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lunedì 18 ottobre 2021

Madrigale senza Rime in Esametri barbari - A Ebe

Ebe, ora maturando la vite tua mesci ai miei giorni;

ma immensa è la mestizia del nostro autunnal ricovero,

immenso è l’orizzonte che lagrima foglie per terra:

 

io lo osservo, anche tu lo osservi, ci fa lagrimare per ore,

e quel brivido freddo - lo senti? - e quel lùcer di nebbie

e questa inanità tremenda e fatale e lo speglio

 

degli stagni perplessi… Sto invecchiando amata mia Dea!

Va’.. fuggi, torna agli Dei! Naufraga il mio cuor che urla Amore.

Fotografia dell'Autore stesso, Autunno si specchia allo Stagno, Lunedì XVIII Ottobre AD MMXXI.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XVIII Ottobre AD MMXXI.

La mia Terra

Sono figlio dei campi e degli stagni,

e degli aironi che volano liberi

e delle rane che ora si addormentano,

e delle foglie dei querceti scialbi,

della belletta, delle paglie bianche,

della meditabonda umida terra

dove si accresce un sagittar di funghi,

e delle rive e delle ortiche ardenti

che pungono bruciando come ghiaccio,

dei biancospini dalle bacche fulve,

delle ghiande e dei pioppi, dei muri

delle cascine, delle vie sterrate

che hanno quasi un odore intenso e asprigno

di sassi un po’ bagnati dalla piova,

e dell’Agogna sulle quali sponde

fingo intonare cantici alle Naiadi

infreddolite dall’ignuda pelle

delle prime apparenti nebbioline.

Ma il tempo scorre e viene Autunno e copre

il ciel di melanconia furibonda

questa Natura materna e virile,

e la nebbia commette alla mia terra,

e succedono gli attimi del buio,

e nella sera il mio cuor si sprofonda.

Allora apro la mia finestra e guardo,

chiamo con nomi di fola le mie ombre;

e nella lontananza delle stelle

mi mesce Ebe per l’ultima fïata

di giovinezza il mosto e dell’Amor

iridescente turbolente Vita.

Fotografia dell'Autore stesso, Pianto autunnale di una Quercia, Lunedì XVIII Ottobre AD MMXXI.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XVIII Ottobre AD MMXXI.

venerdì 15 ottobre 2021

Fantasia romantica - Le Voci delle Nebbie

Siamo le cantiche

delle nebbie. Aliti

aspersi di algide

forme. Siam incubi

del vento gelido,

il buio delle alighe

dentro gli spasimi

degli stagni. Urlano

le nostre tremule

voci di Naiadi,

di streghe pallide.

Siamo le orribili

Villi che danzano

tremanti e funebri,

in un coro atono

di lingue cerule,

denti che stridono,

le immense tenebre

giunte dall’Erebo.

Siamo le cupide

grida di spiriti,

sopra scheletrici

rami di frassini,

foglie di platani

vecchi, le mietono

a terra vomeri

di gelido aëre.

Siamo le primule

morte sugli argini

d’Autunno, scivolano

via oltre le incognite

terre dei ruvidi

stagni. Siam petali

di fiori, dormono

cullan Proserpina

dentro il suo loculo

figlio di Cerbero.

Siamo le stridule

voci che pingono

di tanto candido

pupille attonite,

siamo le cantiche

delle nebbie.

Siam le tue voci.

Dipinto di Henryk Bonawentura Kazimierz Weyssenhoff (1859–1922), Gli Orsetti giocano davanti la Casa, Realismo, Accademismo, Post-Impressionismo polacco-bielorusso, 1921. Olio su Tela, 47x72 cm. Collezione privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XV Ottobre AD MMXXI.

mercoledì 13 ottobre 2021

Alle Nebbie

Risparmiate, oh nebbie, dal vostro regno

la mia via solitaria e buia e funesta,

ottobrine come ragnatele scialbe,

risparmiate la mia voce la mia ombra!

