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martedì 25 gennaio 2022

Sonetto - Con una Danza di Cymbali cupi

Con una danza di cymbali cupi

verrà dei sogni nuova carovana,

la qual disfida le nebbie e i dirupi

della desertica Anima eridana,

 

dei campi, sotto le notturne nubi,

e verrà come una Dea eterea e strana

con un sèguito gelido di lupi

e con la guancia un po’ velata e arcana..

 

verrà, come ogni sera, ogni tramonto,

come stormir tra i salci di un gran pianto..

verrà a illudere il sonno dei Pöeti,

 

e io l’affronterò; di spettral confronto

sarà la pugna. Ma di lei m’ammanto..

cedo.. fuggo.. cado nelle sue reti.

Illustrazione di un vecchio Manoscritto arabo, Ritratto di Antarah ibn Shaddad (Antar) a Cavallo. Arte pre-islamica, 601 d. C.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XXV Gennaio AD MMXXII.

La Sindrome di Wotan. Sonetto - A volte sento che sono seduto

A volte sento che sono seduto,

come Wotan assiso sul suo scranno,

ad attendere il Fato sprovveduto

di gioia, ma ricolmo d’ogni affanno,

 

sento che va a perdurare un Dio muto,

che non mi parla e non mi ascolta e che hanno

i miei giorni una fin vicina, sputo

di attimi bui che pauroso mi sanno.

 

Allora anch’io vorrei farmi viandante,

con un occhio bendato per vedere

meno la Notte informe e le sue doglie..

 

vorrei cercar me stesso nel spasmante

incanto delle nebbie e del dolere..

un cuor che intende il mondo, (ama) e lo raccoglie.

Illustrazione di Arthur Rackham (1867-1939), I Corvi di Wotan (The Raves of Wotan), Illustrazione per la Tetralogia di Wilhelm Richard Wagner (1813-1883), 1911. Acquerello su Carta, Dimensioni sconosciute. Collezione Privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XXV Gennaio AD MMXXII.

lunedì 24 gennaio 2022

Immagini oniriche nella Nebbia

Luoghi sogno lontani oltre le nebbie

e oltre il precluso orizzonte, oltre il giorno

che gennaio nasconde nell’abbraccio

etereo del respiro della terra,

oltre il composto aspetto delle ramora

tremolanti che sanno di umide ombre

come tanti Giganti di ossa e scheletro.

Sì, perché ora la nebbia, orma atarassica

di “un non so che” di nascosto e dormente,

mi stringe nel suo regno misterioso,

un imperio profondo e glauco, un giuoco

di qualche ombra più o meno disvelata

come fosse una timida baiadera..

in un’illusïone che mi vuole

convertire alla gran legge del Nulla…

No!... No! Oltre questa nebbia non c’è niente,

solo il riposo di alberi sognati

con il profumo sognato dei rami

e con la trasognata voce stridula

di piccoli rimasugli di foglie

dondolanti nel vento, come gozzi

impiccati per qualche torto allo gnomo

della foresta. No! Oltre non c’è nulla,

solo la vastità di campi secchi

con paglie vecchie di sei mesi e putride,

solo il fantasma dell’airone bianco

che mi raggela con il suo gridio..

un urlo animalesco, invidïato

dagli Spettri del mondo a mezzanotte.

C’è solo il lento filare dei pioppi

e dei cipressi in vêr il cimitero -

anch’esso trasognato - e non ci sono

che timbri eterei di funerei e tristi

cromatismi di qualche campanile

lontano e dondolato dalle Silfidi..

un fischio orrendo alle orecchie sottili,

leggere.. delicate.. e poi, un silenzio..

un tacer di ogni cosa lungo tutto

uno spartito di Musica ignota.

Eppure è qui.. qui, in questo suono strano,

che sento che mi solletica il Sogno!..

e nella sua algida amara voce

intüisco i lontani amati luoghi,

e mi svanisce la nebbia tremenda

e vedo l’orizzonte mäestoso,

e scorgo il Sole, guardandolo in faccia.

Così bacio un Pöema sulle guance

della nebbia.

