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mercoledì 1 dicembre 2021

Tre Vecchie Poesie di Dicembre scritte nel MMXIX

 I Dicembre

 Oh piovoso Dicembre, tu non agiti

ancora le pallenti nevi. Ma urli

nel sonno del meriggio sofferente

doglia che è questo eterno venir di altre

spasimanti stagioni!....

Né sai aspettare il mio riposo illuso,

né ti dà giovamento il mio cordoglio.

Lasciami fare nel Sogno confuso

quello che adoro, e poi quello che voglio!

 

Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica I del Mese di Dicembre AD MMXIX. Modificata in Dì di Mercoledì I Dicembre AD MMXXI.

Sonetto saffico - Scende al Calar d’Inverno un Fior di Neve

Scende al calar d'inverno un fior di neve.

Io lo sento... nell'erba... nella brina,

saltella come un Sogno. Oh! egli è amico

della mia Notte bianca!

 

Scende; e so che si affretta e dolce e lieve

a baciar questa terra, e che un po' prima

ferisce il cielo con lo sguardo aprico

dell'Anima sua stanca.

 

Ma tu, mio fior, nascondi il freddo eterno,

e conosco il tuo pensiero: che è morta

l'Estate, e che Ebe non ha più un liquore,

 

che tutto è buio, e dolor, e bugia e scherno,

che la Natura dorme e resta assorta

come assorto è il mio cuor nel suo Dolore.

Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica I del Mese di Dicembre AD MMXIX. Modificato in Dì di Mercoledì I Dicembre AD MMXXI.

Tristezza  di Dicembre

Non fu mai così triste il mio Dicembre

adesso che sta venendo l'inverno.

Ma nelle nebbie svanite nel fioco

sguardo del giorno, ravviso lontane

steppe, e ceruli campi, e il loro fango

che si dispiega vicino a me. Allora

mi si risveglia una cura. Non ho

mai sofferto così tanto in cotanta

gioia di saper ridere e soffrire.

Dipinto di Ivan Fedorovich Choultsé (1874-1939), Inverno, Alta Savoia, Svizzera (Hiver, Haute Savoie, Suisse), Tardo-Romanticismo, Realismo, Accademismo russo-francese, Prima del 1939. Olio su Tela. Dimensioni sconosciute. Collezione privata.
Massimiliano Zaino Di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica I del Mese di Dicembre AD MMXIX.

martedì 29 dicembre 2020

Sonetto - Le tue Culle mi sono solitarie

Le tue culle mi sono solitarie,

come il silenzio che inghiotte la sera

quando - una muta via - abitudinarie

impronte mi riporta con la spera 


di qualche stella. O Inverno, le tue varie

chiome ghiacciate la fredda preghiera

dei miei rami non odono, né le arie

infreddolite, né di smorta cera


l’imbrunir vecchio e tormentato. Allora,

il nostro sonno è sempre buio e romìto,

simile a gocce di ghiaccio che scioglie


se stesso nel profondo di un’altra ora

prossima all’alba. Ma nell’infinito

tuo regno ora ho un piacer che non si coglie,


né coglier si dêe. Foglie

eterne e irremovibili stan smorte

sulla tua neve, a me, eterne e assorte.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Una Via di Campagna con la Neve, XXIX-XII-MMXX
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XXIX Dicembre AD MMXX.



Sonetti dicembrini di una Nevicata e dell'Inverno

 I.Sonetto - Mi getta la Foschia del bianco Inverno


Mi getta la foschia del bianco inverno

come un dado del Fato sulla neve.

Esce la via dell’Ignoto, uno scherzo

maligno, un bieco sguardo che nel greve


tenebrore mi chiama a tanto eterno

silenzio, imperituro urlo di un’Ebe

costretta a piangere il giovine perno

dell’Autunno sfumato. Ora, il mio lieve

 

passo tramonta e si rialza sul ghiaccio,

da folle pattinando per restare

in piedi. E attendo il meriggio… e il suo bacio

 

appena soleggiato, e il tormentare

della Natura e dei rami. Ora giaccio

tra le fole, oh sublime nevicare!

 

II.Sonetto - Giro per la Campagna e vedo Tane

 

Giro per la campagna e vedo tane

sepolte dalla neve e rami bianchi

carichi di abbaglianti foglie, fianchi

ghiacciati e volti di nature arcane

 

che piovono elementi freddi. Insane

arie d’inverno, frattanto, gli stanchi

orizzonti un po’ alluminano, branchi

di nuvole soleggiate e lontane.

 

Io sono in te, o Dicembre, nel tuo grato

abbraccio che distrugge la Natura

per darle una Primavera più nuova.

 

Io ricambio il tuo sguardo e, alzando il dado

del Destino, ora scopro nell’impura

neve un piccolo fior che il Sogno approva.

