
che viene!

Peredvizhniki (Gruppo dei Pittori-Girovaghi), Una Foresta nella Neve e nel Ghiaccio, Tardo-Romanticismo russo, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì XIX del Mese di Novembre AD MMXIX.

domenica 17 novembre 2019

La nuova Bellezza dell'Autunno

Tanto sguardo di febbre e di pioviggina
giù, per le strade, crolla. Ora davvero
sento l'odor delle foglie bagnate,
il cesio grido del lor cuore d'oro;
e che importa se è secco?.... Né mi spiacciono
queste tinte autunnali, e questi stagni
leggermente coperti dalla brina
del mattino; né sprezzo il lento piover
di due nuvoli neri che, piangendo,
mi ricordano gli attimi di un vecchio,
ultimo Temporale. 
Ora so amare codesta Natura
dai colori più accessi... questa pallida
stagione, nominata Autunno, senza
consenso d'una Bellezza che è eterna.

Julius Klever, Paesaggio innevato in Ucraina, Tardo-Romanticismo lituano e russo, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XVII del Mese di Novembre AD MMXIX.

domenica 7 aprile 2019

Pioviggina Aprile

Leggermente tu gemi fresca piova,
o nuvola piccina del mio april
fecondo. Ma ombre di buia sera e tetro
meriggio, allor, su me incòmbon; e mentre
riede questo brutal rigor del verno,
e mentre impallidisce il ciel sì glauco,
odo (io) venir da' le frasche vicine
uno spento cantar d'augei che, in molto
silenzio, il cuor che duol mi intenerisce.
Mai amai sì tanto questa Primavera!

Albert Rigolot, Soleil levant dans la Brume, Tardo-Romanticismo francese, Seconda Metà del Secolo XIX


Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica VII del Mese di Aprile AD MMXIX.

domenica 4 novembre 2018

Idillio della Via, della Luna, della Piova e del Tramonto

La sera lagrima
da' tetti. Vaga
cader di piova.
Così scintillano
le gocce. Allaga
questa mia alcova.

Cadon, tintinnano,
per le grondaie,
per le tettoie,
fanno pozzanghere,
per le risaie
senza più gioie.

Odo: che sembrano
trilli di bardi,
urla del vento.
Sento: che spirano
come gagliardi
Dei di Tormento.

Viene il Crepuscolo
sopra i miei occhi.
M'induce al pianto
la melanconica
sera; e que' tocchi
d'un bronzo santo,

sento, m'invitano,
al mesto altare,
a' suoi rosari...
alle mie oniriche
fiamme, sognare
di Sogni amari.

Sento, mi gridano
con santo flemma
urla profane,
grida degli Angioli;
Dio fa bestemma
delle sue vane

torve e fuggevoli
fanghiglie oscene
di creature
cui ne perdurano
respiri e vene
fatte di cure.

Le piove scendono
sempre più forti,
sempre più balde.
Dopo s'acquietano,
strette... consorti
di molte falde.

La via sta tacita
lungo i tuoi tigli
or forse assenti;
un cane s'agita,
mostra gli artigli,
mostra i suoi denti.

Contro la mia Anima
fa da guardiano
quando i miei passi
d'intorno muòvonsi.
Vanno lontano.
E sono lassi!

Ti dico, oh Ecate!
Son solitario
per fredda duna,
quando la Sìlfide
vola al sudario
di falba Luna;

quando da' loculi
sorgon le Villi.
Muovono danze,
mostrano gli esili
piedi di spilli,
cantan romanze....

Ballan su' striduli
sepolcri aviti;
sangue innocente
quivi ne adescano
presso que' miti
di ballo ardente.

Tornan le lagrime
di questa sera,
del novembrino
gelido aere.
Il labbro spera
bèver del vino

mellifluo e tiepido
a far conforto
di questo gelo...
a ber de' palpiti
d'un cuore assorto
chiuso in un velo

ordito a funebre
segno di Morte,
pegno d'Amore...
tessuto a' lugubri
voler di Sorte
e di dolore.

Sono uno spirito
che corre, ed erra
senza una meta
su questa tremula
orrida terra
di vespro asceta...

crudele vèspero
che proibisce
quest'avverarsi
di dolci incubi,
che si svanisce
per tormentarsi.

Sono l'omuncolo
che soffre e adora,
ombra d'un uomo,
d'un fango torbido;
è giunta l'ora
d'essere atòmo.

Sono l'incredulo
amante muto
che ti divora 
dentro i suoi cantici,
che getta il liuto
che ti innamora

d'in su' le implacide
ripe d'Arbogna,
l'onde del Fato.
Schiuditi al naufrago!
Empia vergogna
d'un uom odiato!

Schiudi i tuoi moniti
di pena atroce,
folle pensiero!
Slancia allo stolido
segno di Croce
il tuo levriero:

affonda, sbranami,
tagliami il collo,
il sangue bevi
della mia ugola,
dove barcollo,
grida! lo devi!....

Senti tu tremula
Luna il deliro,
l'estroso detto
di questo rapsodo!
Odi il respiro,
odi il sospetto!

A tanto giunsero
con le tue piove
fatte di cloro
questi miei spasimi,
fatte di nuove
doglie. T'adoro!