Dipinto di Alfred Sisley (1830-1899), La Nebbia, Voisins (Le Brouillard, Voisins), Impressionismo, Tardo-Impressionismo francese, 1874. Olio su Tela, 50,5x65 cm. Museo d'Orsay, Parigi (Francia).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XXIV Gennaio AD MMXXII.

venerdì 21 gennaio 2022

Pomeriggio di Nebbia

La nebbia è fitta.. fitta, oggi, e anche fredda

come tanti aghi di abete che pungono

la pelle avvezza al caldo della casa,

e sembra quasi un regno veramente

da fole.. fole antiche, di altri tempi,

naufragate sulle nostre spiagge,

le correnti vincendo dei millenni..

e in questo regno intravedo le ramora

messe in filari, quasi come scheletri

di alberi morti. Hanno odore di inverno,

come di muschio bagnato in sul Norte,

come di paglie spente da molte ore

e hanno anche un fascino un po’ selvaggio

che scivola sul ghiaccio del mattino,

finché la nebbia lo esclude alla vista

e tutto è immerso nella foschia bianca.

Qua e là è un gracchiar di corvi, un volar freddo..

freddo di vecchi aironi, sopra i campi,

e non riesco a vederli, son nascosti

nelle brume lontane, ma son tanti

e cercano da mangiare, e non lo trovano

e si lamentano urlando e soffrendo.

Né oggi risplende il Sole, né lo vedo,

mi sembrano dei sogni i bei germogli

che due giorni fa avevo visto; né oggi

mi suona in cuore adorato sentir

di nuova Primavera.

Dipinto di Caspar David Friedrich (1774–1840), Ingresso del Cimitero (Friedhofseingang), Pre-Romanticismo, Romanticismo, Pre-Simbolismo tedesco, 1825. Olio su Tela, Dimensioni 143x110 cm. Galerie Neue Meister, Dresda (Germania).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XXI Gennaio AD MMXXII.

giovedì 20 gennaio 2022

Nebbia e Sole

Ritornano le nebbie d’inverno,

mi sembra un combattimento tra il Sole

e il respiro di questa terra bianca..

una tenzone sopra i rami spogli,

sui campi con le paglie ghiacciate..

sopra i campi appena arati,

una battaglia tra vecchi Titani

quasi per contesa di un pezzo

di mondo.

Allora, io vedo il Sole.. è qui, davanti

a me.. splendente come un Eroe in guerra,

ma dietro gli alberi

ci sono le nebbie profonde..

una muraglia di nebbia maligna..

una muraglia di piccole schegge

di nebbia..

e trafiggendomi ora mi punge

insistente desiar di Primavera.

Dipinto di Edward Theodore Compton (1849-1921), Payerhütte e Ortler (Payerhütte und Ortler), Tardo-Romanticismo, Realismo, Accademismo paesaggistico anglo-tedesco, Fine del Secolo XIX. Olio su Tela, Dimensioni sconosciute. Collezione Privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Giovedì XX Gennaio AD MMXXII.

lunedì 10 gennaio 2022

Gennaio

Prosopopea di stirpi della nebbia

in un meriggio di inizio gennaio,

racconto per i bardi di domani,

una ballata al focolare antico

nata da questa mia steppa eridania:

dai tetti scialbi, dai camini neri,

dai campi tristi e dalle paglie smorte,

algide forme di Silfidi e aironi

danzano unite nell’inverno bianco.

Dipinto di Ludvig Munthe (1841-1896), Paesaggio invernale con Tramonto, Romanticismo, Tardo-Romanticismo, Realismo paesaggistico norvegese-tedesco, Seconda Metà del Secolo XIX. Olio su Tela, 57x89 cm. KODE Art Museums and Composer Homes (Norvegia).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì X Gennaio AD MMXXII.

venerdì 31 dicembre 2021

Anno Nuovo

Nebbie profonde e vagabonda brina..

null'altro che ombre e rami morti e foglie

spente, nient'altro che il freddo del verno

che va coprire tutte queste terre,

nient'altro che solitudini immense

sopra una steppa immaginata e nera..

che gridii aspri e severi di aironi,

che ale di corvi, che gracchie affamate..

che eterni balli mascherati e tristi..

e immensa è la desolazione oscura!

Così risuonerà il Te Deum di un mesto,

infinito tremendo funerale..

così Lucifero il Futuro copre

con gli auguri di buon anno agli stolti.

