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martedì 17 agosto 2021

Sonetto - Ascolto i primi Brividi di Agosto

Ascolto i primi brividi di Agosto,

via ha portato il vento il tempo estivo

e nel bosco vicino - ancora vivo -

alle foglie pallenti ormai mi accosto.

 

Come sono un po’ gialle! Ebe di mosto

già mi ricordano.. Ebe cui il festivo

braccio verserà presto il vin giulivo

agli Dei di settembre, donde al posto

 

dall’Estate lasciato siederà.

Sì, perché Autunno già combatte e avvince

il mio volto che a lui palpita accanto;

 

e mentre la Natura cambierà

le vesti nel suo riposo, or mi stringe

senso furente di tristezza e pianto.

Dipinto di Adolf Kaufmann  (1848–1916), Gregge di Pecore con Pastorella in una Giornata di Pioggia, Tardo-Romanticismo, Realismo paesaggistico austriaco, 1916. Olio su Tela. Collezione privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XVII Agosto AD MMXXI.

sabato 15 agosto 2020

Ferragosto

E scorre via l’Estate, come un tuono

che rischiara le nuvole del Sole,

del quale al suono mellifluo, nel mare

lambiscono gli scogli i bianchi voli

dei gabbiani, e il giuocare dei fanciulli

con le arene accaldate o solitarie.

Ora, che è giunta la metà di Agosto,

e che suonano i bronzi, a Maria un po’

tintinnando, e che più mite m’è l’aria,

del settembrino mosto già mi viene

il sentore, e di tante prime nebbie,

e delle cene al buio, quando men lungo

il meriggio mi allumina lo sguardo.

Già cresce qualche fungo di settembre

per le campagne che so biondeggiare

davanti alle mie finestre e che domani,

forse, saranno amare paglie, campo

di battaglia per le aride cornacchie

e gli spigolatori. Già le rogge

mi guardan senza più acque, donde d’impeto

un gracidar di piogge e di ranelle

il mio cuor accompagnano alle tane.

Così trascorre l’Estate lungo i miei occhi,

e le ore belle di lei che infiora i prati

con i suoi fiocchi di candidi fiori,

e i suoi dorati giorni! Così, presto

l’Arbogna saluterà dalle querce

il piover delle foglie martellante;

e quando sarà Autunno e sarà nebbia,

perfino le stagioni copriranno

il proprio volto in un morbo ossessivo

di imperitura Notte e malattia!

Ivan Konstantinovic Ajvazovskij (1817-1900), L'Addio al Mare di Pushkin, Romanticismo russo-armeno, 1877.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato XV Agosto AD MMXX.

mercoledì 12 agosto 2020

Sonetto barbaro in Strofe alcaiche - M’è nell’Aurora tristo Sorridere

M’è nell’aurora tristo sorridere

di fin d’Agosto, un palpito

di Estate pallida nel suo alveo funebre

che le ghirlande osannano

 

sul buio mio sguardo. No! non irridere,

oh aspra Morte lo scalpito

dei fior che mietono le tue ombre e il lugubre

orizzonte, ove dannano

 

a’ stesso Fato le mie ore placide

e serene! Qui, alzandosi,

contro me insorgono le tue crude Anime

 

che d’Estate le più aride

forme rapiscon, sempre lagnandosi

fino all’inverno. E io esanime

 

resto a vedere questi scempi che giungono

fino al mio cuor, terribili gridando!

John William Waterhouse (1849-1917), La Morte di Ophelia, Tardo-Romanticismo inglese (Pre-Raffaellismo), 1889.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Mercoledì XII Agosto AD MMXX.

sabato 8 agosto 2020

M'è più matura la virente Sponda

 

M’è più matura la virente sponda

che i campi chiude e la risaia immensa.

Ma rimirando il suo stagno e la sua onda

ferma, io comprendo che l’Estate addensa

 

l’estremo Sole, quando vagabonda

ombra il mio Autunno commette. Allor, pensa

dentro di me un sospir di fremebonda

noia: che il ciel d’Agosto i suoi aspri incensa

 

ultimi giorni, che presto lo stormo

salutandomi andrà per erme terre,

e che il mosto si forma un po’ frizzando

 

sulle montagne. A te addio, estivo giorno!

