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sabato 23 aprile 2022

Fiori di Temporale

Questi bei fiori hanno lo stesso incanto

del vento che li trascina e li porta

con sé - lontano - e hanno il fascino occulto

dei lampi e delle nuvole che tanto

paiono nere. Questa è una risorta

viola che si disperde nel singulto

del primo tuono. E questo è il mio vïale,

dove i petali son precipitati

per ordire un sentiero di ombre un po’

rosee e bianche.. un sentiero come un mare

di fiori. Gemmano ora gli illibati

rami e tremano, osservano la pioggia

che singhiozza sul prato della chiesa.

Osservo anch’io il Temporale! Ed è sera,

e un altro fiore per terra si appoggia,

ha perso contro il vento e ora è la resa.

Ma April mi sembra solo una chimera.

Fotografia dell'Autore stesso, Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Petali sul Catrame, Sabato XXIII Aprile AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XXIII Aprile AD MMXXII.

giovedì 14 aprile 2022

Resurrezione

Tu guardi, io ascolto, osservi.. e odo: il fior bianco

sboccia dal ramo vigoroso e bruno,

aulentissimo fiore, il Sole a fianco,

il prato solitario, il gelso, il pruno

e le foglie si dondolano al vento,

tintinnano festose le campane

martellando, ci prende il torneamento

della malia delle terre lontane,

lo splendore del cielo etereo e cesio,

l’azzurro dell’Infinito e del giorno,

lo stormo vola leggero ed etesio,

le viole delicate tutt’intorno..

come fanciulli, ascoltano una fola

che viene raccontata da una rana -

la prima dal risveglio - una parola

che suscita il sorriso dalla tana:

“Sì, mie care.. sì, io faccio un salto fino

ai nugoli e alle stelle” e gracidando

salta dovunque, e ride, un sorrisino

allegro.. allegro, nel meriggio blando..

e la rosa si arrampica sul muro,

con l’ellera che la sfida per giuoco,

nell’ombra che per lor fa un po’ di scuro,

che bella rosa rossa, rosso fuoco!

Ma a te ora dico che vorrei fermarti,

vorrei attenderti.. e chiamarti per come

mi chiami, vorrei amarti e dondolarti

per questa meraviglia e per il nome

del tuo risorgimento e delle stelle,

e di questa Natura risvegliata,

e dei tuoi campi e delle terre belle,

e della tua campagna interminata,

e degli stagni adorni di bei fiori,

di quest’albero messo in croce e morto,

di questi silenzi e questi rumori..

al nome del nostro cuore risorto.

Fotografia dell'Autore stesso, Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Risorgimento (Resurrezione), Lunedì XI Aprile AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Giovedì Santo XIV Aprile AD MMXXII.

mercoledì 13 aprile 2022

Sonetto - Perché non posso Comandare in Alto

Perché non posso comandare in alto,

alle stelle cadenti?... Vorrei dire,

esprimere un desiderio allo spalto

del cielo, desiderare e dormire,

 

vedere una scia nel buio di cobalto..

una scia astrifiammante, vorrei udire

il viaggio d’una stella biondo-malto,

e far indagine del nostro avvenire.

 

Oh se cadesse una stella! Saprei

chiedere di interrompere il silenzio

del nostro cuore e delle nostre labbia.

 

Ma interminabile ermo agli occhi miei

si pinge, ed è ora un deserto d’assenzio,

dove navigo sopra un mar di sabbia.

Fotografia dell'Autore stesso, Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Fiori - Stelle di Campagna, Lunedì XI Aprile AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XIII Aprile AD MMXXII.

lunedì 11 aprile 2022

Fiori rosei

I fiori rosei sono i tuoi occhi, sono

i tuoi sorrisi, il tuo volto ridente,

sono i sentieri per il vecchio misterio,

la tua bocca, le tue labbia loquaci,

le tue braccia che abbracciano l’immenso

del cielo primaverile, e le nuvole,

sono tanti pensieri e le tue solite

pose e i tuoi soliti attimi di baci,

e i tuoi saluti.

 

Petali dondolanti dentro il vento!

Portate a lei il mio cuore e ripetetele

ogni cosa: il soffrir e il piacer, questo

ordito, fuso, di Sogni infiniti!

Fotografia dell'Autore stesso, Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Sinfonia di Fiori rosei, Lunedì XI Aprile AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XI Aprile AD MMXXII.

sabato 9 aprile 2022

A un Vento di Primavera

Vento, che dici parole fuggenti,

dalla campagna stai alzando la sabbia.