Dipinto di Caspar David Friedrich (1774–1840), L'Abazia nel Bosco delle Querce, Pre-Romanticismo, Romanticismo, Pre-Simbolismo tedesco, 1809-1810. Olio su Tela, 171x110,4 cm. Alte Nationalgalerie, Berlino (Germania).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XXXI Dicembre AD MMXXI.

martedì 21 dicembre 2021

Elegia in Esametri barbari all’Inverno nuovo

Nebulosus ager immensus est, oh Hiems, et Tenebra semper,

nec hodie verum videtur quod hic nivem nondum descendit.  

 

Oh lagrimante inverno! tra le nevi bianche solevi

sperdere il cuor della nebbia, né il meditabondo orizzonte

 

andavi a nascondere per incatenare in un mare

di respiri spettrali dei sognatori i tanti viaggi,

 

né precludevi al mio sguardo le ramora secche e che dormono,

ma bianchi baci irroravi per la terra spoglia e i bei campi.

 

Ora, però, il tuo venir è muto e tarda la bufera,

sembra di vivere niente che un Novembre lungo, un meriggio

 

dei Morti che non tramonta con i suoi lumicini scialbi.

Immenso campo di nebbie si distende, o inverno, e buio è sempre.

Dipinto di Julius Sergius von Klever (1850–1924), Paesaggio invernale con Capanna e Luci del Tramonto, Tardo-Romanticismo, Realismo, Accademismo paesaggistico russo, 1924. Olio su Tela, 34x43 cm. Collezione privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XXI Dicembre AD MMXXI.

domenica 19 dicembre 2021

Ultima d'Avvento

Che cosa sono queste forme smorte

senza occhi e senza volto e senza cuore

che si espandono dentro tanta sera,

insomma, questa nebbiolina fitta..

fitta come una vecchia ragnatela,

come un incanto di fiabe dilette

che parlano di Silfidi e di Fate

e che sussurrano e che urlano piano?...

Che cosa sono?... Sono luci bianche,

luccichii pallidi e bei riverberi

della passata neve. Ora, attendiamo

il Natale, aspettiamo i nastri d’oro

sui pini, i pranzi infiniti, la gioia,

libar alle chimere con gli amici.

Ma questa nebbia non va via, no! Resta..

come un miasma sublime e invincibile,

come una ridda di spettri che furono

donde tra loro non riesco a vedere

nemmeno il volto dei miei vecchi amici

quelli che sono morti, intendo… Infatti,

sono afflitto da questi due Natali

simili a quelli d’un tempo di guerra.

Dove sei? Dove sei nato? Dimmelo! Io

non sono l’Ascalonita invidioso

e se son fatto di cabale, è dunque

la mia cabala solo Pöesia,

consulto i giambi e i Versi come i Magi!...

Ma mi percuote un brivido irrisorio…

Ora, attendo il ritorno dell’inverno.

Dipinto di Rudolf Ernst (1854-1932), Salomè e le Tigri, Simbolismo, Accademismo, Orientalismo austriaco, Inizio del Secolo XX. Olio su Tavola, 71,4x91,6 cm. Collezione privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica XIX Dicembre AD MMXXI.

mercoledì 15 dicembre 2021

Dinnanzi all'Oceano di Nebbia

La nebbia che ricopre le ombre è come

un mare denso di sospiri scialbi,

come una frotta di spiriti allegri

e dispettosi al seguito del vento..

come una treccia di capelli grigi

che vengono pettinati dal freddo

e che si tergono alle ultime nevi

non ancora disciolte; è come un muro

di nuvole di montagne in burrasca,

come l’incanto di un valico spoglio

oltre il quale si può appena discernere

un’ombra nera che sembra una vetta

o che forse è soltanto il ramo informe

del platano lontano o del mandorlo

che trema. Ma ora che mi vuol nascondere

i tetti naufragati nel suo sguardo,

e le grondaie divorate e l’ellera

dei cascinali e il campanile smorto,

io viaggiando dall’alto d’una stanza

mi avvicino alle sue ruvide spiagge

e, mentre mi nasconde, apprendo: un brivido

per salutare l’inverno, un affanno,

come un senso di piangere ridendo,

e imparo a navigare sul suo Oceano

per l’incognita terra che non c’è.

