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lunedì 8 novembre 2021

San Martino MMXXI

Nel dì ultimo d’Estate v’è un sapore

come di caldarroste impallidite,

di stecchi di cannella algida e diaspro-(sangue),

di chiodi di garofano insecchiti,

e di foglie che bruciano; v’è come,

remigante nel cielo, un sentimento

asprigno di vendemmie che tramontano

nel lungo mar delle montagne buie,

e di mosto e di qualche altro Falerno

che fiuta per la terra pien di pioggia,

con quello sguardo dionisiaco e fresco

e con quegli occhi rossi di tramonto

e quel profumo un po’ di Primavera

morta e quei sensi di folle ribelle.

Poi, tutto si fa cupo e tenebroso,

v’è come un senso di melanconia

profonda; e allor, finisce il giorno, e vien

sera e la Vita sembra che si accorci -

ripetutamente infinite fiate -

lungo le dita scialbe delle Erinni,

e muor la gioventù, si ché mi manca

della tua gaiezza il tuo sorriso,

tramontando in cotante ombre e Notte, oh Ebe!

Fotografia dell'Autore stesso, Foglie d'Autunno del Color del Vino, Sabato VI Novembre AD MMXXI.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì VIII Novembre AD MMXXI.

mercoledì 3 novembre 2021

Danza di Nebbie

Danzate intorno, oh nebbie, le carole

con le dita sottili al vento.. al buio

e con i vostri sospiri leggeri

che - evaporando - lambiscono il Sole

e che san di aria anosmica e pesante

con un piccolo balsamo di piova

dall’umida tettoia scivolante,

e che odorano appena come i rami

senza foglie.. e di terra.. come il niente

che germoglia sui campi e che singhiozzano

tacito canto e assordanti richiami,

cantiche silenziose simili a ombre

che calpestano i sassi della via

abbacinando il mio udito che sente

come dei mormorii ormai indefiniti,

un gridio che par venir dalle tombe

o dalle ripe nebulose e spente

che hanno lo stesso color dei liti

e delle vostre guance spaventose

e dei vostri sogghigni corruscanti!...

Allora nella vostra danza antica

come un’onda nel mar tutto si addentra,

difformato nei volti palpitanti

e nel cuor che si agita e si spaventa..

scivola così e si discioglie il mondo

confuso dentro il vostro ventre orribile,

vittima delle divoranti fauci;

e quindi parlo con la vostra voce:

“Noi siamo la nebbia!”.

Dipinto di Caspar David Friedrich (1774–1840), Spiaggia di Mare nella Nebbia (Meeresstrand im Nebel), Romanticismo, Pre-Simbolismo tedesco, 1807. Olio su Tela, 34,5x52 cm. Collezione presso il Palazzo Belvedere di Vienna.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì III Novembre AD MMXXI.

martedì 2 novembre 2021

Impressioni di un Tramonto novembrino

Pallido m’è il tramonto novembrino,

con le sue ultime foglie scialbe e i rami

rinsecchiti dal primo freddo - lungo

le mie ombre - e con le luci della sera

che mi riverberano nel cammino

che mi riporta a casa e quei richiami

che vengono dal bosco, dove un fungo

esclama al volo dei passeri in fiera:

“Per oggi è appena finita la caccia!”.

 

Allor tristezza e gioia e nostalgia e gaiezza

il cuor cattura, come se una parte

della bocca ridesse e fosse in pianto

l’altra.. un occhio sorride e l’altro piange;

sento come una tremula allegrezza,

un dolore di stropicciate carte,

un singulto di corvi, un mesto canto

di nebbie su cui la notte s’infrange

e nasconde la cerula sua faccia.

 

Torno dal cimitero, per la Messa

per il giorno dei Morti e tutto è scuro,

in un attimo s’è sciolta e dismessa

del Sol la luce sopra il vecchio muro;

e in quest’ora di bui riverberi e ombre

mi fanno compagnia: i vecchi cani

che abbaiano, l’erubescente cielo,

l’airone che vola sopra i campi,

un senso di disgusto per le tombe,

la voglia di veder ermi lontani,

strappar dell’Illusione il sacro velo,

essere luce come fanno i lampi..

un senso di nostalgia per quel che ho

perduto, ma che ora più non ricordo.

