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martedì 21 settembre 2021

XXI Settembre

Focolai nella sera e torbide ombre..

ale di stormi che fuggono svelti..

bave di nebbie leggere, ravvolte,

come aspi per ricami funerari…

Focolai come lumini di tombe

che mi fan da riverberi sui celtici

campi dei Raudii dalle tante scolte..

le ragnatele simili a sudari…

Ecco l’Autunno! Il vecchio, amato Autunno!...

 

Il mio occhio si è fermato sulle bacche

rosse, sul sangue di una foglia nera,

ha perduto se stesso nella tenebra

del tardo pomeriggio e adesso è cieco:

sente il richiamo delle vecchie vacche

dalla collina dalla spenta cera,

sente un muggito terribile e bieco;

sento le ore che passano veloci,

sento qualche latrato dai sentieri -

da lungi.. un arrostir di castagne crude,

una pioggia di ghiande per maiali..

un via-vai di becchini con le croci

per mille foglie senza nomi e ceri,

per l’ultimo ramoscel che s’illude

d’aver compagni i germogli immortali.

 

Sì, ecco l’Autunno! Svelto come il treno

che a volte va sotto la mia finestra,

con i suoi strilli da Mostro ferrato

e col sguardo stolto di un passeggero…

Poi, è il nulla!... Immensità silenziosa,

le bacche che si fanno e scarne e marce,

gli scheletri dei platani che ridono

in una danza della Morte al ritmo

del vento.. i fossi asciutti.. e io che corro,

che seguo l’eco d’uno stormo e ceno

al buio con il cucchiaio di minestra..

e io che ho freddo: voglio una coperta,

vorrei un calice di Ebe, come un tempo,

una mescita dolce di Falerno..

vorrei che l’ultima amica mia foglia

mi versasse del miele e mescolasse;

ma la foglia si stacca, dondola, agitasi -

plana come una piuma - avanza, cade.

“Perdonami! Non ho più miele!” e muore.

 

Ecco l’Autunno! Questa mia stagione

amata e indefinita! E la sua tanta

mestizia e la sua felice avvenenza.

E forse anch’io ormai sono un vecchio ramo,

ho imparato a piangere le mie foglie.

Dipinto di Stanisław Stefan Zygmunt Masłowski (1853–1926), Wschód Księżyca -  Levata di Luna, Realismo, Impressionismo, Tardo-Romanticismo paesaggistico polacco, 1884. Olio su Tela. National Museum, Cracovia.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì XXI Settembre AD MMXXI.

lunedì 20 settembre 2021

Equinozio

Annuso come un fumo intenso e asprigno,

un lezzo di bellette e di selvaggio,

uno stagno di putride onde e rane.

 

Zolfo.. è zolfo dell’Erebo e buio e arcigno,

simile al fuoco di un vecchio miraggio,

mormorio estremo delle foglie vane.

 

Ma tra i suoi abbracci lascivi e corrotti

io riconosco l’odor dei chiodini,

che mi brucia e mi stuzzica la gola..

 

riconosco il bollir dentro le botti

della vendemmia prima e dei sublimi

calici che inebriano ogni parola..

 

una parola da cuore ubriaco,

come la mia.. come la mia che è secca

peggio del granoturco andato a male.

 

Frattanto tutto mi diventa opaco,

sento la gracchia che salta e che becca,

sembra che becchi il mio petto mortale.

 

No! Il mio ramo di persiche non ha

più fiori.. di Ebe il serto non ha foglie

e l’acino sovente m’è un po’ amaro.

 

Ma sovviene l’Autunno che non sa

nessuna delle mie profonde doglie.

Cade una foglia… Un sibilo… Uno sparo.

Dipinto di Vincent Willem van Gogh (1853-1890), Paesaggio d'Autunno, Realismo, Impressionismo, Post-Impressionismo olandese, 1885. Olio su Tela. Collezione privata (Informazione incerta).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XX Settembre AD MMXXI.