Dipinto di Alfred Sisley (1839-1899), La Nebbia, Voisins (Le Brouillard, Voisins), Impressionismo anglo-francese, 1874. Olio su Tela, 50,5x65 cm. Museo d'Orsay, Parigi (Francia).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XV Dicembre AD MMXXI.


venerdì 19 novembre 2021

Esametri barbari di un Giorno di Nebbia

Così entrai nel regno delle nebbie profonde e vaghe,

con i tetti nascosti, le tegole bianche e i muri

 

mascherati, il campanile lontano dentro questo Oceano,

e con la mia campagna perduta nel grido di un corvo.

 

A che suonava l’ora di pranzo, il ciel di mezzogiorno?...

Fu una chimera per stolti nel cuor di Novembre, d’Autunno!...

 

Ora, i miei occhi si inumidiscono quasi di pianto e vedono ombre

sull’ellera arrampicante, sui rami dei pioppi gelati,

 

come un formicolar di piccole piove leggere,

e tutto in me s’abbuia dentro una sera eterna e cupa.

Dipinto attribuito a Jean-Paul Laurens (1838-1921), Re carolingio da Fanciullo (Enfant Roi carolingien), Tardo-Romanticismo, Accademismo storico francese, Fine del Secolo XIX. Olio su Tela, 130x99 cm. Barry Friedman, New York o The Adriana Williams Collection.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XIX Novembre AD MMXXI.

mercoledì 10 novembre 2021

Esametri di una Mattinata di Nebbia

A me piacciono i giorni della nebbia bianca e leggera

e delle foglie che cadono dai rami appassiti e tremanti

 

e d’insolita mestizia con un piccolo algido sguardo

che sembra pronunziare sorrisi di pianto e di gioia,

 

e mi piace sentire le gracchie che gridano rime

da tradurre in Poesia e che osservano il vecchio Novembre,

 

come lo osservo anch’io, per scrutare forme nascoste

nell’infinito orizzonte e per sognare attese d’Amore

 

al fuoco dell’inverno che presto verrà a raccontare

come parli l’impronta della neve ai cuori che gelano;

 

e mi piacciono questi occhi di femmina lieta nel cielo

che dopo la nebbia piovono speranze e menzogne,

 

tramontando in perenne grigiore, naufragando allora

nell’etterno buio.

Dipinto di Alfred Wierusz-Kowalski (1849–1915), Slitta trainata da Cavalli (Kulig), Realismo, Tardo-Realismo, Tardo-Romanticismo polacco, Fine del Secolo XIX. Olio su Tela, 91,5x129,5 cm. Collezione privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì X Novembre AD MMXXI.

mercoledì 3 novembre 2021

Danza di Nebbie

Danzate intorno, oh nebbie, le carole

con le dita sottili al vento.. al buio

e con i vostri sospiri leggeri

che - evaporando - lambiscono il Sole

e che san di aria anosmica e pesante

con un piccolo balsamo di piova

dall’umida tettoia scivolante,

e che odorano appena come i rami

senza foglie.. e di terra.. come il niente

che germoglia sui campi e che singhiozzano

tacito canto e assordanti richiami,

cantiche silenziose simili a ombre

che calpestano i sassi della via

abbacinando il mio udito che sente

come dei mormorii ormai indefiniti,

un gridio che par venir dalle tombe

o dalle ripe nebulose e spente

che hanno lo stesso color dei liti

e delle vostre guance spaventose

e dei vostri sogghigni corruscanti!...

Allora nella vostra danza antica

come un’onda nel mar tutto si addentra,

difformato nei volti palpitanti

e nel cuor che si agita e si spaventa..

scivola così e si discioglie il mondo

confuso dentro il vostro ventre orribile,

vittima delle divoranti fauci;

e quindi parlo con la vostra voce:

“Noi siamo la nebbia!”.

Dipinto di Caspar David Friedrich (1774–1840), Spiaggia di Mare nella Nebbia (Meeresstrand im Nebel), Romanticismo, Pre-Simbolismo tedesco, 1807. Olio su Tela, 34,5x52 cm. Collezione presso il Palazzo Belvedere di Vienna.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì III Novembre AD MMXXI.