Ascolto il tramonto autunnale..
silenzio!...
Cos’è quel madore che sale?...
La Luna nel vespro d’assenzio,
che sembra perenne arcolaio
di tremule nebbie..
si taccion le trebbie:
nel vecchio brumaio,
è sera d’Ottobre.
Mi par di sentire una foglia
che cade,
che trema colpita da doglia.
Un brivido, dunque, m’assale,
pensando alla morte;
nel folto dei lampi,
biancheggian de’ lampi,
e quest’è la Sorte,
o sera d’Ottobre.
S’accendon le luci bugiarde,
ad olio,
la piccola luce che m’arde
tra ceruli sogni e rosolio,
e fumano i tetti lontani,
la cena è servita..
la cena è finita:
le piccole briciole ai cani,
la sera.. a Ottobre.
Tristezza, la via solitaria..
la quiete,
c’è come un profumo nell’aria
che d’astri mi fa venir sete..
odor di bontà e caldarroste.
Vorrei passeggiare
per seriche coste,
ma mancami il mare.