 

III. Sonetto - Danza una Foglia sullo Stagno infermo

 

Danza una foglia sullo stagno infermo.

Mi guarda… s’avvicina e dice piano

“Voglio essere una ninfea”, poi lontano

discende… annega… gorgoglia. Nel fermo

 

ondeggiare del ghiaccio e nel suo sferzo

solo la Morte suona… e il suo pantano

di Sogni divorati… e un sonno arcano,

sì che mi appare il regno dell’Inverno.

 

Va’, cammina oltre il ponte un po’ innevato,

dove il grigiore ha inghiottito anche il Sole,

e le nebbie si schiudono e il dorato

 

ricordo dell’Autunno ardisce e duole

nel suo ghermirmi! Va’… ti ha divorato

il ghiaccio! Ma già colgo le tue viole.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Interno del Parco della Ghina di Borgolavezzaro dopo una Nevicata, XXIX-XII-MMXX.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XXIX Dicembre AD MMXX.

lunedì 28 dicembre 2020

Sonetto caudato senza Rime - Sfuma la Neve nella Nebbia densa

Sfuma la neve nella nebbia densa,

ed è la sera… è un tramonto d’inverno….

Molto buio è intorno il paesaggio bianco,

relitto di una nevicata cieca.

 

Sì! io ti chiamo, spavento ceruleo, ombra

di spiriti invernali che insepolti

vagano per le tracce della mia

piccola Notte!.... Adesso dormi, come

 

dormono i canti natalizi, attese

profane per il nuovo anno. Frattanto,

vedo che incede la sera selvaggia.

 

E la Luna mi pare sotto i piedi,

e le ramora han foglie con i fiocchi

di ghiaccio, e all’orizzonte è il fio spettrale

 

della tormenta fredda,

che mi chiama per farmi divorare,

seriche fauci di morbide nevi.

 

No! Non più ha croci questa

Notte, lapidi senza un nome sopra,

ma un pungolo di freddo che urla “Vivi!”.

Quadro di Hermanus Willem Koekkoek (1839-1895), Scena di un Viale in Inverno, Tardo-Romanticismo e Realismo paesaggistico olandese, 1880 circa.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XXVIII Dicembre AD MMXX.

mercoledì 23 dicembre 2020

Sonetto - Canta, oh Inverno, ai freddi tuoi Sentieri

Canta, oh inverno, ai freddi tuoi sentieri

la brina tra le ramora e i selvaggi

urli del vento e i gelidi miraggi

della neve e le nuvole e i più neri


orizzonti e l’ignoto dei ciarlieri 

fanghi! Tu, dunque, o Dicembre, i tuoi raggi

innevati ridai, che smorti ostaggi

del tuo buio, alzano il guardo agli emisferi


del Sole che impallidisce. Io, nel mentre

di questa nenia, ammiro la Natura,

immersa nel suo riposo di Dea.


So che ora viene il Natale, che intente

a splender son le stelle, che un’oscura

foglia nasconde la prima ninfea.

Quadro di Peder Mørk Mønsted (1859-1941), Ponte Campovasto, Post-Impressionismo paesaggistico danese, 1914.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XXIII Dicembre AD MMXX.


sabato 19 dicembre 2020

Un Canto di Natale

So che ora è gelida

la sera. So

che la dormiente

Luna non si agita

ancora…. Un po’

d’ombre, e tacente

 

m’è la Notte. Anima

del buio! Oh Dicembre!

I saturnali

fra poco arrivano

bramanti e, mentre

i tuoi fatali

 

giorni s’accorciano,

viene la festa.

Oh inverno! Neve

che cade ergendosi

alla funesta

terra d’un greve

 

lutto, dai sordidi

drappeggi in nero,

e dai sudari

dannati all’Erebo

del cimitero….

Ah, i nostri cari!

 

Oh debil, fragile

steppa innevata

anche nell’eco

che grida brividi

truci e, accecata

dal Sole cieco,

 

crocicchi e valichi

contende alle orme

delle tue slitte

nella più lugubre

tormenta! Oh informe

via di diritte

 

spogliate ramora

cui va il mio sguardo

dalla finestra!...

sai? Conta i passeri

morti nel dardo

d’una Tempesta!

 

Oh eterno tremito

di foglie assenti,

perenne Avvento,

sempre Quaresima

di Dei silenti

e di tormento!

 

Tu porti ai pallidi

Tramonti un suono,

un dolce canto.

Ma a me, in questi attimi

orrendi, un tuono

somiglia… un pianto.

 

Ed è quest’ultimo

che dice: “Ormai

sarà il Natale”.

Nacque Iddio… ah gli Angioli!

E lo pregai…

ma resta il Male.