A voi pur anche, dolci piani e sierre!....

A me d’Autunno il sovvenir nefando!

 

Hans Andersen Brendekilde (1857-1942), Un'Immagine di Campagna in Estate, Tardo-Romanticismo paesaggistico danese, Inizi del Secolo XX.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Sabato VIII Agosto AD MMXX.

domenica 3 novembre 2019

Un Sonetto all'Estate da Tempo trascorsa - Ho Freddo e Tu mi manchi e non Lo sai

Ho freddo e tu mi manchi e non lo sai,
o ultimo fiore dell'Estate estinta.
Non sai le nebbie che qui mi percuotono,
nulla delle mie doglie.

Ma tu fuggi, tu taci, voli e vai,
sopra la brina pallida e discinta,
mentre fuori sui ghiacci si rincorrono
mille cadenti foglie.

Non hai letto la mia lettera estrema,
non hai risposto al mio cuore stremato.
Alle tue labbra mancan parole.

Ho freddo. E questa pena
mi fere tutto l'essere; ed è Fato
ch'io non riveda più un po' del tuo Sole.

Albert Edelfelt, Una Giornata in Barca, Tardo-Romanticismo germanico, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica III del Mese di Novembre AD MMXIX.

mercoledì 22 agosto 2018

Dolce, inquieto Crepuscolo di Fine-Agosto

Oh cièl di fìn d'Agosto, quieto e caldo
cielo... è così che soccombi! che muori!
e che tramonti!
è così che non mostri i tuoi occhi neri,
ovvero il volo, l'ale combattenti
il vento, delle ròndini festanti,
a poco... a poco, e a breve, fuggitive
per deserti lontani;
è così che il tuo Sole si lenisce
sul mio sguardo abbronzato, sulle mie ombre
profonde e mute,
su' il mio passo errabondo,
su' i miei ricordi gelosi d'Estate,
per questa nuova soffrente Tempesta
che annunzi, oh tenebroso!
è così che sovviene lentamente
quel fresco vento che ghermisce gli àcini
delle venture vendemmie di vino,
della mia finta ebbrezza inassopita
per un'orda di Sogni...
e muòr l'Estate! e s'avvicina Autunno!
e i fiori vanno già verso il riposo
segreto e tìmido d'un Ade di noia,
d'un Infero crudele
che il volto mi rispecchia....
E muore la sperata e combattuta
e vinta e attesa sì lambita Gioia...
e mi vièn la tristezza,
e mi trascino in gola un canto orrendo
di Trìstia antichi,
qui, ove tu, oh ciel, mi premi co' il tuo duro
calcagno a farmi piàngere e lagnare...
a tògliermi le reliquie de' i Sogni,
a pormi dianzi alla durezza immane
degli ùltimi tuoi lampi,
a gridàrmi furioso e prepotente:
"Subisci le stagioni!
Subisci i loro ritorni perenni...
subisci e piangi!"...
esse, sempre così uguali, sì giòvini,
e forti e belle, prive quasi di anni,
sempre a còrrer le giostre furibonde
di Prosèrpina e Arcadia,
io... così dèbile, e fràgile e vecchio
per ogni àttimo in più che trascorre...
io... così morto,
e spento e muto!
Oh cièl di fìn d'Agosto! ancora caldo,
cièl che pronunzi veloce l'incanto
della sera, del regno della Notte
e della Luna,
è così che mi rimembri le Furie,
il fuoco delle campagne mietute
bruciate, il ferro di Unni vagabondi,
e aspri ed èsuli e nòmadi:
i giorni che assassìnano i Tramonti,
i pensieri notturni, le visioni,
l'ìncubo e il Sogno... ahi, assassini sacrati
alle menzogne, 
a un eterno dolòr!....
E qui mi giacio, preda che si trema
nel cuore d'un'altra, orrenda Tempesta!

Charles Haigh Wood, Fair Deceivers, Tardo-Romanticismo inglese, Seconda Metà del XIX Secolo


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XIX del Mese di Agosto dell'Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia, di Fede e di Pace AD MMXVIII.