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domenica 11 ottobre 2015

Il Singulto

Cuore, mio cuore, non senti un singulto
tra le tue vene che tremano tanto?
È forse il gelo della brezza, e il vespro
che in furie irrora il vento della Notte,
o forse è un sogno di un’Anima inquieta
che per queste campagne è vagabonda.
E tu, davvero, che taci e che gemi,
cuore, mio cuore, non senti un singulto?
È l’agnellino che al materno canto
s’addormenta, sul fieno e sul suo vepro,
l’eco del monte che scuote le grotte,
dove dimora l’irrequieto asceta,
è il murmure del mar che il ciel affonda.
E tu così sentendo e urlando tremi?
Cuore, mio cuore, non senti un singulto?
È il sonnambulo trillo, è una canzone,
sogno, follia; è Poësia e visiöne.
Cuore, mio cuore, non senti un singulto
tra le serali furie e tra le selve?


Massimiliano Zaino di Lavezzaro




Domenica XI Ottobre AD MMXV

martedì 6 ottobre 2015

La Ballata del Sogno di Ottobre

Sempre nebbie: è l’autunno, e il cuor mio sogna, eh!
E valica egli le cime dei monti, e…
e delle selve dove un dì ei gridava.
Sempre nebbie: è l’autunno, e il cuor mio sogna, eh! E
sogna agli eterni e incogniti orizzonti, oh
cuore di Anima ignava! E
sempre nebbie: è l’autunno, e il cuor mio sogna, eh!

Perché sognàr mi dico quand’ei è vano, e
mentre la brina e fredda e scialba scende, e… e
sognàr remoti sensi, e il mio lontano
avvenire? E il mio cuore attende, e attende
istanti più felici; e allòr lo prende
un sentìr di tristezza mai finita. Eh!
Che? Per vent’anni fuggì la sua Vita? E…
e dunque geme, e grida, e si vergogna.

Sempre nebbie: è l’autunno, e il cuor mio sogna, eh!
E lambisce le montane e vecchie fonti, e…
e i suoi alpini sentièr che valicava.
Sempre nebbie: è l’autunno, e il cuor mio sogna, eh! E
sogna vagàr per gli irrequieti ponti, oh
cuore di Anima ignava! E
sempre nebbie: è l’autunno, e il cuor mio sogna, eh!


Massimiliano Zaino di Lavezzaro




Martedì VI Ottobre AD MMXV

martedì 1 settembre 2015

La Ballata popolare d'una miserabile Ladra di Pane

«Che nascòndon le pieghe della gonna?
fanciulla, dimmi! Oh fanciulla!
Che nascòndon le pieghe della gonna,
tra i falbi veli tremanti?»
Oh Dio!

«Ho rubato del pane, là, al mercato,
perché io son la poverella;
ho rubato del pane, là, al mercato
per me, mia madre e i fratelli».
Oh Dio!

«Da dove vieni, tu, che rubi, oh mia giovane?
Il tuo volto è d’una zingara.
Da dove vieni, tu, che rubi, oh mia giovane?
Lo sai? La Morte ti aspetta!»
Oh Dio!

«Rubai per fame; e dai Pirenei vengo,
perché ci avete affamati.
Rubai per fame; e dai Pirenei vengo
a prendere il vostro grano».
Oh Dio!

«Lo sai? Potevi vendere il tuo corpo,
per avere da mangiare!
Lo sai? Potevi vendere il tuo corpo,
tu, fanciulla così bella!»
Oh Dio!

«No! No! Soldato! Io preferii rubare,
per mia madre e i fratellini.
No! No! Soldato! Io preferii rubare,
per una vecchia e i suoi pargoli».
Oh Dio!

«Ma lo sai dove andrai? Alla ghigliottina,
dove cadrà la tua testa.
Ma lo sai dove andrai? Alla ghigliottina,
è peccato la miseria!»
Oh Dio!

«Portatemi lassù! Voglio morire
come è morto il nostro re!
Portatemi lassù! Voglio morire!
Avrò forse una corona?»
Oh Dio!

«E che sarà della madre e degli altri?
Li farai morìr di fame.
E che sarà della madre e degli altri?
Se non potrai più rubare?»
Oh Dio!

«Decapitate anch’essi; vi scongiuro!
Avrèm banchetto, là, in Cielo!
Decapitate anch’essi; vi scongiuro!
Non aspèttan che la Morte!»
Oh Dio!

«Lo sai che noi lo faremo, oh fanciulla?
Vi daremo questa grazia.
Lo sai che noi lo faremo, oh fanciulla?
La tua fame è ormai è finita!»
Oh Dio!

E sulla piazza di Parigi un giorno
una vecchia a Morte andava;
e sulla piazza di Parigi un giorno
i suoi figli la seguivano.
Oh Dio!

E caddero le teste; e svelse il sangue,
e il popolo giubilava.
E caddero le teste; e svelse il sangue,
Popolo anch’egli affamato.
Oh Dio!

E tu, non piangi? Oh tu, tu, oh cuore mio?


Massimiliano Zaino di Lavezzaro

In Memoria di André Chénier



Martedì I Settembre AD MMXV