Quadro di Julius Sergius von Klever (1850-1924), Sera d'Inverno con Albero spoglio, Tardo-Romanticismo e Realismo russo, 1898 circa.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XIX Dicembre AD MMXX.

venerdì 4 dicembre 2020

La Nevicata

Mi hai detto: “È un velo bianco che ho pianto sul buio dell’inverno,

è la nenia del riposo che ripeto ai Sogni dei Vati.

 

È lo specchio per farti risplendere tutte le stelle

che danzano - intorno - girotondi folli alla Luna”.

 

Mi hai detto: “Guarda! Scivola! Danza!.... Indovina le scolte

dei fanciulli che dai letti sognano giuocare alla guerra,

 

lance degli Eroi… lance di ghiaccio lanciate nel buio

che il tuo cuscino raggiungono, fratellanza di Sogno e Vita”.

 

Brilla così di sera, come faro dei viaggiatori,

il tuo corpo di neve, raggelando il vento, o Dicembre.

Quadro di Ivàn Ivanovich Shishkin (1832-1898), Inverno nella Foresta, Tardo-Romanticismo e Realismo russo, Scuola dei Peredvizhniki (Pittori Itineranti), 1877.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì IV Dicembre AD MMXX.

Sonetto senza Rime - Lo so, la Luna è sulla Terra come

Lo so, la Luna è sulla terra come

guance di neve… come il bianco sguardo

dell’Inverno, slëale di tormenta -

le parole del suo cuore che tace.

 

La Luna è un bacio di cristalli limpidi

al tintinno dei rami e delle vie,

simili alle campanelle che trillano -

ai muschi appese - dei primi Presepi.

 

Oh scialbo crine! Oh corpo bianco! Oh glauca

apparenza nel buio del mio Dicembre!

Così vicina a me e alle mie illusioni!

 

Svanisci presto nel giorno che viene,

non più riluci espandendo il tuo volto,

ma torni agli astri dove baci il Sole.

Quadro di Oscar-Claude Monet (1840-1926), La Gazza, Impressionismo francese, 1869.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì IV Dicembre AD MMXX.

mercoledì 2 dicembre 2020

Sneguroçka - La Fanciulla di Neve, ossia Fantasia slava di una Nevicata di Dicembre

Svanì… come ombra fuggitiva dentro

la neve scialba. Svanì come un Sogno!

Ah, mia tormenta! tu la divorasti

nelle tue fauci dai denti più gelidi,

immani latrati porgendo nel vuoto del giorno.

 

Artigli e impronte di sangue dovunque

splendono, intanto, alle rive dei ben

poco o mai soleggiati Desideri,

come se fossero stuoli di Unni sulle sponde del Fato.

 

Ma bardo dell’inverno canta il mio

cuore che ha freddo l’esausta malia

dell’amaro risveglio dalla folle

illusione che l’ha preso e perduto,

i salici contando che - rimasti -

specchio al suo pianto dirotto consigliano il sale alle lagrime.

 

Pur nel frattempo

l’immensità della steppa dei Sogni

chiama per nome l’eterno del suo

volto… piovon di slitte per le vie

le sue orme sempre infantili dai piedi

femminei d’oro,

bei piedi di femmina, non di marmo orditi, ma ghiaccio,

non seno di carne coperto di sete, ma seno

di neve ricamato con le foglie vecchie dei salici.

 

… L’orma si perde nel Nulla profondo….

 

Due occhi-fiocchi di Luna! Un labbro sciolto

di sempiterna assenza!

Il canto solitario della steppa!

I giuochi d’azzardo dei Cosacchi che urlano bestemmie!

 

Questa è la leggenda della solita Dea. Nel buio,

la Fanciulla di Neve, lei… nemica del Sole!

Quadro di Viktor Mikhailovich Vasnetsov (1848-1926), La Principessa addormentata, Tardo-Romanticismo e Simbolismo russo, 1900-1926.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì II Dicembre AD MMXX.

sabato 28 novembre 2020

Sonetto - Vorrei essere la Nebbia che divaga

Vorrei essere la nebbia che divaga

per tante vette lontane e tremende,

e che assale le terre e che risplende

di ceruli vapori, ove presaga

 

d’Ignoto, accresce la sua fuga. Piaga

di mestizia, frattanto, essa - che apprende

solitarie vie - mi chiama, stupende

forme di spettri smorti. Poi si placa,

 

donde diventa un mar di bianche spume.

Vorrei essere il suo passo illagrimato,

la sua voce crudele che divora

 

i respiri notturni e ogni altro lume.

Ma nel profondo del cuor agitato

dovunque è Sogno… è il verno che addolora.

Quadro di Sir John Everett Millais (1829-1896), Foglie d'Autunno, Tardo-Romanticismo e Simbolismo inglese (Confraternita dei Preraffaelliti), 1856.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XXVIII Novembre AD MMXX.