Non hai più, oh cuor, le
concitate corti
dove potèr cantare! E
non hai più desidèri? E a che
sognare? E
qui i volti assorti e
ombrosi e forti
delle nuvole in cielo, e i
fiori morti
ti dissolvono. - Oh mare
d'ire e tempeste, eh! vuoi tu
divorare
i miei, i miei accordi? E
i miei ricordi?
E le mie vene or stilleranno
avare
foglie di pianto; - e i torti
e forse il Fato, oh
cuoricino, e i fiordi -
li odi? - Oh tu, oh mare? Eh!
Vanno a gridare! Eh!
E forse sono questi i sogni
muti
del tuo secreto vino,
oh cuore! E non senti? E son
liuti? E
or la tua Poësia cade. - È il
Destino! E
voi, miei sogni perduti,
ci siete? - E io inclino
all'ombre dello spino,
dove vanno le nebbie oscure e
autunnali,
Anima morta nei ciel
sepolcrali! E
addio, sogno, cui inchino,
di allegre danze, e aspetti
di fanciulle,
e addio, betulle, e
e addio, a te, pellegrino
e sempre tetro e appassito,
oh mio cuore,
trapassato da due urla e
dall'Amore!
Massimiliano Zaino di
Lavezzaro
Sabato XII Settembre AD MMXV