Dipinto di Caspar David Friedrich (1774-1840), Abbazia nel Querceto, Romanticismo, Pre-Romanticismo, Pre-Simbolismo tedesco, 1808-1810. Olio su Tela, 110,4x171 cm.  Alte Nationalgalerie, Berlino.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XIII Ottobre AD MMXXI.

Fiori neri

Mi chiama il primo gelo dell’Autunno,

sono una misera foglia che cade,

vorrei amare la nebbia sopra i rami,

la brina, poi il rugiadoso saluto

del mattino, i filari spogliati

dei platani.

 

Tu.. tu, airone, cantor di campestri arpe,

pallidità cinerea di voli e aër,

tu così mi richiami.

 

Ma intorno a me sta sempre la voragine

di abissi senza volto e senza termine

dove perfino i petali dei fiori

lùceno d’oscurità adamantina:

 

le rose dell’Abisso sono nere.

Dipinto di Carl Gustav Carus (1789-1869), Fortezza presso il Mare, Romanticismo tedesco, Metà del Secolo XIX. Olio su Tela. Kunstsammlungen, Chemnitz.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XIII Ottobre AD MMXXI.

domenica 3 ottobre 2021

Ottobre

Oggi m’è come se piovesse eterno,

tante foglie appassiscono per terra,

troppi alberi rimangono scheletrici.

Odo un fruscio di tegole e di pioggia,

breve attimo di sgomento e di noia.

Ritorna presto l’Autunno che sferza

elegie di nebbie oscure e profonde.

Fotografia dell'Autore stesso, Foglie d'Autunno, Sabato II Ottobre AD MMXXI.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica III Ottobre AD MMXXI.

sabato 2 ottobre 2021

Autunno

 I. Se il tuo fascino splende ancor di Sole

E par l'Estate non sfiorita ancora,

Tutto sorride a me,

Tutto ritorna qual piacer in cuore...

Ebe, stai forse arrivando, lo so!

Ma allora sarà la vendemmia attesa,

Berremo insieme uniti.. amati.. avvinti:

Regina tra gli Dei sarai tu, oh giovine,

E io sarò re tra i mortali tuoi servi!


II. Oggi riluce l'inoltrato Autunno,

Tante le foglie pallide già cadono,

Tremando. 

Oh Ebe, mi servi una coppa di mosto,

Berrai con me all'universo scialbo,

Ricordo dell'Estate che è sfiorita...

Elegia di riposo tu, Ottobre, urli.


III. Nebbie come oblio m'accecano gli occhi,

Ombre nel vespro del giorno dei Morti

Vanno così a compatire il mio sguardo..

E sono come scheletri di rami

Mani di foglie senza più unghie e fiori...

Bevo l'ultimo calice di mosto.

Riposo... Ma vorrei

Essere ovunque come questa nebbia.


IV. Di rami secchi sento il tintinnio,

Il primo nevischio minaccia il mondo.

Com'è bianca la piana!

Esseri piccoli e pallidi e freddi

Muovono labbia di fredde parole...

Brividi! Null'altro che brividi e ombre!...

Risuonano, però, canti felici..

Ecco l'inverno, canto di Natale. 

Fotografia dell'Autore medesimo, Specchio di Rami, Sabato II Ottobre AD MMXXI. 
Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato II Ottobre AD MMXXI.

martedì 27 ottobre 2020

Un Ramo

O ramo, povera Anima di foglie,
solitario sul viale vagabondo,
per le panchine vedi /delle maschere
tramontate.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XXVII Ottobre AD MMXX.


Quadro di Walter Morras (1856-1925), Parte di Foresta d'Autunno vicino a Tussein, Tardo-Romanticismo e Realismo tedesco, 1900 circa.
Quadro di Walter Morras (1856-1925), Parte di Foresta d'Autunno vicino a Tussein, Tardo-Romanticismo e Realismo tedesco, 1900 circa.


giovedì 31 ottobre 2019

Halloween - Le ultime Villi

L'ultima volta che io v'ho viste foste
come raggi di Sole che svaniva
ai marmi delle croci sepolcrali.
Lì vi chiamava la regina Notte,
lì pronunziava il nome vostro il vento;
e danzavate con le mosse toste
di chi è colpito da un truce tormento.

