La nebbia è fitta.. fitta, oggi, e anche fredda
come tanti aghi di abete che pungono
la pelle avvezza al caldo della casa,
e sembra quasi un regno veramente
da fole.. fole antiche, di altri tempi,
naufragate sulle nostre spiagge,
le correnti vincendo dei millenni..
e in questo regno intravedo le ramora
messe in filari, quasi come scheletri
di alberi morti. Hanno odore di
inverno,
come di muschio bagnato in sul Norte,
come di paglie spente da molte ore
e hanno anche un fascino un po’
selvaggio
che scivola sul ghiaccio del mattino,
finché la nebbia lo esclude alla vista
e tutto è immerso nella foschia bianca.
Qua e là è un gracchiar di corvi, un
volar freddo..
freddo di vecchi aironi, sopra i campi,
e non riesco a vederli, son nascosti
nelle brume lontane, ma son tanti
e cercano da mangiare, e non lo trovano
e si lamentano urlando e soffrendo.
Né oggi risplende il Sole, né lo vedo,
mi sembrano dei sogni i bei germogli
che due giorni fa avevo visto; né oggi
mi suona in cuore adorato sentir
di nuova Primavera.
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