Dipinto di Caspar David Friedrich (1774–1840), La Sera (Abend), Romanticismo, Pre-Simbolismo tedesco, 1824. Olio su Cartone, 20x27,5 cm. Kunsthalle, Mannheim (Germania). 
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì II Novembre AD MMXXI.

sabato 28 novembre 2020

Sonetto - Vorrei essere la Nebbia che divaga

Vorrei essere la nebbia che divaga

per tante vette lontane e tremende,

e che assale le terre e che risplende

di ceruli vapori, ove presaga

 

d’Ignoto, accresce la sua fuga. Piaga

di mestizia, frattanto, essa - che apprende

solitarie vie - mi chiama, stupende

forme di spettri smorti. Poi si placa,

 

donde diventa un mar di bianche spume.

Vorrei essere il suo passo illagrimato,

la sua voce crudele che divora

 

i respiri notturni e ogni altro lume.

Ma nel profondo del cuor agitato

dovunque è Sogno… è il verno che addolora.

Quadro di Sir John Everett Millais (1829-1896), Foglie d'Autunno, Tardo-Romanticismo e Simbolismo inglese (Confraternita dei Preraffaelliti), 1856.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XXVIII Novembre AD MMXX.

mercoledì 25 novembre 2020

Fantasia invernale in Strofe saffiche - Dipingerò

Dipingerò l’inverno con un Sogno:

due rami appesantiti dalla neve,

per terra un corvo nero, tra le nuvole

il pettirosso,

 

un’ombra tra le frasche solitarie,

la belletta dei campi che si annebbia…

la Notte eterna, la mattina assente,

il giorno buio…

 

la Rusalka che danza le sue ridde

a girotondo, le Silfidi strette

nel vento, i Satiri urlanti l’osceno,

là… oltre una maschera

 

di nebbia, un volto mai visto, uno sguardo

mai amato… un fragile ossequio di rose,

di viore bianche. Si alza dal letargo

la Primavera.

Quadro di Ivàn Konstantinovic Ajvazovskij (1817-1900), Paesaggio d'Inverno, Romanticismo russo, 1876.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XXV Novembre AD MMXX.

lunedì 23 novembre 2020

Sonetto - Sembra la Nebbia martellar Campane

Sembra la nebbia martellar campane

di Morte, qui, ove un regno tenebroso

apre alle remiganti Anime vane

sembianze. Ora, sentendo questo odioso

 

tuono, non mi si placa il cuor che tane

di ripetute pene urla al furioso

correr del Fato. Così più lontane

ritornano le spemi! Ma il nebbioso

 

attimo pur nasconde qualche informe

sguardo che non è tomba né è fantasima,

anche se splende con un marchio atroce.

 

È il ghigno sorridente d’un che dorme

e, sopra un mar che si scompiglia e spasima,

vedo tre chiodi: il sangue d’una Croce.

 

Quadro di Jean Désiré Gustave Courbet (1819-1877), Funerale a Ornans, Realismo francese, 1849-1850.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XXIII Novembre AD MMXX. 

martedì 17 novembre 2020

Sonetto - Profondo e immenso delle Nebbie oh Regno

Profondo e immenso delle nebbie oh regno!

Come divori il crepuscolo oscuro

e la vastità eterna del convegno

di tante ombre! Mi dolgo, intanto, al muro

 

della mia sera solitaria, degno

amico del Pöeta, onde al suo duro

cospetto forse mi compiango, segno

d’una rimasta pena o d’un impuro

 

aëre avvelenato e vagabondo.

Ma nella nebbia pur qualche sembiante

di Sogno amato mi chiama e poi fugge,

 

poi ritornando ancor più fremebondo.

E tra beltà e timor sto a te tremante

con l’Anima soffrente che si strugge.

