E fu la sera della danza immane.
I musici strillàvano i violini.
Volteggiàvan le maschere e le vane
ombre delle fanciulle. E serotini
e dolci i chiassi s’altercàvan. Dame
di pizzo e d’oro e argento in sguardi arcigni
danzavano d’intorno; e pur lontane
sembravano le spire dei Destini. E…
e era un torneämento di sottane, e
stretti corsetti, e ai calici i vini.
Ma tu, oh maschera, oh bella, oh tu, divina,
quali occhi nascondevi, e quale cuore? E…
e eri forse una triste madamina? - Luna
di gioventù? -. Ebbèn, dimmi il tuo dolore e…
e che mai ti affannava! E eri tu spina
dei miei sogni e miraggio. E il nòm? Amore!
Maschera ignota, e fatàl, femminina, - e bruna,
e come può che questo sogno muore?
Danzàvano quest’ore! E or…
e il passato silenzio il ballo inghiotte, e
non v’è più danza, ma resta la Notte!
Massimiliano Zaino di Lavezzaro
Sabato XXVI Settembre AD MMXV