Ebe, ora maturando la vite tua mesci ai miei giorni;
ma immensa è la mestizia del nostro
autunnal ricovero,
immenso è l’orizzonte che lagrima
foglie per terra:
io lo osservo, anche tu lo osservi, ci
fa lagrimare per ore,
e quel brivido freddo - lo senti? - e
quel lùcer di nebbie
e questa inanità tremenda e fatale e lo
speglio
degli stagni perplessi… Sto
invecchiando amata mia Dea!
Va’.. fuggi, torna agli Dei! Naufraga il mio cuor che urla Amore.
Fotografia dell'Autore stesso, Autunno si specchia allo Stagno, Lunedì XVIII Ottobre AD MMXXI.
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