Quadro di Julius Von Klever (1850-1924) Erlkönig - Il Re degli Elfi (sull'omonima Ballata di Johann Wolfgang von Goethe), Tardo-Romanticismo e Realismo russo, 1887.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XVII Novembre AD MMXX.

mercoledì 11 novembre 2020

Sonetto - Come M’è cara la Nebbia nel Cuore

Come m’è cara la nebbia nel cuore,

quest’Estate autunnale che su molte

foglie rovina, mentre sulle sciolte

chiome dei monti scivola il liquore

 

dell’ultima vendemmia! Ma un sopore

eterno, intanto, le membra raccolte

della Natura inebria e le mie, folte

sembianze simili a un perduto Amore

 

sul far dell’alba. Ora, la mendicante

bruma selvaggiamente mi rincontra,

e mi rivela il suo occhio di mistero.

 

L’ultima Estate muore spasimante,

donde il tempo mi sfugge e poi s’ammonta

in un cumulo d’ombre e cimitero.

Quadro di Arnold Böcklin (1827-1901), Autoritratto con la Morte che suona il Violino, Simbolismo svizzero-tedesco, 1872.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XI Novembre AD MMXX.

martedì 10 novembre 2020

Sonetto - Più non Mi chiama la Foglia leggera

 Più non mi chiama la foglia leggera

che, impallidita, un dì cadde dai rami

infreddoliti e secchi. Ora, gli ossami

di lei, restando al guardo della sera,

 

m’urlano invece una parola fiera,

quasi a ridirmi senz’altri ricami -

dall’Autunno diversi, come tu ami,

o Novembre - che questa nebbia nera

 

più solitaria quercia ora mi annulla

e mi confonde nel suo eterno viaggio

oscuro, dove il meriggio è più breve.

 

Ho spento l’ultima amata fanciulla:

una foglia nel mezzo del miraggio.

Grave è la terra, ma la nebbia è lieve.

Illustrazione di Arthur Rackham (1867-1939), Ophelia, Tardo-Romanticismo inglese, 1939.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì X Novembre AD MMXX.

sabato 31 ottobre 2020

XXXI Ottobre

 

Sonetto senza Rime - M’inseguono le Nebbie tremolanti

 

M’inseguono le nebbie tremolanti,

con i rami che strillano di Morte,

donde gli spettri malvagi i dispetti

ripetono del timore più crudo.

 

Allor ormai i miei passi conto, sì che

le Norne - i roghi accendendo del vespro -

le scheletriche mani su me aguzzano

beffarde, al volo di un ner pipistrello.

 

Davvero non ho mai sognato accorti

Misteri a testa in giù… aprir gli occhi a un tratto

e veder - sotto - la spoglia terra…

 

sentirmi richiamar col nom Vampiro,

mentre, abbracciando con l’ale la notte,

poso i piedi sugli astri e sulla Luna.

 

Sonetto senza Rime - O dolce o Scherzo… o Follia o Tenebrore

 

O dolce o scherzo… o follia o tenebrore….

Per una caramella sono un Mostro?....

Ma, come un bacio alle Villi svanite,

impallidisce nel Nulla la nebbia.

 

Due bare, due occhi di donna… di tigre…

merletti di Carnevale… oh tu, maschera!

Aggirarti t’ho vista per le tombe

a leggere quei nomi sulle croci….

 

Lascia il riposo alle vergini suicide,

culla gli ossami dei matti e dei bruti,

mostra a tutti l’orrore del tuo volto!....

 

Siediti e bevi! Bevi il vin dei Morti!....

Rabbrividisco sognando nel mar

di queste bave, le brume infernali.

 

Sonetto senza Rime in Stil di Fantasia slava – Oh Nichnytsia, profondo Error del Buio

 

Oh Nichnytsia, profondo error del buio,

di questa steppa scrutatrice infame!

Tu chiami dai sepolcri le tue Villi,

le Rusalki dai vortici del lago.

 

Tutta la Notte è una menzogna orrenda,

un gorgoglio di fiumi sanguinari.

Senti! I destrieri galoppano svelti

e sicuri, ma tu, o spettro, li vai

 

a divorare, e li disperdi altrove.

Così mi trovo tra le nebbie orrende,

e i singhiozzi dei lupi che hanno fame.

 

Frattanto annego nell’onde del fiume,

cercando svellere un bacio alla Luna.

Tra le ninfee è la Rusalka assassina.