Calma! Pioviggina,
sembra la fuga
d'un musicista
di disarmonica
speme. Prosciuga
la terra; è trista

di questi mistici
suoni tremendi,
questo scrosciare
d'inquiete gocciole,
e non t'arrendi
nel mio sognare!

Calma! Pioviggina,
tutto il mio pianto
su' tuoi capelli
neri d'accoliti
sospir d'affranto
cuor di ribelli...

sulla tua giovine
pelle abbronzata
di sotto il Sole
d'una gradevole
estata ambrata
con le sue viole...

sulle tue libere
labbra di bacio,
mento di Dea,
oh Luna flebile,
dove mi giacio,
dove mi fea

tosto il tuo fascino
presto rapito,
passati gli anni,
trenta dal cerulo
incontro ardito
primo d'affanni....

Piove sull'indice
privo d'anello,
pallida speme
del tuo spasmodico
cuore rubello,
viviamo insieme.

Calma! Non scendono
le piove. Torna
un vento. Piace
fischiar all'Ecate,
cangiarla adorna
d'abbraccio audace.

Ma le mie lagrime
scendono ancora
sul mio Novembre.
L'Autunno s'agita,
grida... divora
tutte mie tempre.

E in questo oceano
fatto d'assenzio,
fatto di mosto,
so che è durevole
il tuo silenzio:
dura d'Agosto!


Tranquillo Cremona, L'Ellera (L'Edera), Romanticismo e Scapigliatura italiana, Fine del Secolo XIX


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica IV del Mese di Novembre dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.

lunedì 6 giugno 2016

Idillio-ballata di un Giorno di Pianto di Pioggia di Giugno

Ed è un dì di fulmìnee piogge di un
rosso rubìn di Sole de’ il mio giugno,
quando all’alba mi sveglio e l’inatteso
orizzonte e l’attesa aurora e i tesi
rami di un tiglio inesorati uccìdono -
essi gemendo le onde del ciel cupo -
i Sogni miei notturni, e qui mi invìtano
a vìvere infiniti àttimi ignoti,
e Vita incògnita e l’urlo del vento
del non mai conosciuto mio Destino;
ed è un dì di fulmìnee piogge di un
Sogno che muore.

Ed è un dì di fulmìnee piogge di un
scialbo meriggio che va a tramontare,
ei tintinnando con le acque sue gèlide,
prima che il Sole dell’Estate abbrùci
i capèi d’oro delle risàïe,
là, quando mi sarà afoso anche il Sonno,
tra i sudari viventi della Notte,
e ben dovrò io sognare nel sudore
della Luna di fuoco e di una stella
antelucàna e immòbile tra i nembi,
e quando l’alba mi ucciderà sempre
le mie sognate speni e i desidèri;
ed è un dì di fulmìnee piogge di un
Sogno che morirà.

Ed è un dì di fulmìnee piogge di un
plùmbeo cielo di argento e di cera ebùrnëa,        
e di un Giugno che è sìmile a novembre,
crisantemo pe’ il cènere dei primi
fiori che invano attèsero l’Estate
su’ i prati e negli stagni più lontani,
come io illuso ne attesi le serene
sere, che ora qui illagrimate vàgano
a piàngere e a lamentare la pàllida
comune Sorte, dove la Natura
è rivale dei Sogni, eterno scorno,
ne’ il cinguettìo che io sento, qui, di un pàssero
che caduto dal nido e di volàr
ignaro, e oltre il muretto de’ i suoi sìmili,
ha per Destìn morìr di fame e strazio,
ei agitando il suo rostro per ghermìr
tra l’àëre le brìciole di Morte;
ed è un dì di fulmìnee piogge di un
Sogno che fu.

Ed è un dì di fulmìnee piogge di un
accordo di Tempesta che ho nel cuore,
e di eccitate ombre di furibondo
sentìr, e concitati albeggi oscuri
tra le mie rune e pe’ i monti d’intorno,
e contristata noia, e tradito e bruto
Sentimento di gioie perdute e illuse,
perché ogni Sogno mi fu Illusïòne, e…
e ogni attesa un naufragio senza scogli,
né ìsole e cimbe, io, annegato nel màr
di un vìvere furente che non so
comprèndere, né so portàr avanti;
ed è un dì di fulmìnee piogge di un
richiamo a Iddio.

Ed è un dì di fulmìnee piogge di un
bàttito di ora in su’ di un orologio
che d’in su’ un campanìl sevèro scorre:
estate e inverno, e primavera e autunno,
e quel che esiste muore e si trasforma,
da’ il cadàvere al verme e dalle larve
a’ i fiori di una culla per la Vita,
e il divenìr di queste mie stagioni
non fa altro che invecchiàr questa ansiosa Ànima,
e i miei anèliti pàllidi e infecondi.
Ma resta ùnico, ahimè! il Sogno mio e il mio
volèr di Amore, e i miei singhiozzi amari,
e i miei singulti, e le mie vane posse. E…
e mentre in Sogni giacio, io odo gridàr
con la pioggia le fùnebri campane,
che qui accompàgnano il tristo corteo
della salma di un vecchio sognatore;
ed è un dì di fulmìnee piogge di un
piànger lontano a Iddio.


Massimiliano Zaino di Lavezzaro

Ivàn Endogurov, Pioggia, Tardo-Romanticismo russo, Fine del Secolo XIX



In Dì di Lunedì VI Giugno dell’Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia e di Divina Misericordia AD MMXVI