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mercoledì 14 ottobre 2015

Che cos'è la Vita?

Una larva è la Vita in un ballo mascherato,
dove sogghigna il pizzo della lince che copre gli occhi,
ora è virile, e ora è femmina irridente,
quando le sue gavotte brindano agli specchi dei fantasmi,
e l’oboe risuonando rapisce l’Anima,
il violino la vizia, il flauto la perseguita,
e alfine arriva il corno che la strappa dal cuore,
come un’eco di tomba che gela l’ultimo respiro.
Le maschere si altercano e si rispondono a menzogne,
e si prendono a braccetto e danzano i temporali dell’orchestra,
e pronunciano nomi, quelli più mendaci e ridicoli,
e scagliano il proprio Nulla nel giuoco delle carte e dei dadi,
dove ogni larva ha il diritto di ingiuriare al duello.
Ma sotto questi pizzi dorati, tersi di ciprie e di ambre,
oltre gli anelli di adamanti esotici e avari, e oltre gli orecchini,
dopo i sorrisi sogghignati dell’Amore e della Passione,
dell’Ira e dell’Invidia, e della funerea lussuria,
c’è sempre un cuore che si chiede profondamente d’Iddio,
e che non si acquieterà in nessun divertimento assoluto,
e all’alba di cento passi di danza e di balletto,
e al crepuscolo irrequieto di altrettanto cento anni
è lì, la Morte, l’ultimo approdo del nostro Destino
che nel nome d’Iddio ci rende tutti veri e tutti uguali.


Massimiliano Zaino di Lavezzaro




Mercoledì XIV Ottobre AD MMXV

domenica 27 settembre 2015

La Sera delle Danze e delle Maschere

E fu la sera della danza immane.
I musici strillàvano i violini.
Volteggiàvan le maschere e le vane
ombre delle fanciulle. E serotini

e dolci i chiassi s’altercàvan. Dame
di pizzo e d’oro e argento in sguardi arcigni
danzavano d’intorno; e pur lontane
sembravano le spire dei Destini. E…

e era un torneämento di sottane, e
stretti corsetti, e ai calici i vini.

Ma tu, oh maschera, oh bella, oh tu, divina,
quali occhi nascondevi, e quale cuore? E…
e eri forse una triste madamina? - Luna

di gioventù? -. Ebbèn, dimmi il tuo dolore e…
e che mai ti affannava! E eri tu spina
dei miei sogni e miraggio. E il nòm? Amore!

Maschera ignota, e fatàl, femminina, - e bruna,
e come può che questo sogno muore?

Danzàvano quest’ore! E or…
e il passato silenzio il ballo inghiotte, e
non v’è più danza, ma resta la Notte!


Massimiliano Zaino di Lavezzaro



Sabato XXVI Settembre AD MMXV