Forse il ruggito non odi, non senti

che esce furioso e va dalle tue labbia,

forse non sai che sembri sollevare

le dune di un ermo molto lontano,

e che pieghi le ramora risorte

dall’inverno passato, e che per mano

prendi le foglie giovinette e morte

e le trascini nel tuo lungo mare,

e non sai che io sto ascoltando i tuoi salti

sulle tegole vecchie e sopra i tetti,

su’ muriccioli e invisibili spalti

di castelli perduti e maledetti,

sulle campane che placide e calme

suonano le melodie del meriggio

e gli osanna per gli ulivi e le palme;

e non sai che vai a dondolare il riccio

di qualche ippocastano non ancora

caduto dall’inverno e vai a lambire

e a strappare gli stami e le interiora

e i petali del persico e vai a dire

suggerimenti per danzare in mezzo

alla tua voce stridula e gridii

e fischi dentro il tuo ancestrale vezzo

che fa eco a mille saluti e altri addii,

che sei un pöema della pia Natura,

un racconto di Eroi eterei e foschi,

labbi per benedire una radura

di ruggiti e silenzi, e miele e toschi…

E io al tuo respiro freddo, algido, ottuso,

sto alla finestra e vedo il finimondo,

vedo il tuo passo e vacillo confuso,

vorrei essere te, ossia un vagabondo,

la polvere, la terra, delle carte

che svolazzano, essere la foglia,

le sabbie sopra i campi, i rami secchi,

le pietre e i sassi, andar in altra parte

come in un sogno, come una voglia,

oltre questi orizzonti sempre vecchi..

un sibilo di freschezza, un sussurro,

unisono alla Madre aria che vola,

sopra gli stecchi e l’infinito azzurro

della mia Primavera.. una parola,

una malia di un attimo divino,

verso la sera dai suoi volti oscuri.

Così in te, o vento, m’avvicino

nel regno di quei sogni imperituri.

Fotografia dell'Autore stesso, Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Fiori rosei della Campagna, Martedì V Aprile AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato IX Aprile AD MMXXII.

mercoledì 6 aprile 2022

Foglie

Le foglie risorgono,

scialbe tintinnano

al vento,

le foglie fioriscono,

i fiori agitano

la terra,

le foglie già mormorano

parole mùtole

al Sole,

le foglie mi osservano,

vedete? Un atomo

cammina,

i campi riaccolgono

voli di rondini

fugaci,

attimi incantevoli,

istanti tepidi

di speme,

le foglie mi parlano

tanto, le ramora

d’Amore,

un senso durevole,

le foglie strillano

di gioia,

sui muriccioli algidi,

sopra le tegole,

danzando,

ronzano intorno agili

sciami che stillano

il miele,

sui sentieri e i ciottoli

aghiformi dell’arida

campagna,

le foglie germogliano,

bella.. santissima

la voce

della Primavera.

Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì VI Aprile AD MMXXII. 
Fotografia dell'Autore stesso, Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Fiori Bianchi, Mia Registrata, Martedì V Aprile AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì VI Aprile AD MMXXII.

sabato 2 aprile 2022

Il primo Temporale

Mi piace il fiore nella pioggia, il ramo

fiorito che si piega con il vento,

mi piace il persico entro il buio immenso

rosso come le guance vergognose

d’una fanciulla timida, mi piace

lo stormo che risponde al mio richiamo,

l’aria che agita un vecchio torneamento,

il nuvolo che piange dal suo denso

sguardo, la pioggia sulle prime rose,

la camelia infiammata come brace,

le primule bagnate, i tulipani

che sbocciano, mi piacciono quei lampi

che alluminano il campo appena arato

e che sollevano quel lezzo amaro

di fanghiglia negletta e malandata,

quegli orizzonti anneriti e lontani,

l’immensità delle selve e dei campi,

le rogge tintinnanti, l’adorato

stagno delle ninfee, mi piace il caro

occhio del cielo, un po’ scuro, e l’orbata

sera, e il nero di questo finimondo,

le foglie delicate e le altre gemme,

il rumore dell’albero colpito

dal fulmine, morente e spasimante,

la carica di battaglia del tuono,

la voce stridula di qualche airone

o di un ibis demente e vagabondo,

la rondine che con le nere penne

perdutamente vola all’infinito

in cerca della nidiata tremante,

e non la trova, mi piace ogni suono

di queste piogge e della lor canzone,

la terra umida, rorida, bagnata,

il marciume dei vermi e del lombrico

annegati, lo sdegno delle rane,

le fragili antenne delle lumache,

la paglia della chioccia e dei pulcini

che sembra un ruscelletto per formiche,

la riva un po’ fangosa e pasticciata,

la parola del temporale antico

sopra i tumuli delle vecchie tane,

anzi, parole misteriose e rauche

che si schiaran con i tuoni ferini

sopra il germogliar delle prime spiche,

e i nuvoli sempre vicini a sera,

e il firmamento ormai coperto e rozzo,

mi piace questo silenzio e il suo umore.

E così di te mi fido, oh Primavera!...

Nella Tempesta il tuo vero singhiozzo,

la Bellezza infinita nel tuo cuore.

Dipinto di Peder Mørk Mønsted (1859-1941), Tramonto sopra un Fiordo danese, Tardo-Romanticismo, Realismo, Accademismo paesaggistico danese, 1901. Dimensioni 54,0x95,0 cm. Collezione Privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato II Aprile AD MMXXII.

sabato 26 marzo 2022

Poesia allergologica

Vorrei essere un ramo e sospirare

dentro il vento irridente della Vita,

lutulenta allergia mi opprime il fiato,

respiro questa terra.. terra amara,

matrigna santa senza nuovi figli.