Villi, sorgete, bruciate le tombe,
gli sterpi, le betulle, i freddi salci,
a piedi ignudi ballate la ridda,
saltate con i teschi, con i calci,
al suono di cornamuse, di trombe,
di violini scordati dalla Morte!

Ma la nebbia di un giorno di Novembre,
così sottile, così densa e folle,
anche a voi infonde paura e cordoglio.
E mi rimane dopo queste tempre
d'un incubo o di un Sogno, un tristo colle,
e questo scialbo, sì dolente foglio.

Giuliano Bartolomeo, Le Villi, Tardo-Romanticismo italiano, Seconda Metà del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì XXXI del Mese di Ottobre AD MMXIX.

giovedì 3 ottobre 2019

Come un Airone

Come un aïrone ora la terra calpesto e il fango umido,
tra i sentieri vagolando della mia campagna, ove dorme

nel suo talamo perpetuo Persefòne, scelta compagna
dell'Ade e delle sue nebbie, già acerbi preludi per me

del funebre Autunno di Novembre, quando di sera
l'orizzonte ricopre la pallida bava di Spiriti

morti. Sì! io sono un aïrone, con la sua goffaggine eterna
nell'eloquenza di quei rametti che fanno da zampe,

e con il becco ricurvo, gli artigli scomposti sui prati
marciti... egli, gitano dell'aëre fosco e crudele,

il quale nel suo ingenuo urlo le sacre orfiche orge disfida
della Notte che sovviene vicina. Sì! io sono un aïrone;

e mi perdo nell'attimo d'un piccolo volo nel vuoto, nel-
l'immenso d'una Natura e sconvolta, e assonnata, e profonda,

nel volto funereo, vivente, spirante, e nel mare
d'un occhio che guarda e osserva la crudele infamia di questo

mio cuor che urla sognando - oltre gli infiniti suoi termini
il mistero dell'orizzonte.

Io son come un aïrone. Ma di lui mi mancano il cuore,
e questa Libertà.

Sesshû Tôyô, Un Airone e altri Oggetti naturali, Pittura tradizionale giapponese, Inizi del Secolo XVI

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Giovedì III del Mese di Ottobre AD MMXIX.

martedì 17 ottobre 2017

Alba di Ottobre

Vien così presto, all'alba, il primo freddo
che l'Autunno compone al mio miràr,
co' il tremàr
di dense nebbie;
e mentr'io quasi cieco resto, e or che muto
va a tremolarmi il labbro, più che attonito
odo il cadèr di foglie
in tante doglie:
tintinnano frequente l'una all'altra,
e mormorando mi rabbrividiscono.
Oh Natura! Tu dormi,
soltanto la mia stirpe, ahi schiatta d'uomini!
vaga, e affronta le pene della Vita;
e di riposo e requie nulla sa.
L'ultimo mietitore è alla risàia;
poco prima io lo vidi a dàr di baja 
a un crocicchio del borgo.
Pur sarò anch'io a sforzàr la terra a dare
sì tanto vàn ristoro a questo vìvere
che si träe a una tomba,
e poi s'affonda?....
Va il Destìn: tutto inghiotte,
più della Notte.
Nebbie, null'altro che brume selvagge!
Le scorgo sorgere, in campagna, e immani
si prendono alle mani,
e avvolgono l'orizzonte, per sempre,
lo inghiottono nel loro truce ventre;
come Anime di spighe mïetute
che invano si alzano al Ciel che 'l respinge...
come Villi insepolte in terre vergini
che danzano alle rive dell'Agogna.



Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Martedì XVII del Mese di Ottobre dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia e di Fede AD MMXVII.