Jehanne, tu sei nel prato
tra gigli d’oro e Sole,
e guardi e dici e urli - che cosa?
parole meste..
immobile quasi esanime e spenta
come se il tuo cuore fosse incantato.
Chi si aggira tra fiori?
Ombre di sangue.. di sangue gli odori...
Intanto, guardi tu il Tramonto nero.
Quante fiate l’hai visto
nel deserto dei tuoi campi?...
Sogghigna.
Come canto che vien dal cimitero
ti parla.. labbia orrende,
bocca bugiarda che grida e s’accende,
con il cranio di un Re in mano.
L’ultimo giorno è arrivato e s’appresta,
non è più tempo che crescan ne’ prati
i gigli d’oro, non più è la tua festa
quando li cogli,
quando t’aggiri per cercare fiori
da mettere sul mare, sugli scogli,
sul tuo cenere che ode i suoi dolori,
oh povera fanciulla!
Oh Jehanne! Resta un drappo
bianco pieno di sangue..
di sangue rosso.. e resta il Cielo
azzurro
dimenticato,
il Cielo cilestrino che ora langue,
mentre il Demonio, il Fato
tristemente all’unisono gridano
“Libertà!”
Quadro di Ferdinand Victor Eugène Delacroix (1798-1863), La Libertà guida il Popolo, Romanticismo, Realismo francese, 1830. Olio su Tela. Museo del Louvre, Parigi. |