 

Quadro di Witold Pruszkowski (1846-1896), Il Drago di Wawel, Tardo-Romanticismo polacco, 1884.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XXXI Ottobre AD MMXX.

venerdì 30 ottobre 2020

Sonetti al Saluto di Novembre, Tempo di Fole e di Morti

 Sonetto senza Rime - Un’Ombra si riflette sullo Stagno

 

Un’ombra si riflette sullo stagno

notturno, tra le ramora spogliate

e le natanti foglie impallidite,

dove a’ miei sensi la nebbia è sepolcro.

 

Non so!.... Mi sembra una confusa immagine

degli abissi fangosi… una Rusalka

che giuoca a nascondino con le rane,

ella quel vento solleticando agile

 

che novembrino soffia, sepoltura

delle giornate serene. Ma, adesso,

che sta immobile come una morente

 

quercia… ora, che mi osservo attentamente,

nel profondo del vortice stagnante,

in lei mi vedo, illagrimato specchio.

 

Sonetto senza Rime - Senti!.... La Danza, i bei Piedi che scalpitano

 

Senti!.... La danza, i bei piedi che scalpitano!

Chiamala leggerezza d’un fantasima,

strascichi inquieti di vesti spettrali!

Di’: oh mie Villi! Oh Novembre! Amica terra!

 

Terra dei Morti, dei Santi… dei folli!....

Oh visionaria mia Anima! Tu tremi,

ormai, nel fitto di questa foresta,

miasma di Vita e trapassata speme.

 

Così t’inquietò la civetta urlante.

Ma la Notte ti chiama… ti rapisce

un’altra volta ancora, mare eterno

 

di misterici culti cui dai i nomi:

follia… attesa… päura. Nel buio

è un altare… una croce e un lumicino.

 

Sonetto senza Rime - Vi abbiamo benedetti dalla Terra

 

Vi abbiamo benedetti dalla terra,

ci voleste dispersi, o ossami in urne

dimenticate e sconvolte. Chi piange?

Chi versa lagrime agli estinti?.... Un Requiem

 

l’aspersorio predice il nostro Fato.

Aeternam… per così poco viviam,

spettri di vermi che sognan l’Ignoto

in una tomba di pietra. Dona eis,

 

Domine. E voi, benedetti, piangete

sulle nostre miserie, che infallibili

si propagano per sempre. Dona eis,

 

Domine. Viene presto la perpetua

sera ad alluminarci – impallidendo -

con quella Luna che non ha più fine.

 

Sonetto senza Rime - Chi calpesta le Foglie, qui strisciante

 

Chi calpesta le foglie, qui strisciante…

agitando le vie? Chi corre?.... Fugge

uno spettro orrorifico. Oh illusione!

Or dunque chiami nebbia pur te stessa!

 

Ma so che ora mi inseguono i fantasmi,

circonfusi di vento: denti e fauci

di lupi inquieti ai quali turbai il sonno,

il lor nome di fola esorcizzando.

 

Lo sai? I Pöeti hanno päura di Ecate,

come i fanciulli. Madre! Oh madre… narrami

un’altra fiaba! Ahi, poss’io riposare

 

tranquillo in questa Notte! Risvegliarmi

all’alba nuova, e chiamare miei amici

i Mostri oscuri del mio buio Mistero!

Quadro di Witold Pruszkowski (1846-1896), Śmierć Ellenai (La Morte di Ellenai), per il Poema Anhelli di Juliusz Słowacki (1809-1849), Tardo-Romanticismo polacco, 1892.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XXX Ottobre AD MMXX.

domenica 17 novembre 2019

La nuova Bellezza dell'Autunno

Tanto sguardo di febbre e di pioviggina
giù, per le strade, crolla. Ora davvero
sento l'odor delle foglie bagnate,
il cesio grido del lor cuore d'oro;
e che importa se è secco?.... Né mi spiacciono
queste tinte autunnali, e questi stagni
leggermente coperti dalla brina
del mattino; né sprezzo il lento piover
di due nuvoli neri che, piangendo,
mi ricordano gli attimi di un vecchio,
ultimo Temporale. 
Ora so amare codesta Natura
dai colori più accessi... questa pallida
stagione, nominata Autunno, senza
consenso d'una Bellezza che è eterna.

Julius Klever, Paesaggio innevato in Ucraina, Tardo-Romanticismo lituano e russo, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XVII del Mese di Novembre AD MMXIX.