Fotografia dell'Autore stesso, Il Risveglio dei Pollini, Lunedì XXI Marzo AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XXVI Marzo AD MMXXII.

venerdì 25 marzo 2022

Aridità umana

Come un miraggio: un Sogno nel deserto

vola. Le foglie cadranno per terra -

bruciate appena nate - sotto gli incubi

del Sole ambrato.

 

Come il canto da un minareto muto:

tintinnano cadendo sulla sabbia.

 

Saranno Anime erranti, carovane

lungo le dune, senza sete e senza acqua,

foglie anonime.. germogli insepolti

di Primavera.

Fotografia dell'Autore stesso, Deserto d'Alberi, Giovedì XVII Marzo AD MMXXII.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XXV Marzo AD MMXXII.

sabato 12 marzo 2022

Scontro tra Inverno e Primavera

Dalla finestra è uno scontro tra inverno

e Primavera: nubi infreddolite,

il Sole grigio.. quel Sole un po’ mite,

che parla e splende come incanto eterno..

quel Sole scialbo di neve celeste,

amica dei germogli e delle gemme,

compagna delle viole e delle feste

che celebrano i campi.. e le bestemme

dell’erbe al gelo, le suppliche mute

degli stormi che cercano i bei nidi,

la rondine che chiede: “Perché ridi?”

al corvo mangiatore di pennute

proli… Ed è tutto un cinguettar d’intorno,

stormiscono le foglie appena nate,

la viola dà il saluto al nuovo giorno,

alle nuove malie delle sue Fate.

Ma tutto mi domanda: “Tu non esci?”.

No!... Non esco. La mia finestra, in fondo,

è il mio occhio mesto, perduto ai rovesci

e alle spoglie bellissime del mondo.

Io amo questa finestra! Da essa guardo

avanti e più di nulla mi vergogno:

osservo l’orizzonte un po’ in ritardo,

le terre più lontane, il mare e sogno..

sogno per dire che la Primavera

sta vincendo l’inverno e algida vola,

come una dolce melliflua parola,

a dar gioia con la Luna della sera.

Ma odo ancora una schietta voce sola:

“Lo hai detto. Lo ripeti. È solo un Sogno!”,

e dopo il Sogno c’è dunque l’oblio.

Dipinto di Konrad Alexander Müller-Kurzwelly (1855-1914), Ruscello all'interno della Foresta (Bachlauf im Waldinneren), Tardo-Romanticismo, Realismo, Accademismo tedesco, 1907 circa. Olio su Tela, Dimensioni 100,0x150,0 cm. Collezione Privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XII Marzo AD MMXXII.

lunedì 7 marzo 2022

Sonetto - Una semplice Ombra di Primavera

Una semplice ombra di Primavera:

due fiori scialbi tra l’erba del prato

stretti.. stretti, così, nell’oscurato

giorno, la sera svelta e una riviera

 

lungo il mare del buio, ove si sincera

la Notte del suo sentiero invasato.

Qualche occhio stanco di Sole accaldato,

ora la Luna dalla falba cera.

 

Dall’Inverno i germogli della Vita.

Vedo dal ramo smilzo il melograno,

poi tutto inghiotte l’oblio dell’Oscuro.

 

Oh Anima!... Anima, errabonda e smarrita!...

Tradisce nebbia il tuo incanto lontano.

Lo so… La Primavera è oltre il tuo muro.

Illustrazione di Gabriel Charles Dante Rossetti (Dante Gabriel Rossetti), Amleto e Ofelia (Hamlet and Ophelia), Tardo-Romanticismo, Accademismo, Simbolismo inglese, Confraternita dei Preraffaelliti, 1866. Acquerello e Gomma arabica su Carta, Dimensioni 38,1x27,9 cm. Ashmolean Museum of Art and Archaeology, Università di Oxford (Regno Unito).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì VII Marzo AD MMXXII.

domenica 6 marzo 2022

Sonetto - Diventa il Cielo grigio, grigio.. cupo

Diventa il cielo grigio, grigio.. cupo,

vaticinio di neve a germinale,

melanconico inverno, magistrale

urlo dall’alto di un vecchio dirupo.

 

Allora si alza un po’ di vento crudo,

spire di freddo, un nembo verginale

candido che vuol nevicare, fiale

malïarde di tosco per un lupo.

 

Addio a te, oh Primavera, che credevo

prossima ai tanti prati della piana

risvegliata dai fiori e dalle foglie!...

 

Non più mi luce il volto tuo, il sollievo

della terra rinata. Ma dipana

Marte la fiamma rossa delle doglie.

Dipinto di Edward Robert Hughes (1851-1914), La Notte con il suo Seguito di Stelle (Night with her Train of Stars), Tardo-Romanticismo, Accademismo, Simbolismo inglese, Confraternita dei Preraffaelliti, 1912. Olio su Tela, Dimensioni 127,0x76,2 cm. Birmingham Museum and Art Gallery, Birmingham (Regno Unito).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica VI Marzo AD MMXXII.